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Parker’s meets Bond: a Napoli il fascino di 007 celebrato tra arte e cultura

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Londra e Napoli avvolte dal mistero di 007. Risulta fascinosa l’atmosfera del Grand Hotel Parker’s di Napoli, che omaggia Goldfinger svelando una lontana amicizia tra i proprietari dell’Hotel e Ian Flaming, dalla cui penna è nata la spia più famosa al mondo: James Bond.

La patina d’oro della celebre pellicola che compie 60 anni ammanta il Grand Hotel partenopeo, che incontra il mito Bond, rendendolo protagonista di una mostra esclusiva che fa della cabala del 7 il suo centro.

Inaugurata il 7 Dicembre ed allestita negli spazi del Grand Hotel fino al 7 Gennaio, la mostra che raccoglie i cimeli del celebre film, ospita ritratti esclusivi di Flaming, donati dallo scultore Domenico Sepe ai proprietari del Parker’s.

La struttura alberghiera rinomata per l’eccellenza del servizio e la grande classe che la accompagna dal 1870, dedica anche i festeggiamenti del suo Capodanno a Goldfinger, con un allestimento a tema oro ed un menù pensato di proposito, facendo corrispondere ad ogni portata del gran cenone di fine anno, un’idea culinaria ispirata da un personaggio del film sopra menzionato.

Un happening esclusivo ha inaugurato nella serata del 7 dicembre, l’omaggio a Flaming e Goldfinger, presentando cocktails ispirati al film, le cui più celebri battute sono state lette dal doppiatore italiano di Bond, Francesco Prando. La voce inconfondibile dell’attore che ha dato celebrità in Italia a Daniel Craig e molti personaggi tra cui Dylan di Beverly Hills 90210, Will Truman in Will & Grace, Eric Dane in Grey’s Anatomy, o ad attori come Mattew McConaughey, Vince Vaughn, Guy Pearce, Michael Fassbender,Rob Lowe, Ben Chaplin, Jason Statham, Matt Dillon e Hugh Grant, ha restituito nel gran salone del Parker’s, tutto il mistero e la bellezza del personaggio di James Bond.

L’occasione culturale ha svelato ai curiosi ospiti ed appassionati del mondo di 007, tutti i retroscena della scrittura di Flaming e del girato della pellicola del 1964. A raccontare aneddoti ed inedite scoperte, è stato l’esperto Michelangelo Iossa, scrittore, giornalista e docente universitario.

Con la maestria che lo contraddistingue Iossa ha legato il mondo artistico del Maestro Sepealla volontà della famiglia Avallone, proprietaria del Grand Hotel Parker’s, di far conoscere in modo più approfondito, il lavoro della scrittura di Flaming.

Per desiderio di Giovanni Avallone, erede della famiglia proprietaria dell’hotel pluripremiato che ha ospitato Oscar Wilde, Virginia Woolf, Clark Gable, Totò, teste coronate e capi di Stato, la seconda edizione di Parker’s meets Bond ha riservato grandi sorprese: “Abbiamo immaginato che Bond potesse essere amico del Parker’s, così come Ian Feming. Se fossero ancori vivi, mi piace immaginare che festeggerebbero con noi il Capodanno nella Goldfinger suite. L’idea di questa seconda edizione dedicata a 007 è nata dall’omaggio a Flaming che visionò come ultima pellicola, prima della sua scomparsa, proprio Goldfinger”, ha commentato Avallone.

In questa occasione abbiamo raccontato due miti – dichiara Iossa – dopo aver scoperto attraverso mie ricerche condotte un paio di anni fa che il papà di George Parker, Peter III che ha dato il nome a questo hotel, era un prodigio del calcolo ed aveva lavorato come cripto analista nella seconda guerra mondiale, al fianco di Valentine Flaming, papà di Ian Flaming. Il padre di George Parker era amico e collega del genitore dello scrittore di Bond. Per questo abbiamo immaginato un viaggio nei luoghi in cui si raccontava il mondo di 007″.

Lo scorso anno – continua Iossa –lo abbiamo fatto con una mostra a tutto tondo in cui si è raccontato Bond nel senso più lato del termine; questa volta abbiamo scelto di lavorare di cesello per narrare una data simbolo, il 1964 che ha fatto da cesura per James Bond, in quanto da Goldfinger in poi tutto cambia nella struttura dei film che raccontano la vicenda della spia inglese”.

Una sezione specifica con opere inedite che immortalano il volto di Flaming realizzato tra disegno preparatorio, pittura e scultura, dalla sapiente mano del Maestro Sepe, ha collegato il padre artistico di James Bond, al personaggio cinematografico a cui tutto il mondo è ormai legato.

Attraverso le espressioni di Falming ho scoperto che egli riesce a dialogare oltre la scrittura. Ho scelto di trasferire ai miei disegni preparatori, il suo sguardo profondo e la penombra data anche ai suoi personaggi. Per la prima volta da scultore ho deciso di trasformare i dipinti in parte non visibile rivelata in scultura. La parte non visibile del bronzo è contenuta nel vuoto interno di ogni scultura – spiega l’artista Sepe – ma in questa scultura totalmente morfologica che doveva raccontare un’espressione, ho eliminato in fase di realizzazione dell’opera la parte in ombra, trasformando l’immagine di Flaming in una maschera”.

Tutto ciò che Ian Lancaster Flaming voleva essere e che si trova trasferito nel personaggio di Bond, è stato comunicato attraverso questo singolare evento, a tutti i fan “bondiani” che grazie a Michelangelo Iossa, Domenico Sepe, all’attore Prando ed ai proprietari dell’Hotel Parker’s, sono stati traghettati in quel di Londra; in un’epoca a cinque stelle in cui la spy story riconcilia ogni cedimento temporale tra il passato ed il presente, conferendo all’Aston Martin, allo Smoking, alle Bond Girls e naturalmente al Vesper, un allureunico, sagace ed inimitabile che cristallizza nell’ambientazione del Parker la magia viscerale di un mondo che continua ancora ad ispirarci grazie agli appassionati di Flaming, instancabili nello svelare a distanza di anni, la grandezza della sua intuizione artistica.

Montaggio Video di Arturo Favella


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.