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Partita da campioni d’Italia. Fermata la capolista a casa sua e non è poco

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di Luca Muratgia.

Il Napoli c’è, prestazione importante a San Siro dove gli azzurri bloccano sull’1-1 la capolista Inter che, almeno fino ad ora, pochissimi ostacoli aveva riscontrato nella sua inarrestabile cavalcata in testa alla classifica che porterà i nerazzurri alla conquista del suo ventesimo scudetto con tanto di seconda stella cucita sul petto. Una prestazione ed un risultato finalmente degni di una squadra che appena 9 mesi fa, festeggiava la vittoria di un campionato letteralmente conquistato. Mai, nell’attenta analisi della sfida di ieri, si sono evidenziati i 31 punti che attualmente dividono le due compagini. Questo risultato, al netto dei meriti, delle assenze e delle parate decisive di Meret, non fa altro che alimentare inevitabili rimpianti per il deludente percorso intrapreso dai partenopei in questo campionato. Nella attenta analisi della partita, sembra assurdo che, una squadra che ha controllato il gioco per larghi tratti dell’incontro, in casa dei futuri campioni d’Italia che quest’anno non hanno avuto rivali, si trovi a 31 punti di distacco, nella disperata impresa di dover conquistare, nelle rimanenti 9 giornate, una striminzita qualificazione in Europa, in considerazione che l’obiettivo quarto posto sembra ormai decisamente improbabile. Una partita giocata su ritmi elevati dove, soprattutto nella fase iniziale del match, la capolista ha evidenziato tutto il suo strapotere fisico e atletico proponendo continue iniziative offensive, consentendo al portiere azzurro Meret, in almeno in tre circostanze, di salvare il risultato e conquistarsi con pieno merito il 7 in pagella. Proprio quando sta per concludersi la prima frazione di gioco, l’Inter trova la rete del vantaggio grazie ad un inserimento centrale del difensore Darmian che, complice l’evidente disattenzione della retroguardia partenopea, trova tempo e spazio per battere l’incolpevole portierone azzurro.
Nonostante lo svantaggio, il Napoli dimostra comunque di restare in partita, l’impressione, neanche tanto velata, è quella di una squadra che ha ancora molto da dire alla partita nonostante la forza esplosiva dell’avversario. Ed in effetti nel secondo tempo l’Inter, complice anche i 120 minuti con rigori annessi di Madrid, abbassa pericolosamente il proprio baricentro consentendo agli uomini di Calzona di prendere il controllo del centrocampo e quindi della partita. Nonostante la manifesta superiorità nelle zone nevralgiche del terreno di gioco, gli azzurri, nota dolente dell’intero arco del campionato, stentano maledettamente a trovare trame pericolose ed in grado di impensierire la retroguardia nerazzurra con il portiere Sommers del tutto inoperoso nell’intero arco della partita. In questo senso, l’assenza di Victor Osimhen, ancora una volta fermo ai box per noie muscolari, influisce in maniera determinante. Il Napoli perviene al pareggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Juan Jesus, colpevolmente lasciato solo in area di rigore avversaria, libero di battere l’incolpevole Sommers dopo un allungo di testa del capitano Di Lorenzo. Da qui alla fine succede poco altro da un punto di vista tecnico. Molto grave invece le presunte frasi a sfondo razzista pronunciate dal difensore nerazzurro Acerbi, colpevole, a quanto pare di aver insultato con epiteti a sfondo razziale, il collega di colore Juan Jesus proprio nella giornata mondiale della lotta al razzismo. Saranno poi le autorità competenti a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e a pervenire, di conseguenza, a conclusioni che potrebbero eventualmente comprendere anche provvedimenti disciplinari particolarmente severi. L’aspetto più serio e su cui riflettere è che, nel 2024 si assistono ancora certi episodi proprio da che dovrebbe in qualche modo rappresentare milioni di tifosi nel mondo .


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