Attualità

Perché l’Italia è lenta con le vaccinazioni?

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Anna Tortora

La situazione italiana è critica, l’economia è ai minimi termini e con i vaccini siamo in ritardo.
“Deve cambiare il modo di affrontare la pandemia: bisogna tenere conto del Pil ma anche della componente psicologica.
Dove è possibile essere più liberi, è giusto che sia consentito, pur mantenendo ovunque i protocolli di sicurezza indispensabili”.
Annamaria Bernini

Al posto di pensare alle chiusure, perché non accelerare le vaccinazioni?
“Ricordatevi: se i vaccini mancano non è per colpa del destino cinico e baro, ma per precise (e sbagliate) scelte politiche delle quali io spero qualcuno sarà chiamato a rispondere. Su questa storia delle dosi non acquistate ci vuole la massima chiarezza”.
Roberto Burioni

E le cure?
“Sembra di ritornare nel solito corto circuito: una gestione della pandemia ospedalocentrica, e ora anche vaccinocentrica. Ma di mettere al centro della strategia sanitaria nazionale le cure contro il covid non se ne parla. […] Tutto continua come è da oltre un anno: con la vigile attesa alla quale sono condannati i pazienti sintomatici che devono accontentarsi delle scarne raccomandazioni del medico a base di paracetamolo. E poi, se va male, si aprono le porte degli ospedali, come sta accadendo in queste ore. […] La colpa non è dei ragazzini che escono al pomeriggio, ma ancora una volta della sbagliata gestione terapeutica”.
Andrea Zambrano, giornalista
E ancora Burioni

“Alcuni stati non hanno acquistato tutte le dosi di vaccino a loro destinate. Le ha comprate la Danimarca. Noi continuiamo così, mi raccomando. Chiusi in casa come sorci”.
Ci chiarisce Carlo Calenda
“Il piano vaccinale italiano è sempre stato fragile, privo di dettagli implementativi, a tratti – Primule – assurdo e sostanzialmente lasciato alle regioni. Ma i problemi di approvvigionamento sono il frutto di un fallimento tutto europeo. Occorre dirlo con chiarezza”.
Carlo Calenda

L’ on. Stefania Pezzopane, tre giorni fa.
“Ma perché in Abruzzo la vaccinazione è così lenta? Interrogo il Ministro e scrivo ad Arcuri e Regione. Serve maggiore organizzazione e più vaccini. Perché ne abbiamo pochi?
Perché la vaccinazione in Abruzzo è così lenta? Quali sono stati i criteri per l’assegnazione dei vaccini decisi e condivisi da ministero, Arcuri e Regione? Credo che oltre al grave ritardo organizzativo giustamente denunciato dai consiglieri di centrosinistra in Regione, si debba capire perché ne abbiamo avuti meno che altre regioni. C’è qualche criterio che ci penalizza? Se guardiamo ai numeri dei vaccini in Abruzzo, di questo passo ci vorranno anni per aspirare ad essere vaccinati e sinceramente non comprendiamo il perché.
Sto presentando una interrogazione al Ministro Speranza  ed una lettera indirizzata ad Arcuri e al presidente della regione Abruzzo Marsilio.
Sono consapevole dello sforzo massimo che stanno facendo medici e personale sanitario, e approfitto per ringraziarli, ma il report del Ministero della salute aggiornato a ieri diceva che in Abruzzo era stato somministrato il 69,2 delle dosi ricevute. Sono solo 20.000 le persone vaccinate su 1.300.000 residenti in regione. Di questo passo arriviamo al 2024, mentre se tenessimo il passo che si sta tenendo in altre regioni basterebbero pochi mesi per arrivare all’estate con il 70% di cittadini abruzzesi vaccinati. C’è un problema generale di rifornimenti, che mette in luce la drammaticità di un Paese con industrie farmaceutiche di primo livello, multinazionali prestigiose nel campo del farmaco ma che non ha un polo vaccinale nazionale e quindi non ha ancora nessun principio di autonomia. Spingerò perché si vada nella direzione della autosufficienza anche dentro le strategie del Recovery fund, puntando anche a un coinvolgimento delle aziende che nel territorio abruzzese ed in particolare nel comprensorio aquilano costituiscono un polo chimico farmaceutico prestigioso, con la presenza di importanti facoltà universitarie. Questo è un pezzo del nostro futuro.
Nell’immediato chiedo spiegazioni al ministero, ad Arcuri e alla Regione sulla distribuzione dei vaccini e mi domando se la Regione non abbia accettato parametri e standard di distribuzione che ci penalizzano. In tal caso bisogna rivedere immediatamente le attribuzioni e consentire di avere più vaccini per gli Abruzzesi. La regione ovviamente deve meglio organizzarsi  con un piano vaccinale chiaro e definito, utilizzando medici di famiglia, specializzandi, volontari e tutte le figure previste dai protocolli nazionali”.

Chissà
“Oggi ho avuto una cordiale telefonata con Armin Laschet, nuovo leader della CDU.
Rafforzamento della strategia europea per la vaccinazione, politiche economiche più efficaci per affrontare la crisi, nuova politica industriale che tuteli l’occupazione, riavvicinamento delle istituzioni europee ai cittadini e una nuova politica estera dell’Ue con i partner globali. Sono questi i principali temi che abbiamo affrontato”
Antonio Tajani

Ci sarebbe anche una notizia positiva
“Ecco una bella nomina fuori dai soliti giri.
Uno dei dirigenti più preparati con cui ho collaborato al MEF (e sapete che sono parco di questi complimenti), in particolare durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, quando avevo la delega al bilancio UE.
Un ottimo segnale dopo il delirio di scempiaggini su task force di qua e task force di là dell’ultimo anno e mezzo”.
Enrico Zanetti

Insomma, tra vaccinazioni lente ed economia da riprendere, le cose devono essere urgentemente sbrigate. Inutile colpevolizzare i cittadini.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.