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Politici italiani scrivono ai tedeschi

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La vicenda riguarda l’iniziativa di gruppo di amministratori ed esponenti politici italiani, tanto di centrodestra che di centrosinistra, che ha comprato un annuncio a tutta pagina sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) per spronare la Germania a mostrare una maggiore solidarietà di fronte alla crisi scatenata dalla pandemia di nuovo coronavirus.

La vicenda non va giù all’ex parlamentare reggiano Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del Partito popolare, poi colonna del Pd, che ha twittato: “Diciamo che è incomprensibile l’errore clamoroso di @BeppeSala @CarloCalenda @sbonaccini e altri di scrivere al popolo tedesco. Quando si dice la differenza fra i politici e gli statisti”.

Questa mattina ha risposto all’onorevole Castagnetti il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini: “Caro Pierluigi non mi considero certo uno statista, mi basterebbe essere un buon amministratore e serio politico. Dopo due anni di sconfitte per il csx, in dieci regioni su dieci, in ER abbiamo vinto. Chissà che un po’ di merito non l’abbia avuto anche io. Buon lavoro, con stima”.

La lettera ai tedeschi. Un gruppo di amministratori ed esponenti politici italiani, tanto di centro destra che di centro sinistra, ha comprato un annuncio a tutta pagina sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) per spronare la Germania a mostrare una maggiore solidarietà di fronte alla crisi scatenata dalla pandemia di nuovo coronavirus.

“È una sfida che riguarda la sopravvivenza dell’Ue”, si legge nel manifesto. “E se l’Ue non prova che esiste ora, cesserà di esistere”. Oltre che dall’ispiratore dell’iniziativa, l’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, il manifesto è stato firmato da governatori del nord Italia e da sindaci dei luoghi piu’ colpiti dalla pandemia. Tra i firmatari, oltre a Calenda, Beppe Sala, Giorgio Gori, Stefano Bonacini, Giovanni Toti. È un’iniziativa, spiega Calenda su Twitter, presa “per parlare ai tedeschi perché ricordino come dovrebbe comportarsi un grande Paese durante un’emergenza”.

“Nove Stati europei, tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio -si legge ancora nell’appello – hanno proposto l’emissione di eurobond per far fronte alla crisi. Non si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi ma di dotare l’Unione europea di risorse sufficienti per un grande ‘rescue plan’ europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee”.


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