“Premio Serra – Campi Flegrei” alla vocazione teatrale. I vincitori sono Maria Teresa Coraci e Venanzio Amoroso. Menzione speciale per Angela Dionisia Severino
Sono Maria Teresa Coraci con il testo “Por Marielle”, dedicato all’attivista brasiliana Marielle Franco, nella sezione autori e Venanzio Amoroso con il monologo “Il bicchiere della staffa” di Harold Pinter, per quella attori, i vincitori della seconda edizione del “Premio Serra – Campi Flegrei” alla vocazione teatrale nella disciplina del monologo. Menzione speciale per Angela Dionisia Severino autrice e interprete del ‘cunto’ metropolitano “Alice nel Paese delle saettelle (cunto fetuso di scesa e risagliuta)”.
La manifestazione finale si è svolta lunedì 3 ottobre presso la sede dello spazio teatrale di Fuorigrotta in Via Diocleziano 316 (adiacente l’Osservatorio Vesuviano). Promossa dai fondatori dello spazio Pietro Tammaro attore, formatore, acting coach e Mauro Palumbo, regista e drammaturgo per creare nell’area flegrea della città metropolitana una fucina di talenti valutati dalla Giuria Onoraria presieduta dall’attore Lello Serao e composta dalla scenografa teatrale Nina Competiello, dall’amministratore di compagnia Antonio de Maio, dalla storica dell’arte e docente Giovanna Manna e dalla giornalista Donatella Trotta. Trattenuto da cause di forza maggiore, ha inviato il suo indirizzo di saluto anche il regista ceco Petr Vaclav il cui ultimo film “Il Boemo”, dedicato alla figura del compositore Josef Mysliveček – maestro del suo tempo e fonte di ispirazione del giovanissimo Mozart – e che vede la partecipazione anche di Pietro Tammaro, è il candidato ufficiale della Repubblica Ceca agli Oscar come pellicola straniera: «cari Pietro e Mauro, è veramente un peccato. Mi sarebbe piaciuto tantissimo fare il giudice per questo famoso “Premio Serra-CampiFlegrei” ma non ce la faccio. Mi dispiace tantissimo perché avrei voluto tantissimo vedere questi attori e attrici monologanti e la bella Napoli, città che mi piace tantissimo».
Sette i finalisti che si sono sfidati a colpi di parole e gesti, provenienti da tutta Italia con una significativa presenza di diplomati e studenti delle maggiori scuole e accademie di recitazione del Paese e due ex-aequo in entrambe le categorie attrici/attori e autrici/autori. Insieme con i vincitori, hanno partecipato: Mattia Lauro interprete del testo “Ecuba” tratto dall’Amleto e Giulia Piscitelli che ha portato in scena “Anna” dal Sallinger di Bernard Marie Koltes nella categoria attori e Andrea Martina, col racconto “Dall’altra parte”, in quella autori. Finale doppia per Giovanni Onorato che ha declinato in chiave brillante il mito del Minotauro con il lavoro “Asterione. Se la mia esistenza fosse utile non sai cosa farei”. «Quest’anno il premio ha avuto una risonanza in tutta Italia e sono venuti attori e allievi attori da gran parte delle maggiori accademie italiane: dal Piccolo, dalla Silvio D’Amico, qualcuno dallo Stabile di Genova, qualcuno dal Teatro Mercadante e siamo molto contenti, proprio perché volevamo portare a Sud un premio per interpreti e autori senza limiti d’età, che permettesse a tutti, anche ad attori autodidatti, di partecipare». «Abbiamo scelto il meglio, tra i candidati alle audizioni, ma il prossimo anno pensiamo di chiudere il cerchio e aprire una sezione dedicata alla regia con, a concorso, una scena che allegheremo al nuovo bando disponibile da gennaio 2023» spiega Mauro Palumbo che ringrazia i “complici” della Giuria Selettiva della quale hanno fatto parte: Enrico Basile, Pino Carbone, Conni Celotto, Andrea De Gozueta, Fabiana Fazio, Nicola Guarino, Luisa Guarro, e Sarah Paone. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Napoli.
Entusiasti i vincitori: «Questo teatro è un piccolo gioiello, i cui ci sono tanto sacrificio e tanta voglia di non far morire il teatro» dice Maria Teresa Coraci siciliana di Calatafimi Segesta (Trapani) è un’attrice professionista. Ha studiato presso la scuola biennale del Teatro di Gibellina. Si è laureata in Filosofia e specializzazione in Scienze dell’Educazione, sulla soggettività e la scrittura femminile a Roma, dove ha vissuto per vent’anni prima di tornare in Sicilia «È un contesto che invita e invoglia a germogliare, non a caso si chiama Teatro Serra ed questo il principio che muove tutto e porta tutti quanti noi a vivere l’esperienza nel modo migliore» sottolinea Venanzio Amoroso, 33 anni, originario di Lauro, in provincia di Avellino, abita a Roma dove ha studiato presso l’Accademia Internazionale di Teatro, diretta da Silvia Marcotullio e dove ha fondato la compagnia itinerante “Controtempo”. «Il Premio del Teatro Serra, rappresenta un momento di verifica e di confronto sullo stato dell’arte della scrittura e della formazione attoriale. È stato molto interessante, per la qualità sia dei progetti di scrittura che per la formazione attoriale. Abbiamo trovato dei giovani strutturati e molto ben formati, a cui auguro di poter continuare la propria carriera mantenendo fede alle promesse viste stasera» commenta il presidente di Giuria, Lello Serao.
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