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Privacy nel mondo del lavoro: come è regolamentata

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In un mondo che vira sempre di più verso la digitalizzazione e la realtà virtuale, è importante riuscire a preservare la privacy di ciascun individuo. Infatti, a causa del maggior traffico di dati in rete e dell’impiego costantemente in diffusione di applicazioni e software, si va spesso incontro a casi di violazione della privacy. I cittadini lamentano la quantità eccessiva di attacchi hacker, i quali avvengono solitamente con l’elaborazione di pop-up inattesi, siti Internet fasulli e ingannevoli, link provenienti da fonti sconosciute, malware e così via. Anche nel mondo del lavoro si stanno prendendo delle contromisure adeguate, così da proteggere ogni impiegato in tutto e per tutto.

Parlando della regolamentazione della privacy nel mondo del lavoro è doveroso considerare la fattispecie del controllo dei dispositivi aziendali, un aspetto spesso affrontato dalle normative e dalle politiche aziendali. In determinate situazioni, le aziende hanno la facoltà di monitorare l’uso dei dispositivi forniti ai dipendenti, che possono essere computer e smartphone (non a caso nel sito endoacustica.com si fa cenno all’uso del cellulare spia nel contesto lavorativo), per garantire la sicurezza dei dati aziendali, il rispetto delle policy interne e la conformità alle normative. Ma, a tal proposito, è bene dare una definizione di privacy nel mondo del lavoro, indicando anche com’è regolamentata.

 

Privacy nel mondo del lavoro: cosa si intende? 

Quando ci si riferisce alla privacy nel mondo del lavoro, si indica quella raccolta di norme le quali regolano i confini tra l’andamento di un’azienda e la riservatezza del singolo lavoratore. Nella fattispecie, il datore di lavoro deve garantire dei diritti ai suoi dipendenti, così da tutelare non solo la loro salute, ma anche i confini della privacy. Ciascun impiegato può fare affidamento su dei limiti relativi alla diffusione in azienda delle rispettive informazioni personali; ad esempio, può non rivelare dettagli sulla vita privata, la sua religione, la sua ideologia politica e così via. Al contempo, è inevitabile che un datore di lavoro acceda a degli specifici dati personali, ma deve acquisire ogni dettaglio nel migliore dei modi, riservando un trattamento a dir poco esemplare.

Come è regolamentata la privacy nei luoghi di lavoro

 

L’acquisizione delle informazioni personali da parte di un’azienda, come specificato in precedenza, deve avvenire obbligatoriamente; ma ciò non toglie che i processi con cui un datore di lavoro lo fa devono essere rispettosi e corretti nei confronti dei dipendenti. Infatti, l’impiegato accetta il trattamento dei suoi dati prima di firmare un qualunque contratto, dichiarando ciascuno di essi nell’informativa condivisa.

Quest’ultima è il documento che regola la privacy nel mondo del lavoro, grazie alla quale le generalità e i dati demografici utili per la registrazione del dipendente vengono messi per iscritto. Come avviene la compilazione dell’informativa condivisa? Innanzitutto tramite il consenso esplicito manifestato dall’impiegato assunto, e nei modi concordati con il datore di lavoro. A essere condivise, dunque, sono le informazioni relative ai principi di necessità, di sicurezza e di trasparenza, e se il datore di lavoro acquisisce qualunque altro dato al di fuori di ciò è da considerare un atto illecito.

 

La sorveglianza

 

Un fattore spesso protagonista di dibattiti è quello relativo alla sorveglianza nei luoghi di lavoro. Si specifica, dunque, che la registrazione con telecamere è consentita soltanto a fronte di determinate esigenze, le quali vanno dalla sicurezza degli impiegati fino alla tutela del patrimonio aziendale. Alla luce di quanto descritto, è evidente che – per esempio – in spazi come magazzini e depositi sia obbligatorio organizzare un adatto sistema di videosorveglianza, altrimenti potrebbero nascere problematiche piuttosto gravi.

Ciò non toglie che un datore di lavoro deve sempre informare in anticipo i suoi dipendenti, i quali devono essere perciò consapevoli di venire ripresi durante l’esercizio. Si firma appositamente l’informativa, documento che deve però essere presentato prima dell’installazione delle telecamere. Le immagini acquisite devono essere poi utilizzate soltanto in casi specifici, come quando si ha un dubbio su una situazione illecita.


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