Problema sbarchi, una vera emergenza
Finalmente il Premier Giuseppe Conte parla di una linea più dura verso gli sbarchi irregolari “Non tolleriamo ingressi irregolari. Siamo inflessibili”.
E Di Maio “Servono serietà e massimo impegno. Il governo è compatto e sta lavorando per fronteggiare il fenomeno migratorio. Con il ministero dell’Interno stiamo analizzando ogni dettaglio.
Abbiamo le idee chiare, non servono slogan o urla, ma bisogna agire con determinazione.
Per questo stiamo già lavorando a un piano specifico che prevede:
– Fermare le partenze dal Paese d’origine;
– Nuovo accordo di cooperazione migratoria: sequestrare e mettere fuori uso i gommoni;
– Rimpatri più veloci, anche via nave e non solo in aereo;
– Riattivare la redistribuzione dei migranti in tutta Europa;
– Fermare i fondi per la cooperazione se non c’è collaborazione con l’Italia.
Ci sono delle regole in Italia che vanno rispettate. Anche l’Europa deve rispondere concretamente.
Non c’è tempo da perdere”.
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere. E tanto.
Questo, dopo aver votato per il processo al loro ex alleato di Governo, Matteo Salvini.
Volendo essere precisi, inoltre, Di Maio ha parlato di blocco navale, da sempre proposto da Fratelli d’Italia e che ha permesso alla sinistra e ai 5stelle di bollare la Meloni come razzista.
Una linea dura, ma giusta, è stata sempre proposta da tutto il centro destra.
Carfagna, Forza Italia “Sappiamo che l’immigrazione è un fenomeno duraturo e non può essere affrontato con una logica emergenziale, ma adesso ci troviamo in una condizione eccezionale. Il governo non può invocare l’allarme sanitario per chiedere più poteri e poi non esercitarli anche per impedire che ingressi incontrollati provochino una nuova impennata dei contagi. Abbiamo chiuso per mesi i confini, perfino ai nostri connazionali residenti all’estero, non lasciamo che oggi si trasformino in un colabrodo. Sono sempre stata a favore di una linea che coniughi umanità e rigore. Per questo continuo a credere che una soluzione può essere trovata solo siglando accordi seri e vincolanti con i Paesi di origine e di transito, affrontando la questione in maniera unitaria e solidale in Europa e investendo nella cooperazione internazionale. Le persone che si trovano in mare devono essere salvate, su questo non c’è alcun dubbio. Ma dobbiamo impedire in origine a quelle persone di partire, bisogna bloccare tutte le rotte, da quella balcanica a quella libica, fino a quella tunisina recentemente tornata a riaprirsi. È una questione di sicurezza nazionale e sanitaria. Non possiamo rischiare che i contagi riprendano incontrollati, che ai cittadini vengano nuovamente negati diritti fondamentali e che il sistema economico collassi definitivamente”.
Licia Ronzulli, sempre Forza Italia “IL GOVERNO BERLUSCONI AVEVA AZZERATO GLI SBARCHI
I barconi che continuano ad arrivare sulle nostre coste partono anche da quella Libia che pochi giorni fa ci ha dato un sonoro ceffone, proibendo lo sbarco a un nostro contingente militare che e’ dovuto rientrare in Italia. Siamo dinanzi a un evidente problema di credibilità e autorevolezza dell’attuale Governo italiano, perché i rapporti tra i due paesi non sono stati sempre così.
Evidentemente anche la Libia percepisce l’esecutivo come debole. Con il governo Berlusconi la partenza dei clandestini dalle coste libiche si era fermata e questo evidenzia come la politica estera e quella migratoria non possono essere improvvisate. Serve una strategia, una visione di lungo periodo che solo un esecutivo forte e autorevole può imprimere, altrimenti continueremo ad assistere all’invasione delle nostre coste come sta accadendo ormai da mesi”.
Ma di cosa parliamo? Facciamo un passo indietro, a quando la Sinistra non ammetteva sbarchi dall’Albania. Ci furono dei morti.
Ricordiamo l’innovazione introdotta dal Governo D’Alema in politica estera. Come dimenticare che proprio sotto la presidenza del primo esponente post – comunista asceso al potere in Italia si è avuta la partecipazione italiana alla prima operazione bellica mai promossa dalla Nato?
Come vedete nella politica italiana non è importante cosa si fa, bensì chi lo fa.
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