Prorogano fino al 9 marzo 2025 le mostre alla Galleria d’Arte Moderna: «La poesia ti guarda». Omaggio al Gruppo 70 (1963-2023) e L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano
Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma vengono prorogate fino al 9 marzo 2025 le due mostre attualmente in corso: «La poesia ti guarda». Omaggio al Gruppo 70 (1963-2023), dedicata ai sessant’anni dalla nascita di uno dei sodalizi artistici più interessanti sorti nel contesto delle neoavanguardie e delle ricerche verbo-visuali italiane, e L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano, esposizione che si concentra su una delle stagioni più originali della cultura artistica italiana della prima metà del XX secolo, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi attivi principalmente a Roma, Milano e Torino.
«La poesia ti guarda». Omaggio al Gruppo 70 (1963-2023)
Il percorso espositivo si concentra sulle opere degli anni Sessanta e Settanta, con un particolare richiamo al periodo 1963-1968, in cui si collocano i due convegni “fondativi” Arte e comunicazione (Firenze, Forte del Belvedere, 24-26 maggio 1963) e Arte e tecnologia (Firenze, Forte del Belvedere, 27-29 giugno 1964), fondamentali per comprendere il retroterra teorico del gruppo e l’intenzione – elaborata ad ampio spettro da semiologi, sociologi, scrittori, musicisti e artisti – di immettere l’arte nel più ampio territorio della comunicazione, in un confronto diretto con la modernità. Attraverso una selezione di opere verbo-visuali dei due fondatori Eugenio Miccini (1925-2007) e Lamberto Pignotti (1926) – alcune opere del quale provengono dalla collezione della Galleria d’Arte Moderna – di Ketty La Rocca (1938-1976), Lucia Marcucci (1933), Luciano Ori (1928 – 2007) e inoltre di Roberto Malquori (1929) e Michele Perfetti (1931-2013), la mostra illustra le scelte poetiche ed estetiche e le modalità espressive degli artisti, con particolare riferimento alle tecniche predilette dal Gruppo come il collage, il décollage, il fotomontaggio.
Le opere, per lo più inedite e/o poco conosciute al grande pubblico, provengono dalla collezione della Galleria d’Arte Moderna, dall’Archivio Carlo Palli di Prato, tra le principali raccolte italiane di poesia visiva, dal MART di Rovereto, dall’Archivio Lamberto Pignotti di Roma, dalla Fondazione Bonotto di Colceresa (VI) e da altre prestigiose collezioni private. Accompagnano il percorso espositivo poesie sonore e cinepoesie, libri d’artista e documenti che illustrano in vario modo le premesse teoriche, le ragioni poetiche e gli esiti espressivi del Gruppo 70.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con l’Archivio Carlo Palli di Prato, l’Archivio Lamberto Pignotti di Roma e la Fondazione Bonotto di Molvena (VI). Organizzazione di Zètema Progetto Cultura. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da De Luca Editori d’Arte, con contributi critici di Daniela Vasta, Patrizio Peterlini e Lucilla Saccà, un’intervista inedita a Lamberto Pignotti, apparati bio-bibliografici a cura di Elena Rosica.
L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano
La mostra riflette su alcune delle più importanti personalità che, in percorsi individuali o in seno a gruppi codificati, hanno declinato nell’Italia degli anni Venti-Quaranta la proposta di un linguaggio spiccatamente antiaccademico, incentrato sulla trascrizione del dato soggettivo interiore, un colore antinaturalistico e ribelle, un’idea di forma deviante rispetto al canone “classico” di bellezza. Per questi artisti non è importante la rappresentazione asettica delle cose, la mera “trascrizione” del dato percepito dai sensi, ma piuttosto l’esternazione delle proprie visioni interiori, l’”interpretazione” di quel dato che si tramuta in sguardo inquieto, visioni allucinate e oniriche, forme deformanti e colori ribelli, aggressivi e spregiudicati.
Grazie al dialogo fra la collezione della Galleria d’Arte Moderna, le opere provenienti da altre collezioni capitoline (Musei di Villa Torlonia, Casa Museo Alberto Moravia) e le opere provenienti dalla prestigiosa Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano, mai esposta nella Capitale, si può ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi che hanno avuto come centro d’azione le città di Roma, Milano e Torino. Sono presenti anche le due più recenti acquisizioni della Collezione Giuseppe Iannaccone e cioè gli oli su tela, entrambi del 1929, Nudo sdraiato di Gigi Chessa e Figura in blu (e vaso verde) di Francesco Menzio.
Il percorso espositivo inizia naturalmente da Roma, con la Scuola di via Cavour e alcune delle personalità che via via hanno definito variamente la “scuola romana” e le sue peculiarità tecniche e tematiche, non ultima quella del tonalismo. Si prosegue con alcuni dei protagonisti del gruppo dei Sei di Torino (1929-31), «una pattuglia giovane di anni e giovane di spirito» riunita attorno al carisma di Felice Casorati e alle personalità di Edoardo Persico e Lionello Venturi. Il percorso si conclude con il gruppo Corrente, giovani artisti coordinati da Edoardo Persico, protagonisti dal 1938, a Milano, di un vigoroso e appassionato espressionismo lirico.
Gli artisti in mostra: Afro, Arnaldo Badodi, Mirko Basaldella, Renato Birolli, Domenico Cantatore, Bruno Cassinari, Gigi Chessa, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Nino Franchina, Nicola Galante, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Francesco Menzio, Ennio Morlotti, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Aldo Salvadori, Aligi Sassu, Scipione (Gino Bonichi), Emilio Sobrero, Luigi Spazzapan, Filippo Tallone, Fiorenzo Tomea, Arturo Tosi, Ernesto Treccani, Italo Valenti, Emilio Vedova, Alberto Ziveri.
Il progetto espositivo è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano. A cura di Arianna Angelelli, Daniele Fenaroli e Daniela Vasta. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Con il contributo tecnico di Open Care – Servizi per l’Arte.
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