Prosegue la preparazione in Turchia. Prime amichevoli e prime indicazioni per Spalletti
di Luca Muratgia.
Il Napoli prosegue, da più di dieci giorni ormai, il ritiro in in Turchia, ad Antalya, in un centro sportivo all’avanguardia specializzato proprio in questo tipo di preparazioni. Spalletti a tal proposito è rimasto particolarmente impressionato, positivamente, della struttura e dell’efficienza dell’organizzazione dell’intero complesso.
Restano le incognite legate ad una sosta tanto lunga e sulle condizioni, atletiche e mentali con cui le squadre si presenteranno alla ripresa del campionato. In particolare, maggiori perplessità suscita l’impiego dei giocatori durante il mondiale in Qatar; se da un lato costoro potrebbero mantenere alto il livello di concentrazione e di competitività che potrebbe poi risultare vantaggioso alla ripresa del campionato, dall’altro una competizione tanto impegnativa come solo un mondiale può essere, sottrae energie enormi che potrebbero poi venire a mancare proprio quando tornerebbero gli impegni con le rispettive squadre di club.
Secondo il parere di Spalletti, ed è il parere che presumibilmente conta più di tutti, questa sosta ha rappresentato e rappresenta ad oggi, una manna dal cielo perché il Napoli stava correndo a mille all’ora e già nelle ultimissime partite si erano intravisti i primi segnali di cedimento dovuti ad una stanchezza tanto prevedibile quanto inevitabile; inoltre, stando sempre al parere del tecnico di Certaldo, questa sosta ha consentito di lavorare e di approfondire su particolari e dettagli sui quali durante il campionato, per i ritmi proibitivi che impone, risulta impossibile lavorare.
In questo clima, proprio durante la prima sosta interna al mondiale tra gli ottavi e i quarti di finale, il Napoli ha disputato la prima di una serie di amichevoli proprio contro l’Antalyaspor, squadra della città ospitante di questo ritiro invernale. I partenopei, presentatesi al Corendon Airlines Park Antalya Stadium con una improponibile maglia natalizia con tanto di renna stampata in pancia, hanno disputato una discreta partita, almeno nel primo tempo, cercando tra l’altro, di sperimentare moduli alternativi all’ormai consolidato 4-3-3, tentativo finalizzato alla possibilità di un impiego più continuo di Giacomo Raspadori, elemento ritenuto centrale nei progetti, presenti e futuri, dell’allenatore. Il 4-2-3-1 disegnato da Spalletti ha visto infatti il fantasista di Bentivoglio, proposto come sottopunta alle spalle di Osimhen, fornendo incoraggianti indicazioni in tal senso realizzando una gustosa doppietta decisiva ai fini del risultato. Inoltre, altro aspetto determinante, risulta il pieno recupero fisico di Kvicha Kvaratskhelia dopo le problematiche sottese alla lombalgia accusata nei mesi precedenti.
Infine c’è da considerare l’assenza dei calciatori impegnati per il mondiale che a breve risulteranno di nuovo tutti arruolabili essendo, le rispettive nazionali, tutte ormai eliminate la mondiale.
Al netto del risultato, 3-2 per gli azzurri, che assume un’importanza risibile come del resto tutti i risultati in partite amichevoli durante i periodi di preparazione precampionato, pare opportuno sottolineare alcuni aspetti proprio perché rappresentano una linea di continuità con il passato.
In primis la grande fluidità e pericolosità della manovra offensiva che offre sempre una imprevedibile varietà di soluzioni. In secondo luogo c’è da confermare la pericolosità eccessiva che gli azzurri lasciano agli avversari nelle loro trame offensive; la difesa partenopea pare sempre in sofferenza e ogni volta che una compagine avversaria si propone in avanti fornisce sempre la percezione di poter essere pericolosa. Spalletti del resto ha dichiarato, nella conferenza stampa post gara di essere “moderatamente soddisfatto” a testimonianza del fatto che anche lui ha intravisto aspetti migliorabili e problematiche che , proprio questa sosta fornirà l’opportunità di limare.
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