Putin era riconosciuto dall’Occidente come interlocutore, ora per Biden e UE è il nemico da annientare
La pace sembra proprio non entrare nelle teste e nei cuori di alcuni politici.
“A questo punto non ci sono più dubbi: l’amministrazione Biden, seguita fedelmente dai vertici Nato e Ue, non ha nessuna intenzione di porre fine alla guerra russo-ucraina, ma al contrario vuole aggravarla, prolungarla, estenderla il più possibile, cercando di approfittare di essa per destabilizzare il più possibile la Russia, per isolarla, e addirittura per cercare di rovesciare Putin. A qualsiasi costo, incurante di qualsiasi rischio. Avvalorando persino le tesi più prevenute secondo cui ha fatto di tutto per fomentarla.
La guerra poteva essere fermata sul nascere, e decine migliaia di vite ucraine e russe sarebbero state risparmiate, se a Washington chi di dovere avesse alzato un telefono per chiamare Mosca, chiedendo un cessate il fuoco immediato in cambio di un incontro al vertice e di garanzie chiare sulla sicurezza di entrambi i paesi coinvolti. Così accade tra grandi potenze, persino nemiche, in caso di una crisi tanto pericolosa.
Ma nessuno ha mai alzato quella cornetta, e ormai è chiaro che nessuno – almeno per ora chissà fino a quando – la alzerà. Putin, per decenni riconosciuto come interlocutore dall’Occidente, è stato fatto oggetto di una mostrificazione assoluta, senza appello: lo si definisce criminale di guerra, se ne invoca apertamente la riduzione a “paria”, gli si nega ogni via d’uscita, si cerca di stroncarlo economicamente – nonostante due terzi del mondo non si associno a questa campagna, e nonostante le conseguenze più pesanti di essa ricadano sui paesi europei alleati.
Se si affaccia qualche accenno di mediazione e trattativa, una potente macchina propagandistica mediatica rinfocola la narrazione che descrive i russi come nemico assoluto, additando al pubblico ludibrio ogni possibile compromesso, e facendo tornare in alto mare ogni tentativo di porre fine alla strage. Come è puntualmente avvenuto oggi, quando gli ucraini hanno alzato la posta delle loro condizioni, bloccando tutto il processo. La strategia della benzina sul fuoco continua, l’infezione si approfondisce e si espande.
Si rendono conto, gli entusiasti corifei della ‘delenda Mosca’ – quelli che fino all’anno scorso si avvolgevano nelle bandiere arcobaleno, quelli che fino a ieri ‘l’Italia ripudia la guerra’, i moralisti dogmatici e i neo-con scaduti che scambiano la Russia con uno stato-canaglia – di dove può portare, di dove sta portando questo piano inclinato? Delle lacerazioni profonde che resteranno, anche nel meno catastrofico dei casi, nel cuore del vecchio continente e nei rapporti tra Occidente e resto del mondo?
Davvero ‘quos Deus perdere vult dementat prius’.”
Eugenio Capozzi, storico
“Il Parlamento Europeo ha votato di bloccare immediatamente le forniture di gas ecc. dalla Russia E di riempire all’80% le riserve di gas per l’inverno.
Millenni di razionalità occidentale buttati nel cesso così.”
Vladimiro Giacché, filosofo e saggista
In effetti…
“Russia e Cina si sentono tradite da questo paesello perché la legislatura era cominciata con un governo estremamente amico. I Cinque Stelle erano ultra cinici e Salvini un russo ortodosso se mai ve ne fu uno.
Però il sistema dei crediti sociali e della scienza di Stato è il marchio del nuovo governo molto meno amico, ma votato dalle stesse forze più il PD, ossia gli antichi filosovietici.
In estrema sintesi, l’essenza delle cose spinge una società sempre più fondata sul culto dello Stato verso Oriente (Russia, Cina l’Italia si avvicina), ma il ricordo di cosa fu la prosperità occidentale e qualche pezzo di classe dirigente frenano la corsa verso le calde braccia di Putin. Molti sono stupiti da quanti russofili siano in TV tutte le sere, io mi stupisco di quanto pochi siano.”
Marco Bassani, storico
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