Quante versioni di roulette esistono?
Il mercato via mare ha avuto un ruolo determinante nella storia del gioco, ma non tutti lo sanno. Praticando alcuni giochi come passatempi, i marinai hanno finito involontariamente col favorirne la diffusione in più Paesi. Le varie popolazioni che venivano a mano a mano a conoscenza di quelle attrazioni ne hanno poi sviluppato delle versioni alternative, che differiscono da quelle originali anche solo per poche regole. Un esempio calzante in tal senso è rappresentato dal poker, ma anche la roulette ha ottenuto diverse incarnazioni nel corso dei secoli. D’altro canto, la roulette stessa è una variante dell’idea che era alla base della sua invenzione.
Quando Blaise Pascal studiò il moto perpetuo non era certo sua intenzione dare vita a un’attrazione da casinò, anche perché oltre un secolo dopo la sua morte la roulette iniziò ad acquisire la forma e l’aspetto che conosciamo attualmente. Benché ancora oggi permangano dei dubbi sulla creazione di questo gioco, si presume che lo stesso sia nato in Francia. La roulette classica si compone di un disco rotante la cui circonferenza indica 37 settori numerati, che vanno dallo 0 al 36. Il compito dei giocatori sta nel cercare di indovinare in quale di essi si fermerà un’apposita pallina d’avorio che viene lanciata di volta in volta dai croupier. Tutto qui: la roulette è un gioco ad estrazione, una sorta di lotteria, in cui la fortuna conta evidentemente molto più di qualsiasi abilità.
Se le caselle dei numeri dall’1 al 36 sono colorate alternativamente di rosso e di nero, quella dello 0 è invece verde. Non a caso lo 0 svolge funzioni diverse: le puntate sulle chance semplici possono essere bloccate e risbloccate se esce un numero corrispondente alla chance puntata prima, oppure essere divise direttamente con il banco. A prescindere dalla versione alla quale si sta giocando, il croupier deve rispettare delle determinate regole, lanciando la pallina in direzione contraria a quella di rotazione del disco, azionato in precedenza, partendo dal settore di appartenenza dell’ultimo numero fortunato. I giocatori si limitano quindi a variare le sequenze delle loro puntate cimentandosi in calcoli talvolta astrusi, come si può evincere ad esempio dalle caratteristiche del metodo Fibonacci applicato alla roulette. Non ci sono molte soluzioni per inficiare il risultato.
Secondo alcune fonti la prima roulette contava 38 numeri. Una volta che il gioco è finito in mano agli americani, per renderlo più difficile è stato quindi reinserito proprio un 38° numero. La versione a stelle e strisce del gioco presenta quindi il doppio 0, che si comporta proprio come lo 0, ma in questo caso le puntate non vengono bloccate o dimezzate, ma direttamente perse. Data le minori probabilità di successo offerte da questo tipo di roulette, molti casinò, compresi quelli digitali, decidono ancora oggi di proporre unicamente la versione americana.
Infine, ecco la roulette inglese, che si caratterizza per la presenza di un tappeto di gioco differente. In questa versione lo 0 comporta subito il dimezzamento delle puntate. Come la roulette americana, quella inglese richiede la presenza di un solo croupier. Curiosamente la versione francese, quella più comune, necessita invece di ben 3 addetti al tavolo verde. Ai giorni nostri questo gioco seguita a fare notizia anche perché gli scienziati continuano a interrogarsi sulle leggi fisiche che regolano la roulette. Nel complesso, però, in pochi si interessano alle sue origini e alla sua storia, per cui le informazioni sulle varie tipologie di roulette non sono tra le più chiacchierate nelle sale.
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