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Questo Lunedi in Albis al Santuario Madonna dell’Arco

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Maria Beneduce

Sant’Anastasia, 13 Aprile 2020 – Un Lunedì dell’Angelo che in tanti definisco surreale. Il Covid-19 è riuscito a bloccare la corsa di migliaia fujenti, battenti e pellegrini per concludersi ai piedi dell’immagine della Madonna dell’Arco, dove ringraziamenti e suppliche si susseguono sin dal 6 aprile 1450.

Apertura delle porte del santuario. Alle tre di questa notte, come annunciato, padre Alessio Romano, priore del santuario dedicato alla madonna dell’Arco, ha aperto le porte del santuario, mostrandosi unico rappresentante per fujenti, pellegrini e fedeli che in lui hanno riposto tutte le loro preghiere e per le quali lui ha intercesso ai piedi della Madre dell’Arco.  Accesa la lampada votiva, si è incamminato nella navata centrale verso l’altare della Santissima Vergine dell’Arco, e scalzo ha portato in dono i tre simboli di questa giornata: le fasce (simbolo dei fujenti) un cero (un dono dell’associazione locale) e i fiori poggiati su di un cuscino “Ti porto i simboli di questo pellegrinaggio Vergine S.S – dice padre Alessio Romano. Ci sono la fascia, azzurra e rossa, il cielo segno della loro preghiera che nasce dal cuore. Quella preghiera che è simbolo di affetto, devozione di ringraziamento. Ci sono i fiori, perché i figli ad una mamma portano i fiori, perché la mamma è una fiore bello che tutti noi possiamo guardare, ma soprattutto è bello sapere che tu, nostra madre guardi noi, fissi i tuoi occhi su di noi e maternamente ci fai sentire la tua presenza , la presenza forte e bella, una presenza che sostiene il cuore di ognuno di noi e per questo ti doniamo anche un cuore ( tra i simboli in dono una cuore in argento, lo stesso che fujenti e battenti son soliti donare alla Vergine come ex voto n.d.r) . Siamo spiritualmente tutti qui davanti a te, e per questo che tu come mamma ancora una volta saprai accogliere e guardare ognuno di noi, saprai benedirci come tu hai sempre fatto in questi secoli. Ti rivolgiamo la nostra preghiera – dice il priore Romano – perché tu l’accolga come il segno più bello del nostro amore e della nostra devozione. Sotto il tuo Arco potente per una nuova esperienza, profonda che sicuramente più di tutte toccherà e cambierà le nostre vite e ci insegnerà ad essere figli degni. Ascolta il nostro grido di dolore e dispiacere, sicuri che saprai darci gioia e consolazione, perché come ogni mamma, tu vuoi i tuoi figli felici. Proteggici!” Queste le parole di preghiera rivolte alla vergine, affinché le presenti a Dio per tutti, da padre Alessio Romano.

La Fede. Questo Lunedi in Albis, il tradizionale pellegrinaggio di fede con i suoi 500 anni di storia, ha mutato il suo corteo, ed ha trovato come altare ogni casa e famiglia, che hanno voluto rivolgere le proprie preghiere ascoltando nelle prime ore di questa mattina su Facebook la diretta dal Santuario della Mamma dell’Arco della funzione religiosa. Preghiere che si sono ‘celebrate’ nei modi più disparati, c’è stato chi ha cantato dal proprio balcone di casa un invocazione alla Santissima, sentendo echeggiare la sua voce per rioni e rioni,( lui si chiama Biagio Merone) coprendo il silenzio desolante, ma che ha reso il senso di comunità, prendendo il posto del rumore delle bancarelle, il trambusto di macchine, e riportando nella mente il fiume bianco di fujenti e battenti in marcia verso la Madonna.

La cronaca. Una zona, quella del Santuario di Madonna dell’Arco, presieduta da carabinieri e volontari di protezione civile, che sugli ingressi di via Arco, lato Napoli e lato paesi vesuviani, hanno creato un argine che nessuno ha cercato di violare. Il rispetto delle regole invocato nei giorni scorsi alle paranze di fujenti e pellegrini da padre Alessio Romano, è stato accolto, e nessuno ha creato disordini o presenza in strada. Questo giorno di fede è ritornato alla Vergine in tutta la sua totalità e purezza, distinto da preghiera, rispetto delle regole e del prossimo, dove devozione e silenzio sono stati compagni e complici di un pellegrinaggio di fede ‘virtuale’ ma intenso. “Abbiamo fatto una sola multa, ai nostri posti di blocco non è arrivato finora nessuno – dice il Comandante della PM, Pasquale Maione – e siamo in servizio da stanotte, abbiamo assistito all’apertura delle porte del Santuario alle tre, restato aperto per circa un quarto d’ora e gli accessi erano ben custoditi dalle Forze dell’Ordine, presenti i volontari della Protezione Civile e la nostra Polizia Municipale. Ad ogni accesso abbiamo sistemato i jersey.  Una sola multa e nessun battente si è presentato – sottolinea una nota del Comune – La notizia uscita circa la presenza di fujenti al Santuario è falsa, a meno che non sono stati fermati prima di Sant’Anastasia”.

Testimonianza di fede. A suggellare l’amore di tanti alla Madonna dell’Arco, sono tante testimonianze, come il canto simbolo di Sant’Anastasia di Biagio Merone, che prima che la sua paranza parta da via Roma verso il santuario, raccoglie la squadra intonando una preghiera alla madonna, e che quest’anno l’ha fatto dal balcone di casa sua e fatta ascoltare attraverso Facebook. A questa tante altre, come quella di Eugenio Di Marzo, giovane anastasiano che ha commissionato un quadro da una artista anastasiano, Giovanni Abete, che racconta cosi la sua fede: “ Oggi è un giorno particolare, un giorno molto significativo per me, un giorno triste…per 25 anni mi sono sempre vestito di bianco e messo le fasce per venire da te….purtroppo quest’anno è andata così, mi piange il cuore per non poterti venire a venerare, a chiederti perdono ed aiutare a tutte le persone che ne hanno bisogno. Nella mia vita ti ho pregato molte volte ed in più occasioni…ringraziando te ho superato due operazioni una del 2012 è una 2018 l’ultima è stata la prova che tu stavi vicino a me quando sono entrato in quella sala operatoria…ho rischiato di morire, ma la tua forza mi ha fatto rinascere…ringrazio ogni giorno di poter vivere, consapevole che nella vita la fede è l’amore conta più di ogni cosa. Mamma dell’Arco, grazie“.


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