22 Novembre 2024
Attualità

Rafah, Israele prende il controllo del valico: “Usato per scopi terroristici”

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(Adnkronos) – Le Forze di difesa israeliane hanno preso il controllo questa mattina del valico di Rafah dal lato di Gaza. Il valico, tra l'Egitto e il sud della Striscia, è quindi stato chiuso sul lato palestinese "per la presenza dei carri armati israeliani" e di conseguenza è stato interrotto l'arrivo di aiuti umanitari destinato alla popolazione.
Chiuso "per ragioni di sicurezza'' anche il valico di Kerem Shalom tra Israele e la Striscia di Gaza. "Verrà riaperto non appena le condizioni lo permetteranno", riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf).  Secondo quanto ha indicato alla Cnn una fonte vicina ai piani israeliani, quella condotta da Israele a Rafah è un'operazione "molto circoscritta" che ha lo scopo di mantenere la pressione su Hamas affinché accetti un accordo più favorevole a Tel Aviv. L'operazione non è infatti condotta su larga scala come minacciato pubblicamente dal governo israeliano da diverse settimane. Le Idf hanno riferito di aver avuto "informazioni di intelligence" sul fatto che "il valico di Rafah nella parte orientale veniva usato per scopi terroristic" e per questo hanno attaccato. Si è trattato di un'operazione ''di precisione'', si legge in una nota condivisa su Telegram, durante la quale sono stati uccisi circa 20 miliziani di Hamas e sono stati ''scoperti tre tunnel operativi''. Affermando che ''l'operazione continua'', le Idf hanno spiegato che "i residenti della zona orientale di Rafah sono stati incoraggiati a evacuare temporaneamente nell'area umanitaria ampliata di Al-Mawasi". Qui, spiegano, sono stati costruiti "ospedali da campo, tende ed è stata aumentata la disponibilità di acqua, cibo, aiuti e forniture mediche".  Sono intanto almeno 34.789 i palestinesi che sono stati uccisi dal 7 ottobre scorso. Lo ha reso noto il ministero della Sanità guidato da Hamas, aggiungendo che altri 78.204 palestinesi sono rimasti feriti. L'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, l'Unrwa, ha criticato la chiusura del valico di Rafah tra Egitto e la Striscia di Gaza. "La continua interruzione dell'ingresso di aiuti e forniture di carburante al valico di Rafah fermerà la risposta umanitaria verso la Striscia di Gaza'', si legge sull'account di X dell'Unrwa. ''La fame catastrofica che le persone si trovano ad affrontare dalle persone, soprattutto nel nord di Gaza, peggiorerà di molto se queste rotte di rifornimento verranno interrotte'', ha aggiunto. "Un'invasione di terra a Rafah sarebbe intollerabile per le sue devastanti conseguenze umanitarie e per il suo impatto destabilizzante nella regione". A ribadirlo il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres nel suo incontro al Palazzo di Vetro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rilanciando un appello "molto forte al governo israeliano ed alla leadership di Hamas perché compiano un passo in più per concretizzare un accordo che è assolutamente vitale. È un'opportunità che non può essere persa". Intanto una delegazione del Qatar sarà oggi al Cairo per la ripresa dei negoziati indiretti tra Israele e Hamaas sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Doha, esprimendo "la speranza che i colloqui culminino in un accordo su un cessate il fuoco immediato e permanente, uno scambio di ostaggi e detenuti e in flusso sostenibile di aiuti umanitari in tutte le aree della Striscia".  Hamas intende includere i corpi di alcuni ostaggi morti tra i 33 che intende liberare nella prima fase dell'accordo che prevede 42 giorni di tregua a Gaza, scrive il New York Times citando due fonti vicine ai colloqui. Hamas, secondo le fonti, avrebbe detto ai mediatori che non sono tutte vive le persone che saranno consegnate alle autorità israeliane. In base all'accordo, nella prima fase era prevista la liberazione di donne, bambini, anziani e malati in cambio di un numero significativo di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Israele aveva insistito perché la prima fase prevedesse il rilascio solo di ostaggi ancora in vita, abbassando a quaranta la richiesta. Si ritiene che siano ancora 132 le persone trattenute nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, non tutte ancora in vita.  —internazionale/[email protected] (Web Info)


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