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Recensione – ‘Il cielo sopra Napoli’, Marco Iannaccone affida ai protagonisti del suo libro, l’inno alla libertà

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È un libro che si fa viaggio nel viaggio, che incontra vissuti su vissuti e svela nella sua sfera di cristallo, tutti i retroscena dei suoi protagonisti. ‘Il cielo sopra Napoli’, terzo lavoro di scrittura di Marco Iannaccone, in arte Scarlet Lovejoy, rappresenta la summa del vissuto di giovani ed adulti, raccontato tra gli scorci di Napoli, con consapevolezza e leggerezza insieme. Prerogativa questa, di ogni libro di Iannacone, che qui raggiunge la sua maturità con una scrittura più nitida, autentica, ilare e naturale.

Con Luna si inaugura la fitta galleria di protagonisti che hanno in toto la loro autonomia. Per questo non esiste tempo nella dinamica del racconto ed in ogni capitolo, si toccano tempi importanti senza tramutarli in dramma. Luna, ad esempio, si auto analizza nel resoconto dei suoi rapporti sentimentali; nel passaggio relazionale da Aldo ad Achille; Irma è una giovane studentessa universitaria che non vede l’ora di diventare autonoma e liberarsi dalle manie genitoriali. Attraverso la sua storia e la metafora della mela verde, affronta il tema del bullismo e della paura, citando in modo esemplificativo Marylin Monroe, Martin Luther King, Anna Frank e Paolo Borsellino, piuttosto che Primo Levi e Martin Niemoller, che idealmente intervengono in un dialogo con la protagonista del capitolo. Con questo espediente Iannaccone ci avvicina agli spiriti nobili della nostra storia; ce li rende familiari in modo non cattedratico. Il linguaggio della quotidianità, scandita con i suoi ritmi, le sue assurdità, ha lo scopo di rendere co-protagonista del narrato, il lettore stesso, che di capitolo in capitolo, sente di aver vissuto qualche stessa vicenda. Se Irma ha 23 anni, Samuel ne ha 25 e contribuisce a tracciare l’immagine del mondo giovanile in relazione a quello degli adulti. La sua storia è accompagnata dal ritmo delle canzoni presenti nel capitolo di riferimento e spiega come le note possano cullare tutti i pensieri di una vita, dando alle relazioni e alle percezioni ad esse annesse, il giusto peso. Prerogativa che lo avvicina a Loris, personaggio del sesto capitolo che fa del canto e della costanza nello studio, una ragione di vita.

Marco Iannaccone ha dunque un altro merito, con questo suo fare: avvicina all’arte e alle sue manifestazioni, giovani ed adulti, perchè la lettura del suo libro è trasversale e, attraverso i brevi resoconti sui personaggi, è codificabile da ogni età. Isadora infatti, ci fornisce il pretesto per collegarci al mondo della danza. E’ una madre che si interroga sul rapporto costruito con il figlio Oscar, descritto fin dalla prima infanzia, per poi arrivare all’età adulta. In lei si leggono i dubbi di ogni madre che agisce e non sa se lo sta facendo bene o male. Maga Roxy invece, è la 45enne dedita ad ascoltare i problemi degli altri ogni giorno, trovando consolazione e reazione ad essi, nella splendida visione di Marechiaro. In un volo sperimentale poi, vede la fuga da tutti i suoi spasmi, anche quelli economici. Analogamente anche la 18enne Morgana, ragazza ‘dark’, desidera andar via da Napoli a causa della nomea di ‘gatta nera’ attribuitale. Si tocca qui il tema della scaramanzia, del pregiudizio che soffoca e sfocia nelle lacrime. Mentre Tancredi, nell’ottavo capitolo, insegue il senso di libertà nel partecipare al volo intercontinentale con i pannelli solari. L’evento eccezionale, come per gli altri personaggi, è la strada della ribellione perpetrata attraverso la fuga, che anche quando è attraversata dall’ignoto, resta pur sempre un’alternativa perseguibile. Paradossale se si pensa all’hostess Eva che ha paura di volare e nel nono capitolo sale sul volo eccezionale per far fronte alle eccessive spese economiche sostenute. E’ lei la cornice che dona l’abbraccio conclusivo a tutti gli altri soggetti del libro, che intenti a volare, dovranno fare i conti con un grande imprevisto. Tra dubbi, incertezze e speranze, ciascuno resetta davanti a tale condizione, le sue priorità e Iannaccone lascia il suo insegnamento più grande: “Più in alto dell’uomo che corre, c’è l’uomo che vola”, tanto che la libertà, cui inneggia questo scritto, resta il desiderio più puro e comune che ciascuno deve inseguire, in ogni momento della sua esistenza…perchè in fondo, non esiste età per spiccare il volo!

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.