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Referendum taglio dei parlamentari | Data | Quorum | Risparmio annuale di appena 1,35 euro a cittadino

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Il 29 marzo 2020 si vota per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Si tratta di un referendum confermativo della legge che taglia 345 parlamentari modificando gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.“

 

Perché si vota – Il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari si tiene poiché la proposta di legge di modifica della Costituzione nelle quattro letture parlamentari conformi non ha ottenuto la maggioranza qualificata necessaria per blindare il testo. L’Ufficio centrale per il referendum della Suprema Corte ha dichiarato conforme all’art. 138 della Costituzione la richiesta di referendum confermativo firmato da 71 senatori.

 

Cosa dice la Riforma Fraccaro – La cosiddetta “riforma Fraccaro”, dal nome dal sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, taglia 345 poltrone in Parlamento. Se il referendum confermasse la legge approvata dalla prossima legislatura vi saranno 115 Senatori in meno e 230 Deputati in meno. La legge infatti cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei Deputati sia al Senato:

si passerà da 1 deputato ogni 96.006 abitanti a 1 deputato ogni 151.210 abitanti.
si passerà da 1 senatore ogni 188.424 abitanti a 1 senatore ogni 302.420 abitanti
Se il referendum confermasse il taglio dei parlamentari il nuovo Parlamento sarà composto 200 Senatori e 400 Deputati.

 

Il quorum – Con il referendum confermativo della legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari si chiede agli italiani se confermare o meno una legge di riforma costituzionale già approvata dal Parlamento.

Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo.

 

Perché votare sì – A votare sì alla riforma costituzionale, fortemente voluta dal Movimento 5 stelle, sono state sia le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) che le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), anche se con alcuni distinguo personali al loro interno.

La principale tesi a ragione del taglio del numero dei parlamentari è lo stimato risparmio di 100 milioni di euro lordi all’anno.

Attualmente con 951 eletti (considerati anche i senatori a vita) l’Italia è il secondo Paese dell’Unione Europea con il maggior numero di parlamentari. Tuttavia l’incidenza degli eletti in rapporto alla popolazione è in realtà tra le più basse d’Europa.

Se dalle urne referendarie dovesse uscire un voto favorevole al taglio dei parlamentari la legge avrebbe definitiva attuazione e dopo la riforma l’Italia avrebbe invece un’incidenza dello 0,7 ogni 100.000 abitanti conquistando il “primato” di questa speciale classifica.

Tuttavia non sarà immediatamente in vigore: sarà necessario ridisegnare i collegi elettorali e modificare le norme che regolano l’elezione del presidente della Repubblica, e poi sciogliere le Camere per indire nuove elezioni.

 

Perché votare no – Uniche forze del Parlamento contrarie al taglio sono state +Europa (3 deputati) e Noi con l’Italia (4 deputati guidati da Maurizio Lupi).

La principale tesi contraria al taglio del parlamentari vede molti giuristi anteporre l’importanza del mantenimento della rappresentatività popolare a fronte di un risparmio giudicato poco rilevante rispetto alla totalità della spesa pubblica.

Promotore del referendum contro il taglio del numero dei parlamentari è stato il vicepresidente della Fondazione Einaudi, Davide Giacalone che bolla come demagogica la riduzione dei parlamentari: “Per un minimo il taglio dei costi, si taglia la rappresentatività.”

Al momento il rapporto tra parlamentari eletti e abitanti in Italia è di 1 eletto ogni 64mila persone, con la prevista riforma il rapporto salirebbe ad un eletto ogni 101mila persone. A solo titolo di confronto la Germania ha un rappresentante ogni 116.855 cittadini.

Quanto alla questione dei conti: il taglio dei parlamentari produrrebbe un risparmio annuo pari ad appena 3,12 euro a famiglia, ossia 1,35 euro a cittadino.


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