Regionali Campania 2020, intervista a Giordana Mobilio capolista Pd
Capolista. Non le tremano le gambe? Sento sicuramente una grande responsabilità, perché, diversamente dalle ultime tornate elettorali, la scelta del nome del capolista è stata condivisa a più livelli, ed ha un significato di unità del partito e di apertura al mondo delle professioni, in un’ottica di coinvolgimento reale e non soltanto simbolico. Il percorso che ha portato al mio nome parte da lontano, dalla decisione del segretario provinciale Marco Sarracino di aprire i tavoli della Conferenza Programmatica alla società civile. Poi, sono una donna che ha sempre lavorato, che affronta i problemi reali della vita di tante persone della mia generazione, e sono di Pozzuoli, una città dove la buona amministrazione capeggiata da Vincenzo Figliolia ha portato il Partito Democratico ad avere un consenso altissimo, grazie al lavoro dell’amministrazione e all’unità della classe dirigente puteolana. Insomma, il mio nome è al servizio di un progetto, condiviso e di qualità.
Da dove cominciamo? Mi parli del Pd Il Partito Democratico è l’unico partito che io abbia mai votato e nel quale mi sia mai riconosciuta. Perché è indubbiamente l’unico nel quale ancora si sente la base ideologica, vicina ai problemi reali delle persone. E’ un partito in cui si dibatte, all’interno del quale convivono anime e orientamenti diversi e che sopravvive ai personalismi. Ho incontrato tantissime persone, di tutte le età, iscritte ai circoli, che lottano da anni per rendere davvero il mondo migliore, con fortune alterne, ma sempre con grande passione. Il Partito Democratico è davvero l’unica alternativa valida al populismo dilagante e al movimentismo sterile.
Ricorda Moretti? Quanta sinistra c’è nel suo programma? Io sono una donna di sinistra che è nata in una famiglia di sinistra. Mio nonno ha fondato il PCI di Fuorigrotta, mio zio è stato presidente della circoscrizione di Fuorigrotta con il Partito dei Comunisti Italiani, mio padre ha fatto il sindaco a Pozzuoli con il PDS, e oggi ci sono io candidata con il PD. Sono una donna, sono stata precaria, sono separata. Sono naturalmente portata a far emergere le istanze delle fasce deboli, dei precari e dei lavoratori, con la consapevolezza che senza crescita economica non ci può essere benessere per nessuno. La crescita però deve essere intelligente (cioè innovativa e basata su una reale analisi dei bisogni), sostenibile (cioè economicamente efficace e green) e inclusiva (cioè ad alto tasso di occupazione).
Mi faccia una sintesi di tre punti del programma Facciamo 4... Sviluppo: valorizzazione dei sistemi di sviluppo locali, nel rispetto delle diverse vocazioni territoriali, dal turismo al cinema, dall’industria all’agricoltura, dal termalismo alla geotermia, con un’attenzione particolare alla sburocratizzazione della PA e ad una digitalizzazione diffusa, per le aziende e per i privati cittadini, attraverso investimenti pubblici e attrazione degli investimenti privati. Un grande sostegno verrà dalla nuova programmazione dei Fondi Strutturali 2021-2027, dai fondi aggiuntivi del Recovery Fund e dalle misure di sostegno al Mezzogiorno previste dal Decreto Agosto. I soldi ci sono, dobbiamo spenderli presto e bene. Formazione e Lavoro: la formazione deve necessariamente essere collegata alle politiche del lavoro e ai sistemi di sviluppo locale, incentivando la formazione di figure professionali che possano trovare uno sbocco lavorativo immediato e stabile, in base alle richieste del mercato del lavoro. Politiche Sociali: dal 2016 ad oggi, la spesa sociale pro-capite, cioè i fondi che le Regioni destinano ai servizi sociali per i cittadini (asili nido, servizi per i diversamente abili, e così via) in Regione Campania, è stata portata da 49 a 52 euro per abitante. In Trentino Alto Adige è di 423 euro. Va sicuramente aumentata, per garantire ai cittadini più servizi pubblici, controllati e di qualità. Ambiente: due cose, semplici e dirette, da fare subito: mare pulito e lotta ai roghi nella terra dei fuochi.
Torniamo sul Lavoro. Insieme all’ambiente sembra essere la sfida più difficile in Campania… Mi ricordo quando Berlusconi “scese in campo” annientando il dibattito politico con la famosa promessa del “milione di posti di lavoro”. Che fine hanno fatto, oggi, quei posti di lavoro? Il lavoro è la conseguenza di un sistema socio economico sano e attivo. Sono processi lunghi, ma la strada intrapresa dal presidente De Luca è quella giusta. Dobbiamo lavorare per favorire lo sviluppo sostenibile dei nostri territori. Nel frattempo, dobbiamo conservare le misure di contrasto alla povertà e gli ammortizzatori sociali esistenti, favorendo la formazione per l’inserimento lavorativo dei giovani e per la riconversione dei lavoratori a rischio licenziamento.
Cosa ha in mente per la Città Metropolitana? Accolgo e faccio mio l’invito emerso chiaramente dai lavori della Conferenza Programmatica del PD Napoli. Lo sviluppo della Città Metropolitana di Napoli non può essere una semplice somma di progetti slegati e indipendenti, ma va pensato e realizzato un programma di sviluppo basato su un approccio strategico territoriale, che tenga conto delle diverse vocazioni, creando connessioni e armonie.
Cosa farà il 22 settembre? Spegnerò il telefono e porterò mio figlio al mare. Comunque vada, dal 23 ricomincia la battaglia.