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Regionali in Campania e i vecchi della DC

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Anna Tortora

“Il problema del pericolo comunista esplose in Italia, subito dopo la guerra mondiale. La chiesa era rimasta nel Paese la maggiore forza morale sopravvissuta al fascismo.

Cosciente di essere per la maggior parte degli italiani un punto sicuro di riferimento, essa non esitò a impegnarsi in un’azione di ‘supplenza politica’.

Non si deve dimenticare, infatti, che in Italia allora c’era il partito comunista più forte d’Occidente, legato a filo doppio con l’Unione Sovietica.

Di fronte a questa emergenza, la chiesa impose a tutti i cattolici di votare per il partito di ispirazione cristiana, la DC. Nacque così il blocco cattolico difensivo sostenuto da Pio XII, dai vescovi, dal clero, dall’Associazione cattolica…” Bartolomeo Sorge.

Un breve ma chiaro pezzo di padre Sorge che descrive la nascita della democrazia cristiana.

Il maggior errore, però, è stato aver prolungato questa supplenza. Non si volle prendere atto che già negli anni ’70, la DC poteva scomparire.
La caduta del muro di Berlino ha, secondo me, semplicemente eliminato il velo calato su una realtà che non aveva più consistenza politica perché minata dall’interno.
A considerare la realtà politica come oggi si presenta in Campania, sembra sia stata scelta l’opzione del minimo ritocco, perché ritenuta fosse compatibile con la presenza necessaria sul campo in occasione della prossima competizione elettorale: ed ecco Mastella, De Mita e Pomicino.
Ci troviamo in un anacronismo regionale diverso alla tendenza del Paese che mosta una insofferenza verso il governo Conte.
È strano vedere dei democristiani appoggiare De Luca che viene dal Pci.
Vero anche che la DC sembrava un corpo disfatto che liberò potenzialità prima bloccate in correnti con strutture di piccoli partiti.
Ma sorge spontanea una domanda, come possono dei vecchi animali da politica come loro, non capire gli orientamenti dei cittadini?
Forse o molto probabilmente c’è differenza tra l’insofferenza verso il governo giallorosso e l’amore dei campani per De Luca.
Di contro c’è Pietro Funaro, democristiano DOC, anzi lui rafforza, con il garbo che lo caratterizza, e mi dice “Io sono nato democristiano e morirò democristiano”.
Funaro si è candidato con il suo partito, l’Udc, in sostegno a Caldoro.
Da vero democristiano ha riposto la speranza, già da tempo, nel soggetto politico Udc, che ha importato i valori e le esperienze della cara vecchia DC.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.