Renzi e il campo larghissimo: “Meglio ala moderata, che inseguire un ipotetico terzo polo”
(Adnkronos) – "Piaccia o non piaccia il bipolarismo che io volevo rimettere in discussione, non si rimette in discussione, cioè alle prossime elezioni o votate la destra o votate la sinistra. E' così, siccome bisogna scegliere, preferisco andare a fare l'ala moderata del centrosinistra che non stare a inseguire un ipotetico terzo polo, che purtroppo per responsabilità varie a cominciare da Calenda non c'è più". Lo ha detto Matteo Renzi, intervistato a tutto campo ieri sera, a Ponza, per la seconda serata di Ponza D'Autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, confermando l'ipotesi del campo larghissimo, lanciata nelle scorse ore. L'ex premier spiega: "Vado avanti su una scelta politica, io sono un professionista della politica. Ma capisco che questa cosa non piaccia, in politica piacciono quelli simpatici e non i professionisti". "Io sono uno che pensa che per far politica bisogna avere studiato, fatto gavetta, preso i voti in consiglio provinciale, preso i voti al comune, preso i voti in tante elezioni, per fare politica, secondo me, serve questo. Però c'è anche chi dice che per far politica questa roba non serve più, si prende l'ultimo arrivato e si mette a far politica, è legittimo. Io lo so cosa vuol dire fare i conti con un bilancio di un comune, con il bilancio di una provincia, con il bilancio di uno Stato e penso che serva questa cosa qui. Però mi rendo conto di non essere maggioranza su questo. A molti piacciono quelli simpatici". "Io ho il coraggio di dire quello che penso, e lo faccio con una tale libertà che è del tutto legittimo che le persone possano non avere la stessa opinione che io. Quando lei mi dice che ho coraggio dice la cosa più bella. Cor habeo, ho un cuore e quindi ho coraggio", conclude il leader di Italia Viva. “La politica estera è sempre stata il collante per far nascere i Governi. Oggi la politica estera divide trasversalmente soprattutto il centrodestra: Salvini da una parte, Tajani dall’altra e Meloni che deve scegliere dove posizionarsi tra coerenza e pragmatismo”. Di fronte a questo quadro “potrebbe accadere, e qui sarebbe interessante capire se c’è o non c’è un intervento dall’esterno, che qualcuno a destra crei un partito contro la coalizione di centrodestra, ad esempio Vannacci, e quindi che la destra, che è andata unita alle politiche del 2022, potrebbe andare divisa a quelle del 2027, o 2026”, ha detto ancora Renzi. “Meloni è entrata nella fase della discesa: ha sbagliato il posizionamento sull’Europa ed è rimasta sola, senza alleati, scegliendo di stare con i Conservatori, mentre i suoi amici dei Conservatori come Abascal se ne andavano. Giorgia ha detto “votate Giorgia perché votando me io cambierò l’Europa”. Lei ha preso i suoi voti, il 29%, è andata al tavolo per prendere uno dei top jobs ed è rimasta a bocca asciutta. La Von der Leyen, infatti, ha preferito i voti dei Verdi a lei, così Meloni ha preso due sconfitte di fila”, ha continuato. —[email protected] (Web Info)
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