Respect, disabilità come autenticità. Una mostra fotografica racconta le emozioni oltre il pregiudizio
Afragola, 1 feb. – Un nuovo progetto per il Centro Polifunzionale di Afragola, diretto dalla dottoressa Sofia Flauto e volto all’inclusione della disabilità vista come espressione di autenticità.
I giovani ospiti del sopracitato Centro diventano protagonisti di una mostra fotografica intitolata ‘Human Respect’ ed indirizzata alle famiglie dei ragazzi seguiti dai professionisti della struttura, affinché capiscano che i limiti fisico-cognitivi non devono essere letti come una zavorra, bensì come un nuovo mondo da esplorare per uscirne fuori insieme, più ricchi e consapevoli.
L’evento organizzato dal team di collaboratori della struttura costituito da Alessandro Pannone, Fabio Esposito, Giusy Silvestro, Lucia Marano, Antonella Linda Manna, Annamaria di Marzo, Vincenzo Giordano, Giovanni Liguori ed Antonella Pelliccia, ha visto la collaborazione della stilista Giovanna Panico, che ha realizzato caftani artistici identificativi dello status emotivo che attraversa anche la disabilità, espressa mediante l’uso di disegni e colori.
Un Hashtag riempito dagli scatti che ritraggono i volti dei giovani del Centro manifesta il senso di modernità e comunicazione che investe la disabilità. Chi è portatore di handicap ha le stesse esigenze emotive che investono la maggior parte degli individui; l’importanza del confronto emerge dai volti di ragazzi affetti da autismo ed altre patologie, disposti a raggiera intorno ad uno scatto che ritrae un genitore accanto al proprio figlio, ribadendo un unico concetto: “Oggi vale il confronto tra generazioni, persone, emozioni e non l’aspetto fisico”.
L’uso di diverse tinte di colore, così come di differenti pronomi (io, tu, noi, loro), manifesta quanto ognuno di noi sia contemporaneamente un io, un tu ed un loro. Un girasole simbolo della solarità e dell’adattamento incastona tra linee geometriche ulteriori scatti ed invita il visitatore ad inclinarsi alle esigenze del portatore di disabilità, con grande spirito di adattamento e rispetto verso la luce che ciascuno porta dentro di sè.
Accettazione, presenza, coraggio e forza d’animo sono le emozioni lette sui volti di ogni protagonista della mostra, in rilievo su un muro disegnato sugli specchi. La scelta voluta dagli organizzatori della photo exibition esorta all’abbattimento reale delle barriere e dei pregiudizi, nonostante il percorso divulgativo messo in campo da psicologi, sociologi ed operatori del mondo della disabilità.
A costruire questo muro, come sottolineano gli operatori, molto spesso sono le stesse famiglie di un giovane disabile, travolte da contingenze non semplici, ma sicuramente non insormontabili. A loro viene rivolto il monito di abbattere il muro per primi con il coraggio di rimontare e risalire gli ostacoli. Questo percorso viene rappresentato con impronte in scalata su di uno specchio, seguendo il motto “Disabilità=autenticità”.
Dal bianco e nero, tinte usate per gli scatti, prende vita la gamma di colori che pian piano si palesa nella mostra, culminando in un percorso costruito su altrettanti scatti ritraenti l’amore per le cose e le persone che ci circondano, fino ad arrivare ad un manichino volutamente monco, circondato da segnaletica di divieto rivolta a chi non accetta la naturalezza degli individui e delle storie che in essi abitano, disabilità compresa.
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