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‘Respect’, la doppia anima di un’artista nel biopic su Aretha Franklin

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Napoli, 30 set. – Debutta oggi nelle sale cinematografiche italiane ‘Respect’, il biopic sulla regina del soul. L’icona della musica gospel, soul ed R&B, ma anche blues, jazz e Rock & Roll, approda sul grande schermo grazie all’interpretazione eccelsa del Premio Oscar Jannifer Hudson, che omaggia la donna e la cantante scomparsa il 16 agosto 2018. Così Aretha Franklin, inserita tra i 100 più grandi artisti della storia, vincitrice di ben 18 Grammy, entra nel cuore degli spettatori attraverso la ricostruzione della sua biografia, partendo dall’infanzia (quando cantava nella chiesa di suo padre, che era un pastore, partecipando al coro gospel), fino ad arrivare all’acclarata fama mondiale.

Il racconto della leggenda della musica black, viene affidato alla regia di Liels Tommy, portandoci alla scoperta della nascita e diffusione dei più celebri brani dell’artista statunitense.

Nel titolo del film, tratto da uno dei brani più famosi di Aretha, risiede la chiave di lettura di un racconto a tratti un po’ piatto, a tratti più coinvolgente grazie alla presenza della musica e all’interpretazione della Hudson che ha già incontrato il largo favore della critica internazionale. In concomitanza alla vita della Franklin, viene tracciato tutto uno spaccato di storia americana che dagli anni ’60-’70 detta moda non solo nella musica, ma anche nel costume.

La Eagle Pictures scava nelle pieghe di un ventennio di vita della cantante, legata alle scelte di un padre dagli atteggiamenti sgradevoli, tanto da tradire ripetute volte la moglie, fino ad indurla alla separazione quando Aretha aveva appena sei anni. Questo avvenimento segnò per sempre le scelte della Franklin, che dopo essere rimasta incinta a 12 anni, ai soli 19 sposò Ted White, dopo sei mesi dalla sua conoscenza. Fu l’uomo, con il quale stette per otto anni, a contribuire alla costruzione del più grande successo della regina del soul, ‘Think’, brano diventato immortale. Ma fu sempre White a rendere la donna, vittima di violenza domestica.

Tra una hit e l’altra, il biopic racconta la consacrazione dell’ l’anima soul, arrivata nel 1972 con l’album Amazing Grace.  La pellicola tratteggia anche l’ossessione di Aretha per il suo corpo; in perenne lotta per il peso giusto, l’artista arrivò quasi ad affamarsi. Questa “malattia” l’accompagnò fino all’ età adulta, col sopraggiungere della depressione e della dipendenza da alcool. Entrambi gli atteggiamenti scorretti, contribuirono all’insorgere di un cancro al pancreas, patologia per la quale la cantante è poi morta.

Sono stati proprio i grandi dolori a dare carica alla voce della Franklin, tanto da indurla a dichiarare: “Se una canzone parla di qualcosa che ho vissuto o che potrebbe essermi successo, va bene”.

Non è un caso che ‘Respect’ parli nel film proprio della liberazione dei neri americani, presentando un sottile filo della narrazione, legato al tema della musica e della biografia della cantante.

La donna dalla fede incrollabile e dalla voce potente, diventa un mito e guardando alla piccola ‘Ree’, ovvero a se stessa quando aveva 10 anni, scopre di aver portato a compimento la realizzazione del suo talento, trovando la canzone giusta che la emozioni, convinta che se vuoi rispetto devi farti sentire.

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.