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Ritorno al passato: De Laurentis a sorpresa sceglie Walter Mazzarri

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di Luca Muratgia

È risultata fatale all’ormai ex tecnico azzurro Rudy Garcia, la debacle interna maturata domenica scorsa al Maradona contro una onesta squadra dedita alla lotta per non retrocedere come l’Empoli guidata da Andreazzoli, per giungere al punto di non ritorno. Vani sono risultati i disperati tentativi del patron azzurro per scongiurare una soluzione tanto drastica quanto traumatica. A seguito della batosta interna contro la Fiorentina, Aurelio De Laurentis ha colpevolmente deciso di concedere una ulteriore chance al tecnico transalpino, scelta dettata dall’impossibilità di reperire, a campionato già iniziato, un tecnico affidabile senza il serio rischio di proporre un rimedio peggiore del male. Nell’ambito di Tale decisione, era però prevista la necessità di una presenza, da parte dello stesso presidente, in tutte le fasi della preparazione, dagli allenamenti alle trasferte, dalle riunioni alla rifinitura. Addirittura si erano organizzate cene per tentare di cementare l’ambiente. Una presenza assidua, costante, asfissiante, presenza che ha prodotto l’unico risultato di screditare ancora maggiormente la figura dell’allenatore davanti alla squadra, operazione di delegittimazione, tra l’altro, già avviata già in precedenza davanti alla stampa dove le dichiarazioni del presidente, parevano intrise di pentimento per aver optato per l’allenatore ex Roma. Insomma, alla luce degli avvenimenti, determinati da prestazioni sconcertanti, risultati altalenanti e scelte incomprensibili, l’esonero è parso tanto inevitabile quanto scontato. La scelta, per la verità assai limitata, è ricaduta sul tecnico toscano, il primo allenatore a predisporre il Napoli ad una dimensione europea. La decisione è stata oggetto di pareri molto contrastanti in tutto l’ambiente azzurro, i ricordi legati al “vecchio “ Mazzarri, conducono ad ascoltare il cuore più che il cervello, inevitabilmente si ritorna con la mente, al Napoli dei “tre tenori “, al “branco di cannibali”, quel Napoli indomabile, che non mollava mai, famoso per riuscire ad ottenere risultati insperati, spesso decisi negli ultimissimi secondi di gioco. Ma nel frattempo, sono trascorsi dieci lunghi anni, sono cambiate troppe cose per illudersi che davvero sia sufficiente , con una bacchetta magica, tornare a quei momenti irripetibili. Ma ad una attenta analisi, tralasciando le implicazioni fuorvianti del sentimento e della passione fagocitata da ricordi indelebili, il calcio di Walter Mazzarri, quel calcio, non è più praticabile perché nel frattempo la tattica è cambiata, l’intero mondo calcistico si è evoluto, cambiando completamente fisionomia. Lo stesso allenatore toscano, nella sua permanenza a Napoli, ha conosciuto presumibilmente, l’apice della sua carriera, il momento più alto, più esplosivo. Dopo il Napoli è iniziata, inesorabile, una rapida parabola discendente, iniziata con già l’anno successivo con l’Inter in piena crisi societaria per poi continuare con con le fallimentari esperienze con il Wathford, con il Torino per finire con il Cagliari appena due anni fa dove, con i rossoblu Mazzarri ha raggranellato appena un punto in nove partite. Un percorso decisamente sconfortante costellato da tre esoneri e tante delusioni. Insomma, numeri alla mano, ed i numeri non mentono mai, le preoccupazioni con il suo arrivo all’ombra del Vesuvio, appaiono senza dubbio fondate. Inoltre Mazzarri, ha raggiunto la soglia dei 62 anni e non possiede più, per ragioni anagrafiche, quell’energia esplosiva che riusciva a trasmettere ai giocatori e che garantiva risultati e prestazioni miracolose. C’è solo da sperare che la sua capacità di trasmettere motivazioni, sia rimasta inalterata e possa consentire di risollevare una nave che mostra inclinazioni paurosamente preoccupanti. L’obiettivo, in altre parole, è non colare definitivamente a picco e tentare di salvare una stagione con un ridimensionamento inevitabile degli obiettivi consistenti nel fatidico quarto posto indispensabile alla qualificazione in Champions e per la sostenibilità economica del club.


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