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Riuscito il presidio di protesta del PCIM-L all’esterno dell’ospedale di Lacco Ameno

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Si è tenuto sull’isola d’Ischia, all’esterno dell’Ospedale “Anna Rizzoli” di Lacco Ameno, il presidio di protesta indetto dal Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista per denunciare le innumerevoli carenze della sanità pubblica isolana e il conseguente rischio di ridimensionamento o chiusura di importanti servizi sanitari come quello del punto di prelievo del sangue per i non ricoverati presente da sempre presso il “Rizzoli” e che rischia la chiusura a causa della carenza di personale infermieristico. Chiusura scongiurata per il momento. Così come hanno sottolineato gli organizzatori del presidio, quella che va immediatamente affrontata e risolta è innanzitutto l’emergenza legata alla carenza di personale medico e paramedico presso l’ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno dove al momento mancano all’appello ben 12 infermieri, non essendo stati mai rimpiazzati quelli che sono andati in pensione o deceduti, 2 ortopedici senza i quali il reparto di ortopedia resta sguarnito nel fine settimana e 2 fisioterapisti. Carenza di personale che manda in affanno vari reparti, a partire da quelli della chirurgia e della ginecologia. Inoltre i manifestanti hanno rivendicato il diritto degli isolani ad avere sull’Isola la Pec-tac e la radioterapia per i pazienti oncologici e un’unità coronarica. Nonostante per l’avvio della stagione turistica la maggior parte degli ischitani siano ritornati in massa a lavorare, sono stati tanti i cittadini che hanno preso parte all’importante iniziativa e coloro che sono intervenuti al microfono per dare il proprio contributo di idee, di confronto e di proposte. Franco Di Iorio, detto Garibaldi, ha sottolineato come le responsabilità delle carenze della sanità pubblica siano da addebitare al fallimento della politica distante anni luce dalla realtà. Sulla stessa lunghezza d’onda il giovane Francesco Castagna che ha rivendicato con forza un servizio sanitario efficiente per tutti, mentre Francesco Di Crescenzo ha denunciato il fatto che, nonostante l’emergenza Covid sia terminata, ai parenti dei pazienti più gravi non si dia ancora la possibilità di assistere i propri cari ricoverati in ospedale. Al termine del presidio, i manifestanti hanno chiesto un appuntamento per poter incontrare il Direttore sanitario del “Rizzoli”, Dott. Nunzio Quinto. Gennaro Savio, Dirigente del PCIM-L, ha espresso soddisfazione per la riuscita del presidio e per i contenuti di un certo spessore espressi dagli intervenuti. “Oggi – ha dichiarato Gennaro Savio – esprimiamo soddisfazione per la riuscita del presidio che vuole rappresentare solo l’inizio della ripresa di una battaglia, quella a difesa dell’efficienza della sanità pubblica, che da decenni noi dirigenti del PCIM-L portiamo avanti con coerenza e determinazione. L’isola d’Ischia anche da questo punto di vista paga, purtroppo, lo scotto di essere stata governata negli ultimi quarant’anni da amministratori comunali che non hanno avuto la volontà politica di difendere a denti stretti il pieno diritto alla salute degli isolani anzi, progressivamente negli ultimi tempi la situazione continua a peggiorare. E noi comunisti, seguendo l’esempio delle battaglie condotte per una vita intera dal fondatore e storico Segretario generale Domenico Savio, continueremo a batterci come leoni affinché presso l’ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno venga eliminata la vergognosa carenza di personale medico e paramedico ed incrementati i servizi sanitari isolani a partire dal dotare l’Isola di un’Unità coronarica e della Pec-tac e della radioterapia per i pazienti oncologici. Per raggiungere questi obiettivi, Ischia avrebbe già da tempo dovuta essere dichiarata zona disagiata vista la sua insularità, ma a casa della totale mancanza di peso politico degli amministratori locali e della classe dirigente isolana degli ultimi anni, a tal riguardo non si è mai andati oltre i proclami.


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