Attualità

Rivolta di Napoli. Le colpe del governo nazionale e regionale

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Anna Tortora

Napoli è in rivolta, la Campania è in rivolta. Era prevedibile. Quando si insulta un popolo, quando in sei mesi il Governo ha fatto di tutto tranne lavorare per la salute pubblica, es. Di Maio abbronzatissimo e al mare fino al 29 agosto, quando, per mascherare le proprie mancanze, un governatore di regione chiama bestie, imbecilli, stupidi, accade questo.
“In questi 6 mesi abbiamo assistito ai ‘teatrini’ dello ‘sceriffo’ il quale, dando sfoggio della sua ‘teatrale eloquenza’ mista all’uso di una comunicazione condita di ‘termini irriverenti’, si è presentato alla popolazione come ‘colui che ha saputo gestire la crisi sanitaria in Campania’ riuscendo, addirittura, a mettere a disposizione, come “atto di solidarietà nei confronti della Lombardia’, 20 posti letto di terapia intensiva ordinaria al fine di decongestionare gli ospedali lombardi.

Tutto questo gli ha permesso di ricandidarsi in maniera ‘più credibile’ e di essere riconfermato Governatore della Campania.
Eppure OGGI LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA da quella che ci hanno detto e mostrato: oggi in Campania -dal 18 ottobre- sono sospesi i ricoveri programmati, sia medici che chirurgici, nelle strutture ospedaliere pubbliche, praticamente non ci si può curare per qualsiasi altro problema indipendente dal Covid minando il diritto costituzionale di accesso alla sanità pubblica!
La preoccupazione monta da più parti: dal sindaco partenopeo De Magistris che parla di ‘covid incontrollabile’ (e lui che ha fatto in questi mesi ?), al Direttore Generale dell’ASL Napoli 1 Centro che intravede il rischio di ‘collasso degli ospedali’ napoletani.
Come siamo arrivati a tutto ciò se, secondo De Luca, la sanità campana è una delle migliori d’Italia ?
Semplice: la sanità campana non è quella descritta, in maniera bugiarda, da De Luca.
Non sono stati fatti ‘miracoli’ nè si è ‘salvata la Campania’: la regione è arrivata alla pandemia con un sistema sanitario fallace e inadeguato nelle zone estreme del territorio, con presidi ospedalieri malfunzionanti e privi di attrezzature e personale tanto che, per fare un esempio, “PER SETTIMANE AL CARDARELLI SONO MANCATE LE LENZUOLA PULITE tanto che i pazienti e i loro parenti dovevano portarsele da casa, così come in altri ospedali SONO MANCATE LE MASCHERINE PER I PAZIENTI ecc…”
Marco Rizzo

Ma a De Luca importa ben poco, l’importante è chiudere, continuando a terrorizzare i suoi corregionali.
“L’odioso e inutile De Luca ha ottenuto l’unico risultato che si poteva prevedere, scatenare e liberare l’angoscia e l’ira dei cittadini. Purtroppo quando la piazza si muove non tutti sono equilibrati e perbene e a Napoli cafoni, violenti, teppisti, ignoranti e esaltati certo non mancano e sono sempre presenti perché comunque sono una aliquota fissa della popolazione ma ciò non inficia minimamente la manifestazione che incarna la volontà di un popolo di sopravvivere anche contro l’oppressione di un dittatorello che ha pensato di rimediare alla sua incapacità e alle sue inefficienze distruggendo senza alcuna reale utilità le libertà costituzionali dei cittadini.
Ma il messaggio suona chiaro e forte anche per Conte e il governo nazionale. Quel governo che sta mandando le forze dell’ordine a sostenere un inutile scontro fratricida solo per cercare di imporre le sue scelte inutili e dannose. Condanno sempre chiunque aggredisca o si ribelli alle forze di polizia, ma una sollevazione popolare è una cosa del tutto particolare e diversa da una sporca guerriglia politica da centri sociali del cavolo. E questa è una sollevazione popolare. La gente è infatti perfettamente in grado di capire quando una direttiva liberticida e distruttiva non è stata concepita per affrontare e risolvere un problema bensì per coprire e cercare di rimediare alle inerzie, incapacità e inefficienze che tale problema hanno aggravato e reso ingovernabile”.
Luigi Bobbio

Secondo alcuni dati, qui elencati, la situazione è davvero critica
Confesercenti: con le nuove disposizioni chiuderanno altre 20mila attività
Le nuove disposizioni per il contenimento del Covid-19  provocheranno una ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di  consumi delle famiglie e potrebbero causare la chiusura di altre 20mila  attività, portando da 90 a 110mila le cessazioni di impresa previste  quest’anno. A sostenerlo è Confesercenti, secondo cui, nell’ipotesi che  le chiusure siano imposte anche per la prima settimana di novembre, la  riduzione complessiva della spesa delle famiglie per il 2020 potrebbe  raggiungere i 95,8 miliardi di euro anche con il ritorno alla  normalità per le festività natalizie.

Cgia: Secondo lockdown sarebbe KO per l’artigianato
Un nuovo lockdown generalizzato “darebbe  il colpo di grazia ad un  settore che da 11 anni a questa parte” sta continuando a perdere  impese: l’artigianato. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre, secondo  cui nei primi 6 mesi di quest’anno le imprese del settore sono  diminuite di 4.446 unità, e i saldi “sono stati i peggiori degli ultimi  10 anni”. Una nuova chiusura totale sarebbe “il colpo del definitivo KO”  per il settore.

Viviamo in una società complessa e in un momento storico pieno di dubbi. I massimi problemi che investono oggi il pensiero, l’etica, il Paese, attecchiscono sempre più diffusamente tra i diversi ceti sociali, e mentre siamo sommersi da problemi economici di grande portata, le differenze ideologiche si vanno facendo sempre più marcate. La strumentalizzazione politica, infatti, per ciò che è accaduto a Napoli, si è fatta subito sentire, come a voler quasi celare i veri motivi della rivolta.
Molti sono i problemi che il Governo nazionale e quello regionale non hanno saputo affrontare. Sono anche i grandi problemi della libertà umana, sono i problemi della difesa degli ultimi, dei nuovi poveri. Tutto questo ha scatenato la rivolta a Napoli, con buona pace di chi ancora si ostina a non vedere e di chi sostiene che dietro di essa ci sia la camorra.
“Possono esserci camorristi, nelle proteste, ma non dietro le proteste. L’ultima trincea della menzogna è questa”
Simone Di Meo

Foto Ansa


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.