Russia celebra la Giornata della Vittoria, Putin: “Forze nucleari sempre pronte”
(Adnkronos) – Parate militari, concerti e marce con veicoli d'epoca in tutta la Russia in onore del 79° anniversario della Giornata della Vittoria sul nazismo nella 'Grande Guerra Patriottica'. A Mosca, la celebrazione si apre con una parata sulla Piazza Rossa e l'ispezione del presidente russo Vladimir Putin in qualità di comandante in capo per la 21esima volta. Putin, spiega Sky News, si è rivolto al corteo cercando di esaltare le capacità militari del Paese in un discorso rivolto tanto al pubblico straniero quanto a quello nazionale. Durante il discorso, il leader del Cremlino ha ammesso che la Russia sta attraversando un "periodo difficile" poiché "il futuro della madrepatria dipende da noi". "Oggi, nel Giorno della Vittoria, ne siamo consapevoli in modo ancora più forte", ha detto prima di avvertire: "Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento". Il leader del Cremlino, continua Sky News, ha anche affermato che le forze nucleari russe sono sempre pronte al combattimento, rivolgendosi alle schiere di militari russi. "La Russia farà tutto il possibile per evitare uno scontro globale, ma allo stesso tempo non consentirà a nessuno di minacciarla", ha detto quindi nel breve discorso. La parata si svolge per la terza volta "nel contesto di una operazione militare speciale". Vladimir Putin quest'anno ha esteso le celebrazioni, oltre che per la "generazione di vincitori" nella Grande guerra patriottica e gli "eroi" che ora combattono sul fronte ucraino, anche ai suoi alleati di allora. Ma non l'Occidente collettivo di cui parla da mesi come del nemico, bensì della Cina impegnata contro il Giappone. "La Russia non ha mai sminuito l'importanza del Secondo fronte e l'aiuto degli alleati durante la guerra", ha affermato Putin, solo per aggiungere che "la Russia onora il coraggio dei cinesi che hanno combattuto contro l'aggressione del Giappone militarista". l'Occidente ha "giustificato il nazismo" e "preso in giro la storia".
Putin ha accusato l'Occidente di aver atteso troppo prima di entrare in guerra, "lasciando l'Unione sovietica a combattere da sola nei primi anni della guerra", e l'"intera Europa" di "aver lavorato per Hitler" (naturalmente, senza citare il patto Molotov Ribbentrov del 1939, ndr). I Paesi occidentali, ha detto, stanno cercando di distorcere la verità sulla Guerra perché questa impedisce loro di portare avanti le loro politiche coloniali. "La Russia sta attraversando un periodo difficile e cruciale, il destino della Patria, il suo futuro, dipende da ognuno di noi". "Tutta la Russia è con chi combatte in prima linea, con i nostri veterani", ha aggiunto, parlando sulla Piazza Rossa, con al fianco i Presidenti di Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, Kazakistan, Kassym-Jomart Tokaev, Kirghizistan, Sadyr Japarov, Tagikistan, Emomali Rahmon, Turkmenistan, Serdar Berdimuhamedov, Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, Cuba, Miguel Diaz-Canel Bermudez, Laos, Thongloun Sisoulith, e Guinea Bissau, Sisoku Embalo. Il Presidente russo si è poi intrattenuto brevemente con il ministro della Difesa Sergei Shoigu – che secondo alcuni potrebbe essere coinvolto nel rimpasto di governo atteso dopo la sua inaugurazione per un quinto mandato al Cremlino – ma anche con i suoi ospiti stranieri, camminando verso la Tomba del milite ignoto dove, come da tradizione, è stata deposta una corona di fiori. Putin, che durante la parata ha scambiato parole con Evgeni Kuropatkov, veterano della battaglia di Stalingrado, al fronte anche vicino a Leningrado e che poi sfilò sulla Piazza Rossa per la prima parata della Vittoria nel giugno del 1945, si è anche congratulato con gli abitanti di Sebastopoli, per l'80esimo anniversario della liberazione della città dai nazisti. "Fin dai primi anni della sua fondazione, Sebastopoli ha svolto un ruolo importante ed eccezionale nella storia del paese", ha scritto. Hanno sfilato oggi sulla Piazza Rossa 9mila soldati, mille dei quali reduci dall'Ucraina, e 70 mezzi. Parate militari si sono tenute oggi in 25 città del Paese. Con il coinvolgimento complessivo di 150mila soldati e 2.500 mezzi ed equipaggiamenti. "La Nato non ha intenzione di essere direttamente coinvolta nel conflitto. Noi abbiamo due compiti principali: sostenere Kiev e impedire che la guerra si estenda al di là dell’Ucraina. Il presidente Putin non credeva che avremmo fornito così tanto aiuto a Zelensky ma allo stesso tempo abbiamo anche chiarito che non invieremo truppe. L’Ucraina non ce le ha chieste, ci chiedono supporto, munizioni e artiglieria offensiva". A dichiararlo, in un'intervista a 'Repubblica', è il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: "Non vediamo nessuno rischio imminente di qualsiasi attacco militare contro qualsiasi alleato della Nato", spiega, sottolineando però che "è vero che la retorica nucleare russa è da incoscienti: stiamo monitorando ma non abbiamo visto alcun cambiamento nel loro atteggiamento da questo punto di vista. Mosca sa che una guerra nucleare non può essere vinta". —internazionale/[email protected] (Web Info)
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