Russia – Ucraina. “Esplosa” la globalizzazione
Missili russi su Kiev, le condizioni per la pace sembrano ancora lontane.
“Yang Jiechi, Membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCC e Direttore dell’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari Esteri, ha incontrato ieri a Roma il Consigliere per la Sicurezza Nazionale statunitense Jake Sullivan esponendo la posizione della Cina sulla situazione in Ucraina.
Yang Jiechi ha sottolineato che bisogna rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi e che bisogna osservare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite.
La Cina è impegnata a facilitare il dialogo per la pace e ritiene che la comunità internazionale dovrebbe sostenere congiuntamente i colloqui per la pace tra Russia e Ucraina per una de-escalation della situazione il prima possibile. La Cina ha fornito assistenza umanitaria di emergenza all’Ucraina e continuerà a compiere i suoi sforzi a tal fine.
Yang Jiechi ha sottolineato la necessità di incoraggiare le parti interessate a impegnarsi in un dialogo paritario per costruire un’architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile in linea con il principio di indivisibilità della sicurezza per salvaguardare la pace in Europa e nel mondo.
La Cina si oppone fermamente a qualsiasi parola e azione che diffonda disinformazione e distorce e diffama la sua posizione.”
Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia
“Guerra nucleare? Tutto è possibile, ma non ci sarà. Dobbiamo ospitare i civili in fuga, ma non inviare le armi”
Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero
“Quello che vorrei capire, da chi dice che Zelensky e gli ucraini si devono arrendere, come sperano di costringerli se loro non sono d’accordo? Ci stanno già provando i russi, mi pare.”
Antonio Polito, editorialista del Corriere della sera
“L ‘unico che sta fermo, che continua a confondere i tempi di guerra con quelli di pace, è il nostro governo. A differenza di diversi Paesi europei, l’Italia ancora arranca sulle misure da adottare per limitare il caro benzina e gli altri aumenti di prezzo dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina.”
Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale
Ci sarà un nuovo mondo, forse quello che per chi è nato prima del 1989, come me, ricorda bene.
“Siamo a venti giorni dall’inizio della guerra.
Venti giorni terribili per l’Ucraina, le cui immagini ci raccontano di un dramma umanitario senza precedenti.
L’aggressione di Putin ha già raggiunto un risultato: aver fatto scivolare il mondo di nuovo nell’incubo della cortina di ferro.
Di un mondo che torna ad essere più grande e più piccolo allo stesso tempo.
Più grande perché questo conflitto sopravanza di gran lunga la dimensione geografica, storica e politica dell’Ucraina.
E’ un’infezione diffusa che riscrive le mappe di un nuovo ordine mondiale basato su un riarmo generale, Cina compresa che potrebbe sovrapporre al soft power di questo trentennio anche un po’ di hard power. Taiwan è lì a dimostrarlo.
Più piccolo perché ci riporta nuovamente nella stagione delle frontiere, dei muri, dei dazi. Mi ha colpito molto un’intervista del premio Strega, Emanuele Trevi, che profetizza il destino di una generazione che nuovamente – dopo l’illusione post 89 – non potrà viaggiare in intere aree del pianeta, sconvolte da guerre infinite, chiusure di regime, rapporti tra blocchi statuali pericolosi e degenerati.
Lo vedo persino su me stesso che non mi sono mai fatto grandi illusioni: l’idea di non poter andare almeno una volta nella mia vita a visitare Sana’a in Yemen, la perla mediorientale riscoperta da Pasolini nel suo Decameron ormai ridotta in cenere, perché da 10 anni c’è una sporca guerra per procura dei sauditi che ha fatto 400000 morti, mi inquieta.
Non perché ci sarei andato sicuramente, ma per l’idea stessa di non poterci andare. Insomma finisce un’idea di libertà.
Siamo davanti a qualcosa che assomiglia a una vera e propria deglobalizzazione militarizzata.
Dove è la logica di guerra che domina, che traccia nuovamente i confini, che mette l’umanità davanti ai suoi limiti invalicabili.
E soprattutto determina nuove diseguaglianze.
Lo vediamo già in queste ore sulle materie prime, sui generi alimentari, sulla crescita dell’inflazione.
Qualcuno sta speculando, perché gli oligarchi non sono solo quelli a cui giustamente stiamo sequestrando gli yacht.
Colpiscono chi vive del proprio lavoro innanzitutto.
E fanno crescere la suggestione su una democrazia incapace di garantire redistribuzione oltre che efficienza.
Sta già montando questa rabbia ed è forse la vera vittoria di Putin.
Perché mentre si fa a gara a chi presidia il fronte esterno – sanzioni, armi, propaganda -, il fronte interno – quello della vita quotidiana – comincia ad essere molto più pesante di quanto viene raccontato.
Non dobbiamo rassegnarci alla guerra, non dobbiamo rassegnarci alle dittature, ma non dobbiamo nemmeno rassegnarci alle ingiustizie sociali.
Perchè sul malessere è il nazionalismo che vince.
Ovunque. Anche da noi.”
Arturo Scotto, Articolo Uno – Liberi e uguali
La globalizzazione, lo stiamo vedendo già da due anni col Covid, è esplosa.
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