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Russia – Ucraina. Fornire armi cosa significa? Tornano alcuni tabù

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Anna Tortora

La Russia e l’Ucraina “continuano i negoziati”, ma se vuole che siano costruttivi Kiev “deve cominciare a cercare accordi realistici”. Dal ministero degli affari esteri russo
“L’Ucraina pensa di vincere la guerra. Aspetta e spera che la sconfitta si avvicina.”
Vittorio Feltri, direttore di Libero

“Quando, circa un mese fa, ho detto che le sanzioni rafforzeranno la Russia invece di danneggiarla, causando i problemi più che altro a noi europei, alcune persone ‘gentili’ mi chiamarono, ‘filo putiniano’ Adesso che la mia previsione si è avverata, la diffonde persino la stampa occidentale meno filo putiniana che esiste.”
Nicolai Lilin, scrittore

Inoltre…
“Fornire armi significa un sacco di cose.
E gli stessi Stati Uniti ammettono un enorme vuoto nonché una distinzione profonda tra breve e lungo periodo.
E, soprattutto, ammettono tutti i rischi annessi e connessi che una certa stampa italiana (volutamente?) finge invece di non vedere.
Missili anti-carro, sistemi anti-aerei e altre armi. Armi per miliardi di dollari.
Nel faccia a faccia indiretto con la Russia, gli Stati Uniti sono schierati platealmente al fianco dell’Ucraina, ma ora emerge un elemento nuovo, per certi versi inquietante. Un elemento che si fonda su una domanda: dove finiscono tutte queste armi?
La Storia, specie la storia a stelle e strisce, è piena zeppa di esempi nefasti, di armi finite nelle mani sbagliate, degli alleati di oggi che diventano i nemici di domani.
E anche questa volta il rischio non fa eccezioni né sconti, per ammissione della stessa intelligence americana.” Parte dell’analisi di Luca Marfè, Il Mattino

Altro problema…
“Il tabù ritorna: molti non capiscono come si possa preferire una dittatura che garantisce ordine e crescita a una democrazia inefficiente che causa confusione e impoverimento. Mussolini e Putin hanno migliorato le condizioni di vita dei ceti popolari. Ne deriva ampio consenso. Se governano democratici incapaci come Luigi Facta o Boris Eltsin (stessa cosa per Weimar) il popolo comincia a disprezzare la democrazia e invoca l’autocrate. Come negli Anni Venti del XX secolo, ora viviamo lo stesso rischio nel XXI. Per far amare la democrazia essa va resa efficiente e tesa a rispondere ai bisogni popolari. Invece si sta facendo di tutto per farla odiare, affamando i ceti subalterni.”
Mario Adinolfi, giornalista e scrittore


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.