21 Novembre 2024
PoliticaPolitica Estera

Russia – Ucraina. Guerra ancora per mesi o anni

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Anna Tortora

La guerra può durare ancora mesi o anni, può trasformarsi in qualcosa di simile al logoramento statico della Prima Guerra mondiale.
“La minaccia non è militare: soldati e cannoni non mancano alla Russia e nemmeno all’Ucraina, se continueremo ad armarla. La minaccia è politica. Putin non ha fretta perché non ha un’opinione pubblica cui rispondere. L’Occidente si: chi governa deve spiegazioni a una collettività attiva, mobile, influenzabile e capace d’influenzare le scelte politiche.”
Ugo Tramballi, da il Sole 24 ore

“Guerra o guerretta? I russi per la prima volta hanno lanciato missili a medio raggio da aerei da combattimento su obiettivi mirati in Ucraina. Una mossa che, a rigor di logica, potevano mettere in atto all’inizio del conflitto. I morti dovrebbero essere circa 20mila per parte; i civili sono 6mila secondo i dati ufficiali, ma forse molti di più; però sono caduti nel primo mese: adesso molti di meno. E questo perché in tv sentiamo parlare di avanzamenti, di ritiri, di movimenti, ma poi, se guardiamo le mappe, come mostra il sito di Tom Cooper, vediamo che si combatte in una decina di km quadrati non di più. I russi sono stanchi e male equipaggiati: tra poco metteranno sul terreno le armi usate nella seconda guerra mondiale. Gli ucraini sono esausti e arrivati quasi al limite. Forse l’arrivo dei carri armati tedeschi e dei missili americani darà loro un po’ di fiato, ma è chiaro che si combatterà sempre lì, in quei pochi palmi di terra. Perché i russi non bombardano Kiev? Forse perché hanno paura che poi la NATO bombardi Mosca oppure perché non ne hanno la forza o la capacità tattica. Perché la NATO non interviene pesantemente? Probabilmente a sua volta perché non vuole una escalation. Siamo di fronte a un conflitto che ricorda quello del Vietnam. Gli invasori impantanati: la resistenza aiutata da potenze straniere. Tra guerra contro i francesi e contro gli americani quel conflitto è durato quasi vent’anni. Per il ritiro americano è stata fondamentale la protesta dell’opinione pubblica, le marce, il rifiuto di tanti giovani di imbracciare il fucile. Ma allora perché i russi hanno fatto questa guerra se poi non la combattono fino in fondo? Per lo stesso motivo per cui appunto gli americani sono andati in Vietnam e perché gli argentini sono andati nelle Malvine e così via. Non c’è un motivo fondamentale. Volendo, la guerra si poteva evitare, come del resto tante guerre evitate, si potevano scatenare. Non c’entrano i poteri forti, i complotti: la guerra è nel cuore non dell’uomo, ma di alcuni uomini e anche donne.
Ma ormai l’Ucraina è passata in secondo piano. C’è il caldo africano, che brucia i campi e le città: 39 gradi a giugno non si sono mai visti. C’è l’inflazione, che prima era legata al costo dell’energia, ma ormai è estesa a tutto. Sui giornali sono tornate persino le pagine sul covid. In America si vota a novembre, da noi a primavera. Anche in Ucraina, fuori dal Donbass, si torna a una vita quasi normale: i contadini hanno mietuto il grano, nella speranza di poterlo esportare. I profughi iniziano a rientrare. Quanto durerà ancora? Deve succedere qualcosa: una vittoria significativa sul campo di una delle parti. Altrimenti, se si va avanti così con la guerretta di logoramento, prima che le due parti si fermino, passeranno anni. E dopo? Ce la vedete la Duma che abolisce la leva obbligatoria e lascia che il gay pride sfili sulla piazza rossa? Oppure bloccheranno tutto l’export di gas e diventeranno un satellite di Pechino. Oppure non succederà niente. Faranno la pace e tornerà tutto come prima. I morti però non torneranno.”
Alessandro Forlani, giornalista

“Come volevasi dimostrare. Biden invia in Ucraina i lancia razzi Himars; Putin, in risposta, dichiara che armera’ la Bielorussia con missili Iskander- M, ancora più micidiali! Altro che spinte al negoziato. Le armi chiamano le armi, i missili chiamano i missili… Ma quando lo capirà l’UE?Quando non ci sarà più l’Ucraina?”
Domenico Vecchioni, ambasciatore


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.