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Russia – Ucraina. Le sanzioni hanno procurato un forte impatto non solo sui beni alimentari

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Anna Tortora

“Ho la vaga sensazione che la percezione di Putin da parte dell’intellighenzia bellicista nostrana stia impercettibilmente cambiando …Il criminale di guerra, il mostro, l’Hitler moderno, l’uomo da abbattere a tutti i costi ecc…diventa un interlocutore  con cui fare i conti in vista di negoziati di pace. L’Italia presenta un suo (improbabile) piano di pace, Draghi telefona a Putin chiedendogli per favore di sbloccare l’invio di grano, l’esercito russo non è più considerato un accozzaglia di disperati assassini, ma temibili forze armate… L’incendiario Draghi di ieri, insomma, sembra si sia trasformato nel pompiere di oggi. Dobbiamo buttare acqua sul fuoco, non benzina. E sapete perché tutto questo sta succedendo?
Perché Putin sta vincendo. Quindi, secondo l’italica e consolidata tradizione, cominciamo a posizionarci per saltare al momento opportuno sul carro del vincitore. E’ il nostro sport nazionale. Churchill disse che l’Italia era abitata da 80 milioni di persone. A chi gli faceva notare che gli italiani erano in realtà solo 40 milioni, replicava:  ma in Italia ci sono  40 milioni di fascisti e 40 milioni di antifascisti!
Ma probabilmente mi sbaglio, la mia è una sensazione errata.”
Domenico Vecchioni, ambasciatore

Proprio errata non lo è. Siamo sempre quel popolo un po’ bizzarro e troppo conformista, abituato seguire il gregge senza avere un pensiero proprio.
“Bene il dialogo con Putin e con la Russia, l’arma più forte per fermare la guerra rimane la Diplomazia.”
Matteo Salvini, Lega

Intanto…
“Non è solo questione di Russia e Cina, ma del fatto che sempre più Paesi nel mondo vogliono condurre una politica indipendente: e lo faranno! E nessun gendarme mondiale può fermare questo naturale processo”.
Vladimir Putin
Infatti…
“La crisi Russia-Ucraina ha provocato un evidente aumento dei prezzi dei cereali sul mercato internazionale. Per far fronte alla questione sulla sicurezza dei cereali, la comunità internazionale si sta riunendo allo scopo di trovare una risoluzione. Nel frattempo, temendo la scarsità di cibo, molti Paesi hanno adottato politiche di autoconservazione, limitando le esportazioni di cibo e prodotti agricoli per salvaguardare le forniture interne. Secondo i dati dell’International Food Policy Research Institute (IFPRI), alla fine di aprile il numero di Paesi che hanno imposto misure di controllo sulle esportazioni di prodotti alimentari e colture in seguito allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina era salito a 23, tra cui Indonesia, India e Malesia.
Forte impatto del conflitto Russia-Ucraina sul settore manifatturiero italiano
Sin dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, i Paesi occidentali hanno imposto diverse serie di sanzioni contro la Russia, il che ha scatenato un’impennata dei costi energetici che ha avuto un forte impatto sul settore manifatturiero italiano, con diverse aziende costrette a modificare il loro programma di produzione in modo da ridurre i consumi energetici.
Un corrispondente di CMG ha visitato uno stabilimento del Gruppo Sacmi, grande azienda locale che produce macchinari e attrezzature. Il presidente del gruppo, Paolo Mongardi, ha fatto sapere che l’energia costa sempre di più e ciò si riflette su tutto il percorso produttivo, con un aumento dei costi dello stabilimento.
Secondo i dati ufficiali pubblicati in Italia, dall’inizio del 2013 il 40% del gas naturale importato proviene dalla Russia, e il gas rappresenta il 40% del consumo energetico totale del Paese. Demostenes Floros, senior energy economist presso il Centro Europa Ricerche, ha affermato che per rinvigorire il settore manifatturiero in breve tempo, è prioritario tornare a negoziare i prezzi del gas con la parte russa.
Secondo i dati resi noti dall’agenzia di rating S&P, nell’Aprile del 2022 l’indice destagionalizzato dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero italiano è sceso da 55,8 a 54,5. Per affrontare il forte rincaro dei prezzi di elettricità, gas, benzina e diesel, molte aziende manifatturiere italiane non possono che modificare la produzione, risparmiando sui costi o cercando soluzioni alternative.”
Radio Cina Internazionale
“Sui giornali si legge del decisivo ruolo di Draghi per risolvere la crisi del grano. Sia chiaro a chi ragiona che Draghi nulla può, decide solo Putin e fossi in Putin difficilmente verrei incontro a chi fornisce valanghe di armi ai nemici che uccidono i miei ragazzi. La triste conseguenza dell’essersi infilati nel vicolo cieco del ‘Putin è come Hitler’ è che poi a Hitler non puoi telefonare per chiedere il pane. Chi ci ha messo in questo casino ha le sue personali ragioni di tornaconto. Chi lo sostiene, così, per tifo da stadio, è totalmente cretino.”
Mario Adinolfi, giornalista e scrittore, già parlamentare della Repubblica e presidente del Popolo della famiglia.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.