Russia – Ucraina. L’Europa traballa e l’Italia è finita
Il conflitto Russia – Ucraina ha tirato fuori degli scenari prossimi molto preoccupanti. Per noi italiani c’è da poco da fare, almeno per quanto riguarda l’economia. È la fine.
“La guerra non rende e non renderà mai felice nessuno. Tranne chi con la guerra guadagna.”
Nicolai Lilin, scrittore
La perdita di identità, conseguente alla crisi delle risposte totalizzanti della ragione contemporanea, diventa sempre più, sull’onda lunga del rifiuto, perdita del gusto a porsi delle domande: ciò che alla fine è contestato non è tanto la risposta, quanto la stessa legittimità dell’interrogativo e perfino la considerazione del dolore da cui esso nasce.
L’indifferenza, il disinteresse a porsi delle domande, più ancora che la stessa mancanza di esse, è la vera malattia mortale che pervade le società pur così diverse dell’Europa.
Non possiamo girare la faccia davanti alla fine culturale, sociale ed economica del nostro Paese.
L’indeducibilità e la novità del futuro richiedono un altro pensiero, non negligente, capace di abbandonare le ideologie, ma anche sufficientemente vigile da non cadere in un rovesciamento.
“La realtà non esiste, c’è soltanto quella immaginata, sperata, opportuna, politicamente corretta..
Insomma, siamo al festival della propaganda.
Non si hanno dati sulle vittime tra i militari ucraini, mentre nell’armata rossa si conterebbero ben sette mila morti. Si hanno notizie su aerei, elicotteri e postazioni russe colpite ed affondate, nessuna sulle perdite dell’esercito ucraino, tant’è che in quella desolata terra pare che muoiano solo donne, vecchi, bambini, gatti e cagnolini.
Insomma, stando alle informazioni sulle perdite di uomini e mezzi, verrebbe da pensare che gli spietati aggressori siano gli ucraini.”
Giancarlo Lehner, giornalista e scrittore, già parlamentare della Repubblica
Per non parlare di deficit…
“Se l’Unione si fosse dotata di un ministro degli Esteri unico, egli avrebbe tenuto sott’occhio la questione russo-ucraina meglio dei distratti ministri degli Esteri nazionali.
Questo deficit di sovranità continentale ha molte cause: tra le maggiori, il regime intergovernativo bloccato nelle decisioni di fondo dall’unanimità necessaria tra gli Stati membri.
La tragica sfida lanciata da Vladimir Putin ci ha aperto gli occhi sulla distanza abissale che separa l’autocrazia dalla democrazia, non solo nel rapporto con i cittadini, ma con gli Stati sovrani vicini.”
Carlo Carboni, Il Sole 24 ore
Un esame dei problemi può e deve essere svolto mettendo in luce alcuni aspetti essenziali della crisi che interessa l’Italia.
“Il nuovo affronto del Governo agli italiani: via libera spesa record per le armi, briciole alla sanità. Un paese che sia governato da persone che pensano di guidarlo dovrebbe avere il tema della previsione al centro dell’iniziativa politica. Una situazione come quella odierna, con una guerra che può in breve tempo diventare mondiale, una situazione dopo una pandemia e l’uso politico di questa pandemia, necessiterebbe un governo che pensasse a prevedere quello che può accadere per i destini della nostra nazione. Ho l’impressione che il c.d. governo dei migliori, il governo Draghi, non abbia assolutamente definito ciò che vuole fare, non c’è previsione. Basti pensare alla vicenda dei carburanti e l’aumento speculativo. Gli aumenti sono stati soltanto frutto della speculazione. Gli aumenti falcidiano il settore dell’autotrasporto italiano e arrivano a colpire tutta la popolazione. Il Ministro Cingolani ha parlato di una truffa senza precedenti. Si è parlato di truffa colossale ma cosa fa il governo del Paese? Non lo aveva previsto? Stanziate cifre irrisorie e con un effetto temporale assolutamente privo di previsione. Non si prevede cosa può accadere nel mondo del lavoro, solo in Lombardia 370 aziende hanno chiuso i battenti e quante sono le micro-imprese, le imprese che non hanno retto alla pandemia e sono oggi di fatto chiuse.
Quanti sono i lavoratori che sono in pericolo come posto di lavoro? Sono decine di migliaia, la previsione non c’è. Non c’è previsione neanche rispetto al tema energetico e dal punto di vista dei flussi migratori. Questi poveri profughi ucraini quanti saranno? Si parla di 700 mila o anche un 1 milione. Questo vuol dire adottare misure per i trasporti, per l’istruzione e l’abitazione.
Quanto costa al nostro paese? Viene fatta una previsione? L’Europa è totalmente assente. Se pensiamo che il tema sanitario, quello su cui il governo doveva investire, prevede un aumento delle spese che arrivano dal PNRR di 19 miliardi in 6 anni ma e paragonata alla rapidità con cui si sono decisi gli aumenti delle spese militari di ben 13 miliardi l’anno per il nostro Paese, è evidente l’idea di un governo che sta dentro il pensiero unico ma che rispetto agli interessi del popolo italiano non prevede nulla. Forse perché questo governo è stato messo appositamente non per prevedere ma per liquidare il nostro Paese.”
Marco Rizzo, PC
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