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Salario minimo. Ok dall’Europa, ma in Italia cosa accadrà?

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Anna Tortora

Arriva l’ok in Europa alla direttiva sul salario minimo. Il centrodestra compatto “Impossibile alzare gli stipendi con tassazione al 60%, chiediamo imposte minime.”
Infatti l direttiva non impone di cambiare i sistemi nazionali esistenti sul salario minimo.
“La proposta di salario minimo non riguarda e non affronta la questione salariale italiana, strutturale e legata alla bassa produttività e all’alta pressione fiscale, né va confusa con le necessarie misure per contrastare l’emergenza della riduzione del potere d’acquisto per effetto dell’inflazione in risalita. Il salario minimo è una misura che riguarda i cosiddetti “working poors”, chi lavora sottopagato o con contratti “pirata”: è un problema sociale rilevante che intendiamo risolvere con fermezza, come suggerisce la direttiva europea sulla quale si è raggiunto l’accordo, che consente di valorizzare e sostenere il ruolo trainante del contrattazione collettiva e delle buone relazioni industriali. A fronte di mistificazioni interessate, occorre chiarire che la direttiva europea non impone ai Paesi, compresa dunque l’Italia, di adottare un salario minimo per legge, ma invita a potenziare la contrattazione collettiva, su cui il nostro Paese è all’avanguardia.”
Renato Brunetta, ministro della pubblica amministrazione

“Mi pare che il dibattito sul salario minimo,, in questo momento, sia da marziani.  l problema è come creare lavoro.  Se il lavoro non c’è, sul salario minino si fa solo campagna elettorale.”
Vittorio Sgarbi

“Non hanno fissato l’obbligo per lasciare campo libero ai sindacati concertativi, e alle loro mediazioni al ribasso nei ccnl. La Ue è amica solo di finanza e multinazionali.”
Marco Rizzo, PC

“Il salario minimo è giusto ma non deve distruggere la contrattazione nazionale. Per stabilirne il quanto serve trasparenza, no promesse elettorali. Azione propone decontribuzione lavoro giovanile, una mensilità detassata da aziende in utile, attuare riforma Rdc. Oppure è retorica.”
Carlo Calenda, Azione

“Il salario minimo era stato un punto programmatico che ci aveva spinto a dare fiducia alla presidente von der Leyen. Quel voto ci ha dato ragione.
Nella notte in Ue è stato raggiunto un accordo storico proprio sul salario minimo, per evitare concorrenza sleale tra Stati e dumping salariale. Si tratta di una direttiva che stabilisce criteri equi per tutti e che accoglie tutti gli emendamenti proposti dal MoVimento in Europa. E per questo dico grazie agli eurodeputati M5S, Daniela Rondinelli in testa, per la loro tenacia.
Adesso il salario minimo deve diventare realtà in Italia dove ancora milioni di italiani percepiscono stipendi sotto i 9 euro l’ora. Serve una legge dignitosa per quei lavoratori che portano avanti il Paese. Il MoVimento 5 Stelle la sostiene da tempo e si sta battendo in Parlamento, cercando la convergenza anche delle altre forze politiche.
Ora che tutti hanno consapevolezza di questa necessità, bisogna trovare un accordo. L’Italia non deve rimanere fanalino di coda in Ue, ma deve dimostrare di stare al passo con i tempi.
Il nostro è l’unico Paese Ocse in cui i salari sono diminuiti negli ultimi 30 anni.
Adesso è il momento di agire. Dimostriamo di stare dalla parte dei lavoratori con i fatti.”
Luigi Di Maio, ministro degli  esteri


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.