San Siro, stretta per piano fattibilità: Milan e Inter al lavoro per lo stadio
(Adnkronos) – A che punto siamo per lo stadio di Milano? Per il futuro di San Siro, l'appuntamento è ora a febbraio. Milan e Inter sono oggi allineate sull’acquisto del "Meazza" e dell’area su cui sorge lo stadio e nelle prossime settimane verrà presentato un piano di fattibilità, con tanto di relazione tecnica sulla questione. Come spiegato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala a fine 2024, l’Agenzia delle entrate ha stimato il valore in 197 milioni complessivi (73 per la struttura di San Siro e 124 per le aree). Nonostante la stima, che ha dato un valore nominale all’area, restano però dei problemi e la situazione non è del tutto priva di interrogativi. L'idea, accolta dal Comune di Milano, è quella della rifunzionalizzazione del "Meazza", con parziale demolizione e costruzione di un nuovo stadio. L’opzione San Siro è al momento prioritaria per il Milan e per l’Inter e i due club sono al lavoro per formalizzare i prossimi passaggi. Come la formalizzazione dell'offerta vincolante, che ancora non c'è stata. L’ultima notizia, di pochi giorni fa, fa riferimento alle verifiche e ai carotaggi nel Parco dei Capitani, l’area verde accanto a San Siro (su cui potrebbe sorgere il nuovo stadio). Sopralluoghi in programma e legati proprio alla presentazione del piano di fattibilità, a livello tecnico ed economico, su cui si stanno concentrando le energie delle due società. Verifiche dovute e necessarie, per controllare lo stato dei terreni prima di avanzare nell’iter ed evitare problemi successivi.
Per Milan e Inter, San Siro resta la prima opzione. Ma ha una scadenza, visto che per i rossoneri c’è sempre San Donato sullo sfondo come piano B. E i nerazzurri, in caso di ostacoli, non avrebbero problemi a virare di nuovo su Rozzano. Tra il club di via Aldo Rossi e il Comune di San Donato è stato stipulato un accordo di programma con Regione, Città metropolitana, Ferrovie dello Stato e Autostrade e si procede. Non a caso, il presidente del Milan Paolo Scaroni ha chiarito a dicembre che si tratta di un “piano B” e nell’ultimo bilancio è stata dedicata al progetto San Donato una quota di 55 milioni. L’accordo di programma va così avanti e in estate, con ogni probabilità, il club sceglierà la strada definitiva. Questo perché a ottobre – allo scoccare dei 70 anni dall’edificazione delle storiche e riconoscibili rampe che avvolgono San Siro – scatterà il vincolo posto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Milano sul secondo anello. Come noto, da quel momento San Siro non sarà più modificabile e il progetto attuale delle due squadre cadrebbe (piuttosto difficile ipotizzare la costruzione di un altro stadio accanto, nella stessa area). È il motivo per cui il Milan tiene le due porte aperte, fiducioso che almeno uno dei due progetti vada in porto. Anche se a San Donato (come a San Siro, del resto) non tutti i residenti sono favorevoli alle novità. (di Michele Antonelli) —[email protected] (Web Info)
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