22 Novembre 2024
MagazineMusica

Sanremo 2020, la finale: con Amadeus vince l’Italia, vince Diodato

Condividi

Sanremo 9 feb. – La serata finale dei 70 anni del Festival si apre con l’inno nazionale. Inusuale come prassi, ma un momento che riporta il Festival alla sua missione originaria: essere fiore all’occhiello per il Paese e per il Mondo della fierezza italiana.

Cristiana Capotondi promuove la fiction ‘Bella da morire’, contro il femminicidio. Questo è stato il fil rouge singolare del Festival: potente, semplice, veritiero e non spettacolarizzato.

Ad aprire la gara é Michele Zarrillo seguito da Elodie.

La signora della Domenica, Mara Venier illumina anche l’Ariston. Toglie le scarpe con la sua leggerezza e le percorre a piedi nudi, con disinvoltura.

Con Mara anche Sanremo è casa! Rassicurante, materna, scanzonata, riceve un regalo da Amadeus: le chiavi di tutti i camerieri dell’Ariston. È il passaggio di consegna del palco da cui Mara condurrá la sua Domenica In.

Amadeus e la Venier lanciano Enrico Nigiotti.

Fiorello balla sulle note dell’orchestra che suona a tamburi battenti per la sua personale passerella.

”Questo non è un Festival ragazzi, perché chissà che cosa può accadere. Io ho visto cose veramente pazzesche…c’era Piero Pelù che struccava Achille Lauro. Il Festival di Sanremo dura 600 ore, ha fagocitato tutto. Non si parla più di politica. Ho visto Floris che parlava di pensioni con Elettra Lamborghini. Devo dire che i vertici Rai ci hanno proposto di fare il Sanremo bis. La risposta io e Amadeus la daremo alla fine di questa puntata: ovvero la settimana prossima”.

Fiore chiede l’applauso per Amadeus. Il pubblico è in piedi.

Ama indossa la parrucca di Maria De Filippi e scende le scale dell’Ariston. È il prezzo della scommessa fatta tra due amici sullo share delle puntate.

Fiorello  invita Amadeus ad imitare Maria e il conduttore sta al gioco.

Parte l’omaggio a Gianni Morandi con ‘Un mondo d’amore’ cantato da Ama e Fiore che si autoribattezzano ‘Gli Amarello’.

 

Torna all’Ariston Diletta Leotta. Con Amadeus annuncia Alberto Urso e Diodato.

Rconfermata anche Sabrina Salerno. La cantante fu scoperta da Claudio Cecchetto insieme ad Amadeus e Fiorello. I tre ringraziano pubblicamente il loro mentore e presentano Marco Masini.

In gara arriva anche Leo Gassmann, risultato vincitore dei Giovani e di fatto in competizione ufficiale con i big.

La musica del Festival aspetta anche stasera di essere guidata dalla voce di Tiziano Ferro arrivato sul palco alle 22.30.

”A 40 anni non accetto speculazioni sul tema”, dice Ferro, rivendicando la libertà della sua identità. Con padronanza il suo monologo sugli ‘anta’ entra dritto nelle orecchie di chi lo ascolta.

Dopo l’ultima esibizione di Tiziano Ferro che bacia il palco di Sanremo arriva il Gigante Piero Pelù. Con lui la musica compie il suo giro di armonia. Sul petto ha ancora un messaggio dedicato alle donne ‘Tu sei molto di più’.

Al primo Festival Pelù ha vinto la sua partita rock. Ha dato lustro alla musica in modo onorevole.

Anche Sofia Novello ricalca il palcoscenico del Teatro della canzone italiana. Sotto la sua guida approda in gara Levante.

Poi l’allegra compagnia dei Pinguini Tattici nucleari cede il passo ad Achille Lauro vestito come Queen Elizabeth.

É avanti anni luce Achille, come fa notare Fiorello che sceglie di farsi scattare una foto con l’artista performer.

Una danza acquatica profila il messaggio pro ambiente per l’eneregia pulita.

La serata scivola veloce senza stress. Junior Kelly si presenta con il suo ‘No, grazie’. Ha conquistato pian piano la critica, nonostante la diffidenza iniziale. Ha donato alla stampa una mascherina per superare lo scoglio del politicamente scorretto uso della stessa.

Spetta al validissimo musicista Raphael Gualazzi dare sfogo alla musicalità da ballare con ‘Carioca’.

Tosca è poeticamente e sensibilmente nella sua canzone. Gabbani si riconferma apprezzato dal pubblico.

Rita Pavone è la prova che la musica dona una seconda giovinezza ed è elisir di lunga vita.

‘Dov’é’ delle Vibrazioni ci fa sentire quel che non si può. Il linguaggio dei segni dá risposta al senso della canzone.

É l’ora dell’idolo femminile Biagio Antonacci. Atteso, ammirato, il cantautore presenta il suo ultimo singolo ‘Ti sapró aspettare’.

Ancora una volta Biagio canta l’amore. Come lo fa lui, leggere nel tempo delle storie di coppia, non lo fa nessuno.

É godimento eccelso sentirlo cantare con la voce inconfondibile che possiede.

“Benvenuto al nostro pigiama party”, gli urla Fiorello, ricordando il tempo del Cantagiro. Iris, Quanto tempo ancora e Liberatemi, è il medley ad effetto proposto.

Il diciottesimo cantante in gara è Anastasio. Il diciannovesimo, Riki. Seguono Giordana Angi, Paolo Iannacci. La sua è una bella canzone melodica, perfettamente aderente allo stile sanremese. Perbene, di classe, il figlio di Enzo Iannacci risulta degno figlio del padre.

Il twerk di Elettra Lamborghini, imitatissimo non solo dai giovani, ci trascina in vortici spagnoleggianti ed audaci.

Lei, idolo dei teenagers lascia il passo all’ultima esibizione di Rancore.

Amadeus decreta lo stop al televoto con ‘Boys, Boys, Boys’ di Sabrina Salerno. Tornano i ruggenti anni ‘80 in versione più soft.

I cantanti nella serata finale hanno dato molto di più. Il pubblico si è divertito ed appassionato alla musica. Amadeus ha creato un nuovo modo di vivere il Festival: italiano, riconoscibilissimo nel suo mood da spettacolo.

L’Amadeus bis non dispiacerebbe a nessuno. Fiorello e Ama si ripetono ‘È stato bello, bello, bello”. Che grande amicizia, che affiatamento sul palco!

Fiore chiude la performance con un brano di Fred Bongusto, ‘Amore fermati’. Ricorda questo grande artista e fa suonare tutta l’orchestra Rai.

La SLA con le sue dinamiche torna a far parlare di sé con Ivan Cottini che danza per la vita. “La diversità è bellezza ed io ne ho fatto un vanto”, dice Cottini.

Sul podio della 70esima edizione del Festival di Sanremo alla fine arrivano:

1Diodato

2 Gabbani

3 Pinguini Tattici nucleari

È festa per la musica italiana!

Dal quarto posto ritroviamo:

4 Le Vibrazioni

5 Piero Pelù

6 Tosca

7 Elodie

8 Achille Lauro

9 Irene Grandi

10 Rancore

11 Raphael Gualazzi

12 Levante

13 Anastasio

14 Alberto Urso

15 Marco Masini

16 Paolo Iannacci

17 Rita Pavone

18 Michele Zarrillo

19 Enrico Nigiotti

20 Giordana Angi

21 Elettra Lamborghini

22 Junior Kelly

23 Riki

Premio Critica Mia Martini: Fai Rumore – Diodato

Premio Lucio Dalla: Fai Rumore – Diodato

Premio Sergio Bardotti, miglior testo:  Eden, Rancore

Premio Giancarlo Bigazzi, miglior composizione musicale: Ho amato tutto, Tosca

Premio Tim Music: Viceversa, Francesco Gabbani

 

 


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.