Sanremo 2021, il meglio e il peggio della quarta serata vinta da Gaudiano
Sanremo, 6 mar. – Su Rai1 si riparte con la puntata in cui il vincitore delle nuove proposte si farà largo tra i big della musica italiana. Compagne di viaggio di Amadeus per la quarta serata, sono la giornalista Barbara Palombelli e il direttore d’orchestra Beatrice Venezi.
NUOVE PROPOSTE, PREMI E VINCITORE
La Venezi, madrina preparatissima della selezione dei giovani in lizza per Sanremo, presenta i quattro finalisti che si contendono lo scettro della vittoria di questa serata: Davide Shorty con «Regina», Folcast con «Scopriti», Gaudiano con «Polvere da sparo» e Wrongonyou con «Lezioni di volo».
A Wrongonyou va il Premio Mia Martini assegnato dalla sala stampa che vota anche il Premio Lucio Dalla spettante a Davide Shorty. Gaudiano, classe ‘91, di origini foggiane, vince il Festival dedicando il premio al padre scomparso due anni fa.
La sua canzone, ‘Polvere da sparo’ articola la rabbia, il rifiuto, la solitudine di fronte al lutto di un genitore.
Così il neo vincitore racconta la sua avventura musicale: “Il pezzo è nato di getto, mentre uscivo da un periodo difficilissimo, al centro del quale c’era solamente l’assenza di mio padre. Io e lui avevamo un rapporto speciale. I momenti insieme sono diventati immagini, le immagini si son fatte spazio e io ho deciso di custodirle, per parlare di lui, di noi, del dolore e della mia rinascita. Questo è “Polvere da sparo”.
IL MEGLIO E IL PEGGIO DELLA QUARTA SERATA
Dopo il lieto annuncio del primo vincitore sanremese, iniziano le esibizioni dei 26 cantanti in gara. D’ora in poi si gioca il tutto per tutto! Barbara Palombelli, emozionatissma fa il suo ingresso all’Ariston per affiancare nella conduzione Amadeus, mentre Fiorello fa ogni tanto capolino nella narrazione della quarta serata. Il mattatore non sa più cosa inventarsi. È Rosario il salvatore della patria, ma negli ultimi due anni è stato spremuto come un limone ed ora fatica a trainare il barcone sanremese.
Achille Lauro nel suo quarto quadro musicale duetta da vero performer con Fiorello. L’artista in candido abito da sposa e con il tricolore italiano, si incontra con Fiore che di nero vestito si presta al gioco interpretativo. Lo show shock ha fatto breccia nel pubblico che a furor di popolo ha promosso Achille e le sue trovate musicali.
Ibrahimović non carica il ritmo del festival e quando dice “c’è qualcosa che non va”, ha pienamente ragione perché la sua presenza risulta superflua, nemmeno accessoria.
Tra gli artisti in gara pollice in alto per Annalisa, Orietta Berti, la rappresentante di lista, Colapesce e Dimartino, Arisa, Noemi, Irama e naturalmente Ermal Meta.
La Palombelli rende il suo omaggio alle donne italiane raccontando chi sono, a partire dalla sua vita: “Mio padre voleva che avessi la stessa vita di Gigliola Cinquetti. Io invece ero una ragazzina ribelle; guidavo moto ed auto senza avere nemmeno la patente. Dovevo ribellarmi, ma dovevo anche lavorare. A 15 anni ho iniziato ad avere le prime occupazioni e non ho mai smesso; ma intanto ho fatto di tutto. Noi negli anni Settanta abbiamo dovuto lottare per i diritti e costruirli. Ecco ragazze, la chiave del nostro futuro è in queste parole: dovremo ribellarci sempre con il sorriso sulle labbra. Non ci dobbiamo arrendere anche se il prezzo è molto, ma molto alto. Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza. Le donne devono contribuire alla rinascita del nostro paese. Facciamo rumore!”.
Con un po’ di retorica e poca verve, Barbara raccoglie in un monologo la sua storia che va in parallelo con quella delle canzoni sanremesi che hanno segnato il suo percorso; traccia così, a suo modo, una cronologia della musica italiana.
Passano invece sottogamba gli ospiti musicali Mahmood, Emma ed Alessandra Amoroso.
Il ricordo di Renato Carosone vede sul palco la bravura e l’energia di Enzo Avitabile con i suoi bottari. Il risveglio di Amadeus e Fiorello spetta ad un signor artista napoletano, compositore attento ai fermenti e suoni mediterranei.
Un altro monologo dedicato ai professionisti dello spettacolo che non hanno mai perso la speranza di vedere accese le luci di un palco, riabita l’Ariston ma in un orario un po’ improbabile per essere recepito dal grande pubblico. Alessandra Amoroso e Matilde Gioli sottolineano quanto il lavoro debba essere un diritto per tutti e non un colpo di fortuna.
La gara prosegue ancora fino alla 26esima esibizione che regala questa classifica conclusiva:
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