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Sanremo rende eterne donne e musica italiana: con i duetti si sogna alla grande!

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Sanremo, 7 feb. – La serata dei duetti viene introdotta da Amadeus con ricordo e dedica alle vittime di Lodi. Poi la musica inizia il suo viaggio nei 70 anni di Festival e si viaggia tra diversi generi scelti dagli artisti.
L’esordio canoro spetta a Michele Zarrillo e Fausto Leali con ‘Deborah’. Il duo rivisita in chiave blues la canzone simbolo di Leali.
Le voci si riscaldano ed il cuore pure. Zarrillo segue Leali e viceversa. Deborah si modernizza.
Junior Kelly cerca di consegnare alla storia come Vasco Rossi, la sua performance al fianco de I Vito. ‘Vado al massimo’ è il suo leitmotiv. Un po’ reggae, l’arrangiamento è una contaminazione con Bob Marley.


Scende le scale in modo fatale Georgina Rodriguez. Da vera esperta di moda gioca con Amadeus sul suo abbigliamento elegante, dal colore perfetto perché juventino.
I due lanciano ‘Vacanze Romane’ del 1983, ispirato al cinema. Arisa e Marco Masini creano provano a creare virtuosismo puro, ma l’em di Arisa le incrina un po’ la voce.

Maso ama la musica suonata a dovere; è perfezionista e questa canzone gli permette di seguire con rispetto le proprie inclinazioni, lavorando con la più bella voce italiana femminile: quella di Arisa.
La rivisitazione è dance e rende attualissima la reinterpretazione del pezzo.

Alketa Vjsiu di rosa vestita è visione eterea e il suo discorrere fluentemente lascia Amadeus a bocca aperta.

 

Amadeus introduce sette amiche speciali che in musica lanciano un messaggio contro la violenza sulle donne. ‘In piedi signori davanti a una donna’! Ci sono Sono Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, Elisa, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Gianna Nannini, Giorgia che lanciano il concerto a Campovolo il prossimo 19 settembre: “Ci siamo schierate ancora una volta perché non ne possiamo più di donne uccise”.

I proventi saranno devoluti ai centri antiviolenza nella più totale trasparenza, “perché quando una donna lotta lo fa per tutte”.

Un microfono rosso simboleggia l’iniziativa del dare grande voce alla vita delle donne. Ognuna delle sette artiste avrà sul palco la propria band e tanti uomini a rappresentare l’esigenza che stiano accanto al gentil sesso per una battaglia che deve essere vinta.

Tornano i duetti di scena. Dopo ‘Volare’ è la seconda canzone più ricordata del Festival, ‘Edera’, intonata da Riki con  Ana Mena. Il brano è estremamente pop anni ‘80. Risulta fresco in barba agli anni che furono!

Il 1964 celebra Mina e la sua ‘E se domani’. Raphael Gualazzi e Simona Molinari la traducono in jazz sound che trasporta l’Ariston nelle grandi hall della musica europea. Che atmosfera sopraffina! Le coppie si prendono per mano e il ‘guancia a guancia’ ha il sopravvento.

La gara continua in attesa del Premio Oscar Roberto Benigni.

’Spalle al muro’ di Nava- Zero è il brano scelto da Anastasio per essere trasposto in rap in collaborazione con la Premiata Forneria Marconi. Ogni parola è lama che trafigge udito ed anima per l’importanza del testo. E i vecchi ottengono forza tirata fuori con i denti.

Arriva la canzone inno ‘Si può dare di più’ interpretata da Levante con Francesca Michelin e Mariantonietta. Risulta emblematico che siano oggi tre donne a cantare il testo del trio maschile Tozzi, Morandi, Ruggeri. L’effetto è quello ottenuto negli anni ‘80: coralità estrema che diventa un messaggio nel messaggio.

Alberto Urso ed Ornella Vanoni sinesibiscono in ‘La voce del silenzio’. Una grande vocalità  come quella di Urso dona ampiezza al pezzo.

Elodie si commuove su ‘Adesso tu’. La canzone di Elisa ‘Luce’ è la scelta di Rancore, Dardust e la rappresentante di lista. I Pinguni volanti offrono il medley migliore. Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi danno intensità a ‘Ti regalerò una rosa’.

In pompa magna fa il suo ingresso Benigni. La sua parata trionfale introduce il lungo monologo su ‘Il Cantico dei Cantici’. È elogio poetico all’amore senza catene, anticonvenzionale.

Poi tocca a Mika conferire internazionalità alla serata. Il cantante si divide tra l’Ariston e Piazza Colombo destreggiandosi come starlette.

La Rodriguez si esibisce in un tango argentino sotto lo sguardo attento di Ronaldo. È più spigliata delle donne italiane avvicendatesi in questi giorni sul palco.

Finalmente entra Tiziano Ferro con ‘In mezzo a questo inverno’. Era mancata la sua voce in questo terzo appuntamento dedicato alla canzone italiana.

Le Vibrazioni con ‘Una emozione da poco’ danno il tocco ‘rock’ alla notte di Rai1.

Diodato e Nina Zilli donano atmosfera  retró a ‘Ventiquattro mila baci’.

Ambientata in una piazza immaginaria ‘Piazza Grande’ é la scelta di Tosca con Silvia Perez Cruz. È lei l’eleganza assoluta del Festival che investe di un po’ di Andalusia il brano italiano che così è tutto spagnoleggiante.

Attesa Rita Pavone con Amedeo Minghi che ripropongono 1950, uno dei brani eterni della musica italiana, un’immagine storica italiana ed un’onda di sensazioni di libertà.

Achille Lauro omaggia le donne con ‘Gli uomini non cambiano’. Con lui c’é Annalisa. Questa sera Achille è David Bowie. Con gli abiti celebra  le star della musica internazionale. Coraggioso e geniale! Canta al femminile ed é un atto voluto per le donne.

Morgan dá voce all’orchestra. Quando si siede al piano è un moderno Mozart e la musica classica rivive in un attimo. Stupenda la versione di ‘La mia canzone per te’.

‘Cuore Matto’ è il pezzo forte scelto da Piero Pelù. È metal la sua esibizione. Tutta carica di fermenti di note.
Il meglio arriva a notte inoltrata all’Ariston. Pelù omaggia Little Tony. Piero litfibizza tutto. Di rosso vestito con fascia nera asserisce: “Perché a volte mi vergogno di essere uomo, questa fascia è per le donne”.
Il teatro-canzone di Enzo Iannacci rivive in Paolo Iannacci con Francesco Mandelli e Daniele Moretto.
Elettra Lamborghini ricorda Claudia Mori con ‘Non succederá più’. Provocatoria nell’accoppiata con Miss Keta, il suo è un inno all’amore etero e gay.
L’ultima esibizione è quella di Gabbani con ‘L’Italiano’ di Toto Cutugno. La gara si chiude con la bandiera musicale dell’Italia nel mondo. È canzone manifesto. Sbarca sulla Luna e rivendica l’eccezionalità nostrana.


Sulla scia nazionale l’albanese  Alketa prende la parola: “Grazie Italia per aver tenuti accesi i nostri sogni perché ci hai illuminato con la tua cultura e con la musica simbolo di integrazione”.

Intanto trionfa Tosca con il suo duetto argentino. La medaglia è rosa!


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.