Sanremo si ama, il tempio della musica lancia il suo slogan omaggiando Giogió Cutolo e Toto Cutugno nella prima serata del Festival
Si apre con il quarto reggimento della Fanfara dei Carabinieri la 74esima edizione del Festival della Canzone italiana. Squilli di tromba accolgono il momento di festa che debutta all’Ariston con il consolidato padrone di casa Amadeus e Marco Mengoni accolto da un’ovazione della platea. “Manca pochissimo e poi nulla sarà più come prima. Ascolteremo le 30 canzoni che ci cambieranno la vita”, dice Mengoni visibilmente commosso. Prende un respiro per superare la sensazione del cuore in gola e dá vita alla magia sanremese.
Con un timido segno della croce in sordina, Amadeus di bianco vestito, saluta moglie e figlio in platea per avere la carica giusta che serve nella prima lunga notte dell’’Ariston. L’esordio canoro tocca a Clara, una giovane artista che rompe il ghiaccio con un testo di cui è anche autrice. ‘Diamanti grezzi’ rende l’idea di ciò che rappresenta il debutto di ogni stagione sanremese, che attende a splendere mentre carbura di serata in serata.
La prima ballad di Sangiovanni è a prova di gradimento del pubblico di teenager. Sangiovanni nella sua tenuta da piccolo principe torna dopo due anni in gara, a testa alta, ma non impressiona.
Il bianco è il colore della serata e viene indossato anche da Fiorella Mannoia, che con la sua Mariposa fa schioccare le dita con un ritmo che saluta il suo impero e la sua fama di artista che sa cantare tutto…anche un folk che mette il buonumore e trasforma il teatro della canzone italiana in balera in cui danzare.
Il ritorno di Ibrahimoviç che irrompe dalla platea a sorpresa, lega il vecchio e il nuovo, dando continuità al Sanremo firmato Amadeus che ha retto anche durante la pandemia.
Il look punk rock del trio La Sad presenta ‘Autodistruttivo’, un claim per le nuove generazioni che hanno bisogno di leggere in note la loro contemporaneità prevenendo il suicido. ‘La musica ci ha salvato la vita’, gridano, sperando di dare il buon esempio e di fidelizzare la platea.
Marco Mengoni segna la cesura tra primo e secondo blocco con la canzone ‘Due vite’ che lo scorso anno lo ha visto vincitore del Festival. Ci si emoziona nuovamente mentre l’Ariston la intona a squarciagola. Sanremo è la prova di come la musica entri nella nostra memoria e la culli nel tempo.
Irama e Ghali interpretano entrambi a modo proprio, lo spirito della musica attuale. Il primo ci ricorda nel suo look uno Sting Old style con ‘Tu no’, mentre Ghali col suo pezzo orecchiabile e radiofonico ‘Casa mia’ fa subito mood da ritornello da mettere su in auto. Il ritorno dei Negroamaro dopo 19 anni al Festival, dá valore al loro testo ‘Ricominciamo tutto’. Romantica nel loro stile, piacevole all’ascolto, è la prima canzone a presentarsi come ‘Sanremese’ nella sua composizione melodica. Annalisa lancia la sua super hit ‘Sinceramente’ ,che risulta una conferma per il futuro delle programmazioni radiofoniche in pieno stile dance.
Tutti la reputano un “cavallo di razza da podio per la grande sintonia tra look, ritmo e impronta canora che in questa prima serata si differenzia.
Il clima si scalda enfaticamente con l’omaggio a Giogió Cutolo, morto a 24 anni per mano di un giovane assassino, mentre avrebbe voluto continuare a suonare, anche a Sanremo. La mamma Daniela, tra le lacrime ricorda questo suo desiderio di vivere per fare musica e lascia percepire a tutta Italia, attraverso le sue parole, il valore umano di Giovan Battista che risuona all’Ariston grazie a questo omaggio che dà vita anche a ciò che la morte ha spezzato. ‘Ciao Ammore mio’, sono le parole che suonano come un sigillo nel suo ricordo. Daniela non si ferma nel suo intervento e dedica un omaggio floreale, quello che le è stato donato sul palco, alla sua città, Napoli; alle istituzioni; al tempio della musica; alla giustizia e ad Amadeus che ha dato respiro a questa storia.
‘Tuta Gold’ di Mahmood ha l’intento di riportare l’atmosfera di festa sul palco, ma non ci riesce con testo e musica che non fanno la differenza rispetto allo stile portato avanti dall’artista. Diodato dalla sua, smuove qualcosa con il suo ritornello ‘Ti muovi’. È l’esempio di un cantautorato che ancora inneggia all’amore. L’esplosione della danza sul palco crea con lui, il primo vero effetto coreografico che fa incursione alle 22.46 sul palco, riscontrando gradimento.
Ma è l’omaggio a Toto Cutugno, cui è dedicato il Festival, a fare la differenza ricordando un autore sensibile e prolifico della canzone italiana, a cui troppo poco il mondo della musica ha tributato…anche in questa serata in cui sarebbe stata doverosa una carrellata di successi dell’artista scomparso.
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