Sant’Anastasia, salgono a 32 i casi di contagio al coronavirus
Sant’Anastasia, 26 marzo 2020 – Crescono i contagi da Codiv19 nel perimetro della cittadella Mariana. Salgono a 32 i casi al coronavirus. Restare a casa e uscire solo in casi di necessaria necessità diventa un ‘dovere’, che giorno dopo giorno è sempre più importante, per la piccola comunità anastasiana, dove i 24 contagiati sono gli anziani ospiti della residenza sanitaria, curata dai padri domenicani di Madonna dell’Arco che conta anche tre decessi. Martedì notte, a dare la notizia via web alla comunità, è stato il priore del santuario mariano, padre Alessio Romano: “Grazie di cuore agli operatori dell’Asl, al commissario prefettizio, alle forze dell’ordine, a tutti coloro che in queste ore ci sono stati accanto. Il Coronavirus è democratico, è una livella, può arrivare ovunque. Due sono i tamponi positivi effettuati su ospiti della Residenza Anziani di Madonna dell’Arco ora in quarantena obbligatoria. Poco fa a me e a tutti gli altri confratelli è stato effettuato, per precauzione il tampone, come a tutti gli ospiti, al personale delle case di riposo. Ci affidiamo alla Mamma dell’Arco che secoli fa, in questo giorno, dette vita al miracolo delle Stelle”. Dopo i due tamponi positivi effettuati nella notte tra martedì e mercoledì, sono saliti a 24 i contagiati, tra ospiti, i dipendenti della Rsa, ed un medico. Il cerchio del contagio si espande, anche perché’ il personale contagiato proviene da diversi comuni tra i quali Acerra e Volla e altri del Vesuviano e Nolano, tra cui Somma Vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Cicciano, Pollena Trocchia. Padre Alessio Romano, priore del Santuario di Madonna dell’Arco, attraverso le pagine del web, parla alla comunità: “Non avrei mai voluto dover scrivere questo post, ma le voci, i pettegolezzi, i giudizi che stanno debordando dal web e sui telefonini in queste ore, mi impongono di non restare in silenzio. La mia priorità è stata, fin dal principio di questa emergenza e ancor prima che fossero adottate in tutta Italia misure ad hoc, di tutelare le persone, i degenti della Residenza Sanitaria Anziani, i dipendenti, i confratelli, tutti. L’ho fatto subito, adottando misure di prevenzione ancor prima che queste ultime diventassero regole imposte da Governo, Regione, Asl. Ho deciso io di prenderle, conscio che mio dovere è rassicurare, garantire un clima di serenità. Purtroppo ‘il nemico’ non è di quelli da sottovalutare, e noi non lo abbiamo fatto. Leggo commenti che creano allarmismi inutili e che profittano del momento difficile, sostenendo che tutto ciò sarebbe colpa nostra, mia e dei Domenicani, mia e della direzione della Rsa. Smettetela, perché non sapete di cosa state parlando! Tuttora, dopo circa 16 ore, l’Asl non ha ancora consegnato tutti i risultati. Io stesso ho un risultato ufficioso, per quel che mi riguarda. Mettiamo ordine: il primo tampone è stato richiesto dal medico curante di un degente il 17 di marzo. Lo sapete quando sono arrivati ad effettuarlo? Ve lo dico io: lunedì scorso, il 23 marzo, in seguito a ben tre morti due dei quali risultati positivi. Otto giorni fondamentali. Solo allora chi di dovere ha compreso che ciò che noi avevamo chiesto era urgente ed importante. Nonostante le sollecitazioni, mie e del medico curante, il risultato è giunto solo dopo che ci è scappato il morto. Perciò, se chi parla da dietro una tastiera si sente più bravo, efficiente, efficace dei medici, dei dirigenti Asl e di tutti coloro che hanno la responsabilità di vite umane, scendessero in strada e andassero a dar loro una mano, andassero a richiedere tamponi se ci riescono, venissero a darci una mano nelle case di riposo che stanno diventando, la Mamma dell’Arco ci salvi, focolai in tutta Italia, come gli ospedali”. Intanto sono ancora attesi i risultati del resto dei tamponi effettuati dal personale Asl nella notte di martedì, e predisposti presso l’ospedale di Nola.
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