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Sarri ferma la corsa del Napoli. Sconfitta imprevista al Maradona

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di Luca Muratgia.

Il Napoli perde l’anticipo della 24 giornata in casa, contro la Lazio dell’ex Maurizio Sarri. Una sconfitta dolorosa che, al momento, non compromette ancora le chance scudetto degli azzurri grazie al monumentale vantaggio maturato fino ad ora che consente di guardare al passo falso di ieri con una preoccupazione moderata. È bene precisare, come ammesso dallo stesso Spalletti, che non è stato il solito Napoli, poco profondo nella manovra, lento, a tratti confusionario, incapace di rendersi pericoloso in maniera convincente soprattutto nel primo tempo. In queste circostanze, la linea di confine tra i demeriti propri e i meriti degli avversari è molto sottile, perché la Lazio ha giocato una partita importante, chiudendo tutte le lineeresti di passaggio e giocando in venti metri.

La partita l’ha fatta il Napoli, gestendo il possesso palla, costringendo gli avversari chiudersi e concedendo pochissimo. Si è trattato però si una supremazia sterile priva di conseguenze significative dal punto di vista della pericolosità. Il primo tempo, se si eccettua un miracoloso salvataggio sulla linea di Di Lorenzo scivola via bloccato e senza emozioni importanti in zona rete. Nella seconda frazione di gioco il Napoli alza il ritmo alla ricerca della vittoria rendendosi pericoloso con un tiro dal limite di Zielisky e qualche altro tiro deviato in calcio d’angolo. Ma proprio nel momento migliore dei partenopei, Vecino pesca il jolly dalla distanza portando in vantaggio i capitolini. La reazione del Napoli è sfortunata con una traversa clamorosa di Osimhen e un salvataggio provvidenziale di Provedel sulla linea sulla ribattuta di Kim. Tirando le somme la Lazio vince a Napoli senza demeritare ma il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. A Sarri va dato grande merito di essere stato bravo ad imbrigliare la capolista dimostrando di essere uno dei migliori allenatori in circolazione, magari non avrà meritato la vittoria ma gli va conferito il merito di aver limitato la potenzialità degli azzurri.

Il Napoli dunque perde l’imbattibilità interna che durava addirittura da aprile 2022 ed è una sconfitta che brucia perché pone fine ad una cavalcata inarrestabile che sembrava non trovare ostacoli di sorta e smorza gli entusiasmi magari anche eccessivi intravisti in città nelle ultime settimane. Sarebbe, a tal proposito, riporre torte mascherate e bandiere scudettate perchè, è bene ribadirlo, il Napoli il campionato non lo ha ancora vinto, il cammino intrapreso fino ad ora è stato esaltante ma, di per se, non è sufficiente per considerarsi campioni d’Italia, mancano tredici partite alla fine del campionato e il Napoli dovrà vincerne ancora molte.


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