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‘Scacco Matto’, il potere della mente asseconda la risata in una cavalcata delle Valkirie teatrale

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Acerra, 7 apr. – Cinque protagonisti in scena per chiudere in bellezza la rassegna del Teatro Italia di Acerra. Seguendo l’irriverente vena creativa di Lello Marangio e Lucio Pierri, lo spettacolo prodotto da Gianluca Corcione, fa ‘Scacco matto’, con la sua trama esilarante, intrisa di profonda riflessione.

I giochi della mente, psicoanalizzata fino a far uscire ogni singola mania dei protagonisti in scena, rivelano che dalle paturnie può sempre derivare qualcosa di buono, nonostante si stenti a crederlo.

Il benessere della mente passa attraverso la buona pratica della battuta adoperata da Lucio Pierri. I suoi ritmi teatrali sono una vera e propria cavalcata delle Valkirie, da far invidia all’illustrissimo Wagner. La battuta che procede ad onda sul palcoscenico, in una parabola ascendente di emozioni e suspense, viene raccolta egregiamente da Claudia Mercurio.

Ottima l’intuizione di catapultare a teatro una stella della tv, che supera brillantemente e con disinvoltura, il suo battesimo del palcoscenico. La Mercurio segue i tempi dei colleghi alla perfezione, dando “un tono” al suo ruolo.

L’apoteosi della risata si raggiunge con l’arrivo in scena di un grande professionista, Gianni Parisi. L’attore e regista che ha lavorato con Massimo Troisi, Lello Arena, Mario Merola, Luisa Conte, Nino Taranto e molti altri blasoni del teatro partenopeo e del cinema italiano, dona quel ‘quid’ in più allo spettacolo. Nelle vesti di un paziente affetto da ansia cronica, Parisi gioca la sua partita con Pierri in ogni senso. Il loro è un braccio di ferro tra la battuta più esilarante che porta alla risoluzione della trama messa in scena.

Il dott. Pugliese (Lucio Pierri), si interfaccia comicamente con un altro paziente, Giosiano Felago, ossessionato dal cibo ed ipocondriaco. È lui la vera spalla di Parisi in scena, tanto che con la sua simpatia mimica, colora dinamicamente lo spettacolo “mordendo” la battuta dei colleghi.

Un trio degno di nota, delinea pian piano tra quadri clinici paradossali dati letteralmente in pasto al finto travestimento da dottoressa attribuito alla Mercurio, il vero giallo della vicenda; si tratta della ricerca di un quadro di Dalì, dal valore inestimabile, lasciato in eredità al dott. Pugliese dal suo stesso padre, che lo aveva vinto al gioco.

Tra una serie di doppi sensi, il pubblico si incuriosisce, ancor più quando vede Pierri sdoppiarsi teatralmente nelle vesti di un fratello poco raccomandabile, pronto ad estorcergli denaro.

Questa capacità di travestitismo ereditata direttamente dai Menecmi plautini del III sec. a.c., è una buona pratica teatrale che a Pierri riesce bene e che ormai lo identifica. L’arte e l’amore per essa viene coinvolta nella trama dalla presenza di un collega del dottor Pugliese, Massimo Carrino, al quale quest’ultimo ha l’abitudine di sottrarre i pazienti. I due si burlano vicendevolmente della propria buona fede, delineando così un concetto sempiterno: chi la fa, l’aspetti!

Aleggia sulla scena lo spettro metaforico de ‘L’Idiota’ di Dostoevskij, che sostenuto delle parole impresse sulle quinte teatrali, ribadisce: “In fondo, sono molte le cose di cui si può ridere. E’ stata una lezione non giudicare prima di conoscere”.

Così le quattro mani di Marangio e Pierri, trasformano il teatro in un chiosco da cui attingere per alimentare la vita. ‘Scacco matto’ è uno dei più bei lavori scritti dai due professionisti che al Teatro Italia di Acerra fanno riconoscere ancora una volta, con sensibilità, lo spettatore in quanto raccontato.

Fotogallery di Arturo Favella

 

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.