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Scelto Garcia per il dopo Spalletti. De Laurentis presenta il nuovo tecnico alla reggia di Capodimonte

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di Luca Muratgia.

Il cervellotico rebus che ha caratterizzato l’intero periodo post festeggiamenti, relativo al nome del nuovo allenatore azzurro è stato risolto dal rituale tweet presidenziale che ha posto la parola fine alla delirante e compulsiva ricerca di nomi circolati in questi giorni. In realtà la lista dei “papabili”, ad un’attenta riflessione, era in realtà molto più limitata di quanto non si credesse sia per motivi tecnico tattici, sia per motivi economici. Da un punto di vista tecnico tattico, appariva inevitabile che la società azzurra optasse per la continuità rispetto alla precedente conduzione tecnica per cui la ricerca è stata ristretta ad allenatori che praticassero come modulo tattico lo stesso della scorsa stagione, il 4-3-3 o, in alternativa, il 4-2-3-1. Per quanto sopra riportato, alcuni nomi circolati in queste due settimane apparivano del tutto improponibili. I vari Gasperini, Palladino o Juric, pur essendo allenatori particolarmente affidabili e preparati, avrebbero comportato una vera e propria rivoluzione non solo tattica ma anche tecnica perché i giocatori attualmente in rosa, per caratteristiche, risultano poco plasmabili e adattabili a moduli tanto diversi. Una scelta che sarebbe stata troppo rischiosa addirittura per in personaggio che ama il rischio come Aurelio De Laurentis, per una compagine che si è appena laureata campione d’Italia. Altro aspetto determinante e che ha comportato un ulteriore restringimento nella scelta del successore di Spalletti è risultato essere quello economico. Il Napoli non dispone di capacità economiche illimitate e la politica societaria, da sempre, è strutturata sull’equilibrio economico e finanziario tanto da diventare un modello in termini di sostenibilità con parametri economici estremamente rigidi sia per il costo dei cartellini, sia per quanto riguarda il monte ingaggi. Erano, pertanto, da scartare fin dall’inizio, allenatori di alto profilo ma non alla portata delle finanze azzurre. I vari Klopp, Conte, Simeone o Galtier, pur essendo tecnici di grande spessore, e di assoluto livello internazionale, avrebbero richiesto ingaggi proibitivi per le casse azzurre. Inoltre lo stesso Antonio Conte, tanto per citare un nome emblematico, è rinomato per le sue richieste di giocatori di grande levatura internazionale e, pertanto, inavvicinabili per tutte le società delle dimensioni del Napoli.
Con questi due prevedibili “filtri”, la scelta del presidente Aurelio De Laurentis è stata circoscritta a pochissimi nomi.
Rudy Garcia rappresenta una scelta oculata e valutata con attenzione, la sintesi perfetta tra valore e necessità. Il suo nome, in verità,  non è stato salutato da eccessivo entusiasmo, suscitando perplessità e scetticismo tra la tifoseria che si aspettava il classico colpo di teatro da parte del presidente che invece non c’è stato. Il tecnico francese, conosciuto in Italia per aver allenato con alterne fortune la Roma nei campionati 2013-2014, 2014-15 e 2015-2016, prima di essere esonerato e sostituto (strano scherzo del destino) proprio da Luciano Spalletti, porta con se un discreto bagaglio di esperienza internazionale riuscendo ad ottenere risultati importanti ed inaspettati in Europa League con il Marsiglia e in Champions con l’Olympique Lione.
Nella presentazione avvenuta ieri, nella suggestiva location della Reggia di Capodimonte, si è evidenziato come il comune denominatore tra lui e la società è l’ambizione, la voglia di vincere trofei e la fame.
Inutile, su queste basi, scervellarsi in pronostici che risulterebbero, allo stato, del tutto inattendibili. L’unico comportamento appropriato, sarebbe quello di attendere e conferire la giusta tranquillità al tecnico transalpino, senza avventurarsi in considerazioni tanto inutili quanto dannose indispensabile per consentirgli di lavorare serenamente e quindi bene. Resta da capire tra l’altro quale sarà il materiale umano a disposizione n considerazione della partenza della rivelazione del campionato, il difensore Kim, data ormai quasi per certa e delle continue richieste rivolte ai pezzi pregiati della rosa azzurra posti direttamente sulle luci della ribalta soprattutto per il glorioso percorso della stagione azzurra, culminato nella storica conquista del terzo scudetto dopo 33 anni di attesa.


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