Scuola, l’accusa di Allocca: “Un pasticcio, saltate tutte le regole”
La data unitaria per l’apertura delle scuole in Italia è ormai già saltata. Intanto è arrivato settembre e i nodi da sciogliere sono ancora tanti. “Le regole chiare che, in base ad ogni tipo di scenario, dovevano essere pianificate già sei mesi fa, chiare non lo sono mai state. Mascherine? Distanziamento? Riduzione numero di alunni per classe? «Fate un po’ come volete, se potete e dove vi pare», è stata in sostanza la risposta finale del Governo e dell’eccellente e strapagato comitato tecnico scientifico”. È quanto afferma Francesca Allocca, candidata alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre nella lista di Fratelli d’Italia, a sostegno di Caldoro presidente. Prosegue Allocca: “La responsabilità decisionale, alla fine, è passata a sindaci e dirigenti scolastici. Un caos senza fine che peserà sulla pelle delle famiglie e di chi a scuola ci lavora”.
Non va meglio in Campania, «la patria del lanciafiamme». Dice ancora Allocca: “Il governatore De Luca sta pensando di rimandare l’apertura delle scuole, ma quando ce lo farà sapere? Certo, è dura con la campagna elettorale agli sgoccioli dover accontentare tutti. De Luca deve trovare un equilibrio fra sicurezza e garanzia del diritto allo studio; deve dare risposte chiare subito affinché in tutta sicurezza le famiglie possano organizzare il ritorno al lavoro e quello in classe dei bambini. E se tutte le famiglie sono già al limite della sopportazione, quelle che hanno bambini speciali devono avere garanzie su accudimento, supporto e trasporto scolastico.”
“Infine – continua la candidata alle elezioni regionali – ciò che sta accadendo alla categoria dei docenti in questi giorni è assolutamente vergognoso: ore di attesa per un test sierologico veloce, in alcuni casi, dopo uno snervante rimpallo tra medici di famiglia e Asl, con risultati che spesso non arrivano come dovrebbero con il sistema di messaggistica sul cellulare. Tanti insegnanti hanno deciso di fare il test sierologico (molto più attendibile) presso laboratori privati. Altri ci hanno rinunciato.” Occorre un piano vero che non c’è. “Chiudere la scuola non è la soluzione. E non lo è nemmeno allargare il concetto di congiunti (una delle tante tristi affermazioni che mostrano l’incapacità totale di coloro che sono chiamati a operare scelte sulla nostra salute). – dice Allocca – Le misure per la scuola devono essere parte di un piano complessivo, calibrato a seconda degli esiti di una nuova sorveglianza epidemiologica a spettro ampio.”
Francesca Allocca propone pochi e risoluti step: “Misurazione febbre a casa e a scuola; classi dimezzate; distanziamento; mascherine; areare le aule molto spesso, finché possibile tenere le finestre spalancate; utilizzare spazi all’aperto e/o coperti ampi areati; pensare all’uso di un microfono (da disinfettare), ove possibile per evitare che gli alunni parlino ad alta voce con aumento di goccioline di saliva nell’aria. A tutto ciò occorre affiancare con cadenza regolare i test sierologici – conclude – molto utili potrebbero essere quelli con la saliva da poco messi a punto. Insomma, le cose da fare ci sono. Chi e perché non ha voluto disporle nell’arco di questi lunghi sei mesi?”
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