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Seduttivo e poetico ‘Shakespea Re di Napoli’, al Sannazaro applausi senza sosta per Ruggiero Cappuccio

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Napoli, 14 gen. – Il silenzio sacro dell’arte rotto da cinque minuti di applausi continui. Seduttiva la scrittura di Ruggiero Cappuccio, che scava nel desiderio fino a lasciar emergere la sua follia. Personaggi come tableau vivant in immagini epiche stagliate sulla zattera ispirata da un dipinto di Gericault, restituiscono al teatro la sua elevata dignità.
Sublime, vivo, come la tarantola pronta a mordere e stillare veleno di bellezza, il dialetto diventa pura poesia e alternato all’inglese, collega due mondi lontani eppure pregni di arte. Napoli e l’Inghilterra vengono legate a doppio filo dalla passione per la prosa e dall’amore rovente che getta nelle tenebre il cuore abbandonato nel mare della solitudine.

Una Napoli oscura e carnascialesca avvolge col suo manto misterioso maschere, incontri e risvolti di un testo teatrale longevo, coperto dall’eterna benedizione delle Muse dell’arte.

Quella che sarebbe stata anche un’ottima sceneggiatura cinematografica, viene riproposta da Cappuccio al Sannazaro, con tutta la sua carica maledetta e passionale.

Sulla scena Claudio Di Palma e Ciro Damiano recitano con tanta padronanza da suscitare lacrime e brividi di commozione. La vibrazione del recitato pervade i sensi degli spettatori, giunti all’ara del palcoscenico, come fedeli oranti al servizio della battuta dei teatranti.

Desiderio fa entrare nelle vene tutto l’ardore della sua sofferenza e dell’anelito di rivedere Skakespeare, il poeta conosciuto a palazzo reale sotto le mentite spoglie del vicerè di Napoli, in cerca di un attore partenopeo da portare con sé in patria per recitare al Globe.

L’artista di piazza abbandonato alla Marina in fasce e raccolto dall’amico  Zoroastro, a sua volta alchimista per necessità, ma attore per vocazione, una volta rientrato a Napoli dal viaggio in Inghilterra, porta con sè un segreto da rivelare a Zoroastro solo quando sarà il momento opportuno.

Intanto i sonetti del poeta di Stratford Upon Avon  vengono custoditi in una cassa intrisa d’acqua durante il nostos poetico di Desiderio, nell’attesa di recuperare un quadro di Shakespeare a lui donato.

Caravaggesco l’epilogo tragico della pièce che lascia Desiderio intrappolato dalla morte in un quadro riempito di solo vaneggiar d’amore.

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.