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Si chiude il campionato.  Scritta la storia ma il futuro è incerto 

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Si conclude al Maradona la stagione del Napoli con una cavalcata trionfale che ha visto gli azzurri dominare senza discussioni un campionato caratterizzato da un unico colore, l’azzurro. A certificare la supremazia partenopea, c’è stata la consacrazione al miglior attaccante del campionato oltre che capocannoniere con 26 gol, Victor Osimhen, il miglior difensore, forse la reale rivelazione del campionato Minjae Kim e del miglior giocatore in assoluto, e stiamo parlando del beniamino assoluto dei tifosi azzurri, Kvicha Kvaratskhelia. Lo scudetto, ormai conquistato matematicamente da circa un mese, è stato celebrato ieri con la formle consegna della coppa, con la singola chiamata per ogni singolo giocatore e per tutti gli artefici di questa stagione e con lo show successivo monopolizzato da artisti napoletani, da Tuttio De Piscopo ad Alessandro Siani, da James Senese a Gigi D’Alessio, da Nino D’Angelo a Clementino ed andato in onda sulle reti nazionali in prima serata.
Gli spunti per l’evento di ieri sono molteplici ad di là dell’esito platonico ed insignificante della partita. In primis è stato celebrato degnamente l’addio al calcio di Fabio Quagliarella. Per un curioso scherzo del destino, il discusso attaccante napoletano e tifoso del Napoli, proprio ieri, al termine di una gloriosa carriera, ha deciso a 41 anni il suo ritiro ufficiale dal calcio giocato. Il tibuto regalato dal Maradona al centravanti stabiese è stato commovente, tanto che lo stesso attaccante non ha potuto fare a meno di versare lacrime cariche di emozioni.
Un omaggio ed un saluto sontuoso, vivo e doloroso è stato tributato all’artefice numero uno del trionfo azzurro, Luciano Spalletti. L’allenatore toscano andrà via, non più avvezzo, a 64 anni, di subire ed a gestire le pressioni già di per se schiaccianti, ma che a Napoli, per un oscuro lavoro gravitazionale, vengono centuplicate fino a diventare insostenibili. Lascia e lascerà un vuoto difficilmente colmabile e chiunque sarà nel nominato suo successore, avrà l’ingrato compito di cercare di farlo dimenticare in fretta, anzi il più in fretta possibile. Ai più questo addio è parso come un’imperdonabile occasione sprecata. C’era la possibilità di aprire un ciclo vincente, ciclo che avrebbe potuto considerarsi tale solo nel segno della continuità, di uomini, di idee, di progetti. E invece si dovrà ripartire di nuovo da zero. La partita, come accennato, aveva ben poco da dire, un testa coda di fine stagione contro la retrocessa Sampdoria che hanno visto gli uomini di Spalletti imporsi per 2-0 con i gol di Osimhen su rigore e del Cholito Simeone che ha poi omaggiato Diego Armando Maradona con una maglia numero 10 rivolta verso Claudia Villafane e Janina (rispettivamente ex moglie e figlia dell’indimenticato ed indimenticabile fuoriclasse argentino), oggi presenti in tribuna. Ma il 2-0 finale è parso l’aspetto meno rilevante della giornata di ieri. Ieri era solo la giornata della festa, e derlle domande

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