22 Novembre 2024
Attualità

Sind. Naz. SIFUS CONFALI contro Aziende che lasciano Italia e licenziano

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IL SEGRETARIO GENERALE DEL SIFUS CONFALI, MAURIZIO GROSSO: “IL MINISTRO ORLANDO E IL PRESIDENTE DRAGHI SI IMPONGANO  E DEFINISCANO UNA RIFORMA CAPACE DI FRENARE ‘LA FUGA CON BOTTINO’ DA PARTE DI QUELLE IMPRESE CHE POI LASCIANO L’ITALIA ABBANDONANDO I LAVORATORI  AL PROPRIO DESTINO, SENZA PIU’ LAVORO E SENZA PIU’ FUTURO”

“Il Ministro Orlando e il Presidente Draghi si impongano  e definiscano una riforma capace di frenare la ‘fuga con bottino’ da parte di quelle imprese che poi lasciano l’Italia, abbandonando i lavoratori al proprio destino, senza più lavoro e senza più futuro”. L’appello arriva con forza dal Segretario Generale del SIFUS CONFALI, Maurizio Grosso, il quale si aspetta che “il Ministro Orlando e il Presidente Draghi proseguano nel loro buon intento di costruire una riforma capace di frenare la fuga repentina di quelle imprese e multinazionali che, dopo l’accaparrarsi di contributi e finanziamenti in Italia, decidono ‘senza se e senza ma’ di licenziare i lavoratori, magari tramite un semplice whatsapp, e di delocalizzare le proprie aziende di fabbricazione e produzione, laddove é più conveniente per loro, in termini di riduzione, dal punto di vista economico, contributivo e con una manodopera a basso costo. E di casi come questi –aggiunge il segretario nazionale del SIFUS CONFALI– ce ne sono stati tanti in questi anni alla ribalta delle cronache, come quello che ha gettato nel dramma e nello sconforto i lavoratori della Wirlpool in Campania o del call center Almaviva in Sicilia, ma anche di tante altre imprese che mostrano di essere… non aziende produttrici… ma ‘predatrici’, brave e pronte in Italia ad acquisire finanziamenti, strutture e altro ancora da portare poi via (delocalizzando nel contempo le proprie aziende, anche senza crisi di mercato), con un conseguente grave e dannoso pregiudizio per i lavoratori, uomini e donne che siano, i quali vengono buttati in mezzo a una strada dall’oggi al domani, a causa di questo meccanismo diabolico. E questo non può e non deve accadere –afferma Maurizio Grosso-. I nostri governanti devono tutelare il popolo italiano, i lavoratori, i cittadini e le famiglie. Non possono far finta di niente, ignorando ciò che accade da tempo in Italia, ma devono impedire il verificarsi di queste situazioni deprecabili. Perché si comprende o no –si chiede il segretario nazionale del SIFUS CONFALI– che vengono buttati nel lastrico intere famiglie che non hanno più di che vivere o addirittura da mangiare, mettendo a repentaglio perfino il possesso dell’unica casa che sono riusciti a costruirsi nella propria vita, con infiniti sacrifici? E la cosa più preoccupante è che ad oggi sono ben 87 i tavoli di crisi aperti al MISE, con migliaia di posti di lavoro da salvare! Ecco che il SIFUS CONFALI invita il Ministro Orlando e il Presidente Draghi a resistere e rilanciare gli attacchi del Presidente di Confindustria Bonomi che ha recentemente dichiarato dal palco di Comunione e Liberazione che il Governo sta lavorando per costruire una riforma contro le imprese. Anche sulla scorta di ciò, ritengo necessario che il Ministro Orlando e il Presidente Draghi si mostrino autorevoli e definiscano velocemente una riforma contro le fughe strumentali, finalizzate alle delocalizzazioni. A giudizio del SIFUS, come già rappresentato al Ministro Orlando -aggiunge Grosso-, la riforma in questione deve prevedere una serie di misure così da  porre un argine alla fuga delle aziende verso Paesi che offrono condizioni economiche più vantaggiose, lasciando l’Italia senza mantenere gli impegni. In particolare, sono allo studio del governo norme che colpiscano le aziende che hanno goduto di contributi pubblici: dovranno restituirli e con gli interessi, seguendo procedure mirate a salvaguardare l’occupazione e il valore del sito industriale, cercando infine di trovare un compratore. Come sarebbe anche il caso –conclude il Segretario Generale del SIFUS CONFALI, Maurizio Grosso– di creare una black list delle imprese con queste ‘cattive’ abitudini e una norma che obbliga (oltre a non licenziare tramite whatsapp) un incontro in tempi utili con i sindacati più presenti in azienda, al fine di trovare una soluzione che non sia drammatica e negativamente risolutiva per dipendenti di quelle aziende che, come si è visto, non fanno un buon servizio al nostro Paese, ai lavoratori e ai nostri Governi che si adoperano nel sostenerle, affinchè promuovano occupazione e ricchezza… portate invece altrove”.


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