22 Dicembre 2024
Territorio

Somma Vesuviana | Dopo 36 anni ritorna in Piazza Vittorio Emanuele III la tradizionale Fiera del Martedì dopo Pasqua con i suoi 724 anni di storia

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Salvatore Di Sarno  – sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano-  : “L’ultima edizione tenutasi in Piazza, risale al 5 Aprile del 1988. Dal 1989 al 2023 si è tenuta in periferia, adesso ritorna in Piazza. Famiglie, bambini, ragazzi, tutti potranno divertirsi, incontrarsi in un clima di grande festa. La nostra Fiera ha 724 anni di storia! “.

Alessandro Masulli – Direttore Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana: “I primi dati certi circa le fiere sommesi si riscontrano, già, nel XIII epoca di Carlo II d’Angiò lo Zoppo. Anche le processioni hanno storia secolare, probabilmente antecedente al 1854”.

E tra poche ore  le secolari processioni – OGGI Giovedì Santo – dalle ore 19 l’uscita delle tre congreghe Confraternita del SS. Sacramento, Santissima Maria della Neve e la Santissima Maria della Libera girano in processione per l’Adorazione degli Altari con tradizionali canti e confratelli con saio bianco.

Venerdì Santo – Ore 19 – l’uscita dall’antica Collegiata, nel cuore della Terra Murata, il Borgo Antico nella Cinta Muraria, della lunga processione: 2000 confratelli, 4 congreghe, 4 gruppi cantorum che intoneranno tutto in latino il Miserere, a voce cruda senza musica, lungo l’intero percorso, tra le Mura Antiche e il paese, 40 gli elementi che compongono la banda musicale “Antonio Seraponte“, al seguito della Madonna con il Cristo Morto.

La banda musicale “Antonio Seraponte”, dedicata al maestro di musica che ha dedicato tutta la  vita alla formazione dei giovani, accompagnerà la Madonna con il Cristo Morto.

Falò agli angoli dei vicoli e da quella fiamma, i confratelli accenderanno le 2000 candele.

Raffaele Molaro – anni 82 – l’ultimo cantore –  DOMANI – Venerdì Santo canterà il Miserere in latino con i gruppi cantorum.

Raffaele Molaro  – anni 82, l’ultimo degli antichi Cantori –  : “Oggi è importante la continuità per dare buoni insegnamenti alle nuove generazioni. La mia sarà la 59esima processione. Avevo 23 anni quando diventai confratello”. Raffaele, in un punto esatto della processione, si aggregherà al gruppo cantorum della Santa Maria della Neve e indossando il saio bianco canterà il Miserere in latino! “.

Il Venerdì Santo, prima della risalita dal centro al Borgo storico, tutti i 2000 confratelli si fermano e si inchinano al passaggio della statua della Madonna con il Cristo Morto. Solo in quel momento verranno spente le candele. 

  “Dopo 36 anni ritorna in Piazza Vittorio Emanuele III, la tradizionale Fiera del Martedì dopo Pasqua che è giunta alla sua 724 esima edizione! La tradizionale Fiera che si svolge da 724 anni, ritorna in Piazza Vittorio Emanuele III. L’ultima edizione tenutasi in Piazza, risale al 5 Aprile del 1988, Dal 1989 e fino al 2023, la Fiera si è svolta in località Santa Maria del Pozzo. E’ un ritorno all’epoca ottocentesca, quando la Fiera si teneva in Piazza. Ora la Fiera del Martedì dopo Pasqua ritorna in Piazza Vittorio Emanuele III dove si teneva nell’800”. Lo ha annunciato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano.

La soddisfazione espressa da Rosanna Raia, assessore al Commercio.  

“Come negli anni ’80, la Fiera del Martedì che richiamava l’attenzione di cittadini, anche di fuori Somma – ha dichiarato Rosanna Raia –  ritorna in Piazza Vittorio Emanuele III. E’ una grande opportunità per il paese”.

Il ritorno all’antico, alla storia, alle radici.  Da questa sera le processioni, domani la tradizionale e secolare processione del Cristo Morto con i suoi 200 anni di storia, 2000 confratelli con saio bianco, 4 congreghe, 4 gruppi cantorum e non mancherà Raffaele Molaro, l’ultimo cantore di antica generazione, di anni 82. Lunedì la partenza dei battenti in pellegrinaggio al Santuario di Madonna dell’Arco. Martedì il ritorno, dopo 36 anni, in Piazza Vittorio Emanuele III della Fiera nata nel 1300.

Ritorna in Piazza Vittorio Emanuele III la Fiera di Somma Vesuviana. 

“I primi dati certi circa le fiere sommesi si riscontrano, già, nel XIII quando Carlo II d’Angiò lo Zoppo, nel 1294, concesse ai Magnifici della città e ai Padri Domenicani la licenza di fare nundinæ ; questo privilegio fu  riconfermato, poi, l’8 marzo del 1300 dallo stesso Carlo II. Il luogo della fiera era il campo dopnico o donneco: forse situato tra località Starza Regina e San Domenico; il termine dopnico nasceva dalle modificazioni dell’originario termine latino campus dominus. Arrivarono poi le concessioni degli aragonesi – ha affermato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano –  in particolare di Giovanna III che, nel 1494 in concomitanza con l’edificazione della nuova Chiesa di Santa Maria del Pozzo e del convento adiacente, ridava nuovo impulso all’antica fiera con l’istituzione di una festa in onore della Vergine del Pozzo. L’afflusso di numerosi pellegrini alla festa incrementò anche la fiera esterna; l’ampio sagrato della chiesa di Santa Maria del Pozzo e lo spazio circostante diventarono, ogni anno, il centro di scambi e di affari. L’aspetto lucrativo mise in moto, però, un sistema di dazi e gabelle, che indusse la regina a chiedere a suo fratello la concessione del mastromercato. La richiesta fu accordata tra l’entusiasmo dalla popolazione. La fiera, che iniziava il martedì in albis, durava otto giorni. La figura del mastro mercato, che aveva giurisdizione civile e penale per l’intera durata della fiera, metteva da parte, addirittura, l’autorità regia. Nel 1808 fu spostata da Santa Maria del Pozzo al centro, in un luogo allora chiamato in parte Largo San Giorgio e in parte Largo del Duca, attualmente Piazza Vittorio Emanuele III. Dal 1989 era stata spostatas nuovamente  nella periferia di San Sossio. Ora la Fiera ritorna in Piazza”.

Tra poche ore avranno inizio le processioni con 200 anni di storia. Questa sera usciranno tre delle quattro congreche. Domani con inizio alle ore 18 e 30, dalla piazzetta della chiesa più antica, la Collegiata, nel cuore del Borgo Antico, partirà la processione del Cristo Morto con la Congrega madre e tutte le altre tre confraternite. La Madonna uscirà poco dopo le ore 19, dalla stessa chiesa.

La banda musicale “Antonio Seraponte”, dedicata al maestro di musica che ha dedicato tutta la  vita alla formazione dei giovani, accompagnerà la Madonna con il Cristo Morto.

Ben 2000 confratelli con il saio bianco, 4 congreghe, 4 gruppi cantorum che intonano il Miserere tutto in latino e lungo tutta la durata della processione, più di 8000 donne, migliaia di candele nei vicoli accese grazie a dei falò preparati dalla popolazione già dalle prime ore del pomeriggio e accesi poco prima dell’uscita della processione, alle ore 19 dalla chiesa più antica, quella della Collegiata, nel cuore del Borgo Antico. Il canto del Miserere in latino lo si ascolta anche a distanza dai balconi, dalle terrazze, in tutto il paese, mentre la banda, formata da 40 elementi, intona le marce funebri tra cui la Sonata n. 2 di Chopin. Un vero fiume di fiammelle lungo almeno 3 km accompagna l’intera atmosfera. Si tratta di una delle più antiche processioni di tutto il sud Italia.

Raffaele Molaro, anni 82, ultimo cantore del Miserere di antica generazione. Quest’anno il Gruppo Cantorum della Congrega della Neve, cordone verde, gli renderà omaggio, dandogli l’opportunità di cantare con loro in un punto preciso della processione. Raffaele, anni 82, canterà una strofa del Miserere in latino.

“Sono confratello dal 1965. La mia è la 59esima processione – ha dichiarato Raffaele Molaro –  per devozione. Sono costante perchè credo che le nuove generazioni debbano avere modelli positivi, insegnamenti positivi”.

Dal primo pomeriggio l’atmosfera la si vive nell’aria. Tutti i confratelli di qualsiasi età, anche bambini, iniziano a raggiungere la parte del Centro Storico.

Le Congreghe in processione il Giovedì Santo e Venerdi Santo.

“A Somma Vesuviana riti secolari e radicati nella storia. Il Giovedì Santo le Confraternite sono impegnate nelle processioni serali subito dopo la Messa “In Coena Domini”. Ogni Confraternita parte da un punto diverso del paese e spesso si incrociano sul sagrato delle chiese. L’una deve attendere prima l’uscita dell’altra. Durante il percorso del Giovedì Santo, i confratelli recitano il Santo Rosario per tutta la durata dei percorsi. La Confraternita del SS. Sacramento, quella di Santissima Maria della Neve e, infine, quella di Santissima Maria della Libera girano in processione per l’Adorazione degli Altari, che nel gergo popolare viene denominata visita ai “sepolcri”. I canti, una volta –  ha affermato Alessandro Masulli, storico delle tradizioni locali, Direttore dell’Archivio Storico di Somma Vesuviana – erano la caratteristica principale di queste serate: recuperati dalla liturgia delle “Tre ore di agonia”, venivano intonati coralmente con l’accompagnamento dell’organo. Pezzo d’obbligo era lo Stabat Mater. Seguivano le “Sette parole di Gesù in Croce, composte all’inizio del Novecento dal maestro Natale Pellegrino, la cui esecuzione avveniva proprio durante le” Tre ore di agonia”.  Il Venerdì Santo sono ancora di più le confraternite. Le origini secolari della processione : lo statuto del Pio Laical Monte della Morte e Pietà dei Nobili del 1804 ci attesta che la processione dell’Addolorata con il Cristo morto non era ancora introdotta tra le pratiche di culto del sodalizio, mentre veniva contemplata per la prima volta la festività liturgica della Madre dei dolori. Nel 1857, invece, da una relazione del Vicario Foraneo Don Francesco di Mauro si è appreso che la processione dell’Addolorata si teneva e, addirittura, usciva dalla parrocchia di San Giorgio martire anziché dalla Collegiata. Il primo gennaio del 1889, in aggiunta, il Prefetto dell’Arciconfraternita, il barone Augusto Vitolo Firrao, in un suo cenno storico sul sodalizio, inviato alla Curia Vescovile di Nola, scriveva:… in questa Cappella si praticano tutte le sacre funzioni del Sodalizio; e fra l’altre nel Venerdì Santo vi si celebrano i dolori di Maria SS. con una solenne processione, simulante l’esequie di N. S. Gesù Cristo dal Calvario al sepolcro con la Vergine Addolorata, e ch’è tenuta in molta divozione dalla cittadinanza. Le notizie sopra citate ci confermano quindi le origini ottocentesche del corteo dell’Addolorata con il Cristo Morto e rivoluzionano vecchie supposizioni che lo facevano risalire alla seconda metà del XVII secolo, epoca della nascita della Compagnia”.

Coinvolgente lo scenario, tra vicoli, Cinta Muraria antica, stradine, falò accesi per dare la possibilità, la sera del Venrerdì Santo, ai confratelli di accendere le candele. La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma.

Il Venerdì Santo con la Pio Laical Monte della Morte e Pietà. Ben 4 congreghe, 4 i gruppi cantorum, 2000 confratelli con saio bianco. Con la Madonna con il Cristo Morto almeno 8000 donne, al seguito.  La Banda musicale è formata da ben 40 elementi.  con la Madonna con il Cristo Morto.

“La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma. Ma anche il lunghissimo corteo di donne che accompagna la Madonna con il Cristo Morto, poi il canto del Miserere tutto in latino, per tutta la durata della processione intonato dai gruppi cantorum delle congreghe e sempre con il saio bianco. I riti del Venerdì Santo – ha concluso Masulli – che si svolgono in Campania, hanno lo scopo di far rilevare ai fedeli il dolore della Chiesa per la Passione e Morte di Cristo. Il primo gennaio del 1650, la nobiltà napoletana fondò in una cappella della Collegiata, nella Terra di Somma Vesuviana una Compagnia della Morte con lo scopo principale di seppellire i morti in miseria e di aiutare i poveri infermi. Nel 1705, il sodalizio assunse la denominazione di Congrega e Monte della Morte e Pietà.


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