Stop al diplomificio del Salernitano, il plauso del Movimento Libero e Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate
Lanzetta: L’ufficio scolastico regionale ha saputo smascherare quanti baravano
Istruzione e formazione corretta e di qualità, questo il tema da sempre portato avanti dal Movimento Libero e Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate. Le vicende degli ultimi giorni non potevano lasciare indifferente il presidente Luca Lanzetta che interviene sulla vicenda del diplomificio scoperto nel salernitano: “Meravigliarsi di quanto scoperto e denunciato dalla Procura di Vallo della Lucania, vuol dire non aver prestato attenzione alla pericolosa deriva che l’istruzione privata ha preso per colpa di soggetti che per lungo tempo hanno avuto la possibilità di agire in maniera indisturbata”.
Un caso davvero eclatante. Nel mirino delle autorità 554 persone, un vero e proprio esercito di indagati fra studenti, docenti e dirigenti degli istituti: “Una notizia che in ogni caso ci rincuora -spiega Luca Lanzetta- è necessario approfondire ulteriormente le indagini in questa direzione per proseguire a smascherare chi mette su imprese non per offrire servizi rispettando le regole ma limitandosi a vendere diplomi, attestati e quant’altro. Un’azione che speriamo scoraggi quanti camminano sul filo della legalità e metta in luce invece chi si prodiga ogni giorno per offrire servizi all’altezza”.
Per gli investigatori si tratta di una vera e propria fabbrica di titoli di studio falsi con tariffe elevate per il loro acquisto si parla di cifre fino a 2.500 euro. Si tratta di diplomi di grado preparatorio, diplomi di specializzazione polivalente, diplomi di qualifica professionale. Titoli che hanno consentito a numerosi indagati residenti su tutto il territorio nazionale anche di vincere concorsi in ambito scolastico.
“Oltre a favorire chi bara, questo modo di fare -conclude Luca Lanzetta- ha sbarrato la strada verso la conquista di un posto di lavoro a quanti si sono visti superare da questi soggetti. E’ arrivato il momento di dire basta: l’indagine è partita da un buon lavoro dell’ufficio scolastico regionale che ha notato l’anomalia e l’ha segnalata. Speriamo si continui a seguire questo esempio positivo”.
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