Stornelli al chiar di luna con Luca Barbarossa: trionfo della musica per ‘Settembre al Borgo’
Caserta, 10 sett. – Sono canzoni che ti fanno aspettare l’aurora, per non perdere il sapore del suo amore e appartengono a Luca Barbarossa, il 57enne cantautore romano, protagonista della serata musicale conclusiva del Festival ‘Settembre al Borgo’, organizzato a Casertavecchia dal 4 all’ 8 settembre.
La manifestazione culturale giunta alla sua 47esima edizione, saluta il suo numeroso pubblico con un artista che chiama a raccolta versi di note e poesia.
“Questo mestiere è sorprendente – afferma al chiar di luna Barbarossa – uno può pensare che sia sempre lo stesso, ma le emozioni che regala non si possono spiegare… ti cercano in modo nuovo e dirompente, proprio come hanno fatto ora con me in questo magnifico borgo”.
Chitarra alla mano, Barbarossa inizia a suonare a braccio, dando via libera alla sua musica. Il pubblico compie così un viaggio tra stornelli romani e canzoni d’autore che da anni vedono Luca, protagonista della scena musicale italiana.
Alla vigilia del suo ritorno professionale a Radio 2, il cantautore esordisce con brani ‘cult’ della sua carriera. ‘Ali di cartone’ crea divina melodia tra le mura cariche di storia del borgo medievale di Casertavecchia e intesse un legame tra passato, presente e futuro.
Così nella suggestiva atmosfera del Teatro della Torre, Barbarossa coglie l’occasione per intonare ‘Via Margutta’. Lo fa con candore e grande rispetto per il passato del nostro popolo: “Ho avuto la fortuna di nascere nel cuore della Roma popolare – ribadisce l’artista – in un quartiere di artigiani, in cui ero solito giocare a pallone senza guardarmi molto intorno. Abitavo in un vicoletto in via del Corso e vedevo la gente andare in modo continuo a Via Margutta, che per me non era ancora la strada dei pittori, ma il luogo in cui mi divertivo con gli amici. Una sera chiesi a mio nonno perché quella strada fosse così affollata; lui mi prese per mano e mi disse: “Bisognerebbe andare oltre le facciate dei palazzi per scoprire che queste mansarde che si arrampicano una sull’altra sulla collina del Pincio, nascondono la loro rara bellezza”.
“Molti pittori – continua il cantante – erano dei partigiani e dietro le loro botteghe c’erano intercapedini utili per poter scappare. Mio nonno me le fece scrutare da vicino finché su una mansarda mi rivelò: “Li un bambino ebreo, alto come te, lo abbiamo nascosto tra una tela e un’intercapedine per farlo sfuggire al rastrellamento fascista”. Fu così che una sera, da adulto, affacciandomi da una finestra di Via Margutta ho risentito il respiro dei racconti di mio nonno ed è nata questa canzone che sa di storia e poesia”.
Le tematiche sociali contraddistinguono da sempre, insieme all’amore, i brani cantautorali di Barbarossa. “L’ amore rubato”, offre così lo spunto per ritornare sul tema del femminicidio: “Quando scrissi questo pezzo negli anni Ottanta – dichiara Luca – speravo che la donna potesse trovare la sua libertà in ogni senso dal sopruso. Mi illudevo allora, considerando le proporzioni che oggi ha assunto la violenza sulle donne, anche se credo che la musica possa ancora sensibilizzare le coscienze”.
E’ a questo scopo che sale sul palcoscenico il direttore artistico della kermesse, Enzo Avitabile. Il Maestro accompagna in musica Barbarossa che intona ‘Se penso a te’, dedicato alle speranze dei reclusi del carcere di Rebibbia e Regina Caeli con cui l’artista romano ha molto collaborato.
É un momento che fa battere forte ‘er core’, per dirlo in romanesco, quello del duetto tra il direttore artistico di ‘Settembre al borgo’ e Luca Barbarossa. La musica lascia sognare la dolcezza, fuori e dentro, nei micro e macrocosmi degli individui, perché è il fiore che germoglia anche nella solitudine.
Due anime artistiche gentili, accomunate dalla passione per note e pentagramma, ben lo raccontano dando così significativa chiusura alla kermesse casertana pensata per accomunare in modo significativo valori e identità artistiche diverse.
Foto di Arturo Favella
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