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Suicidi in carcere, Di Giacomo (S.PP.) “l’emergenza ha toccato il livello più acuto”

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“Nelle ultime ore il pronto intervento di un agente penitenziario a Poggioreale-Napoli è riuscito a salvare la vita di un giovane detenuto intento a suicidarsi. Quasi in contemporanea a Benevento si è suicidato un detenuto di 27 anni trasferito da Palermo da soli due giorni, facendo salire a tre il numero dei suicidi in carcere in meno di 48 ore”. A riferirlo è il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale: “l’emergenza suicidi negli istituti penitenziari ha toccato il livello più acuto. Altro che rapporto richiesto al D.A.P. dalla ministra Marta Cartabia per comprenderne le cause e individuare quali interventi possono essere implementati. Non c’è più tempo da perdere in studi e statistiche. L’unico modo per intervenire efficacemente è quello dell’incremento degli organici sia specialistici, con le necessarie figure di educatori e psicologi, che di agenti, tra l’altro da formare per essere pronti ad affrontare queste situazioni. Ed è bene chiarire che non possono bastare poche centinaia di unità in più. Disponiamo di 1 operatore-educatore ogni circa 92 detenuti, mentre i servizi di assistenza psicologica sono ridotti a casi sporadici. È necessario programmare assunzioni per altre 4 mila unità se si vuole realmente affrontare tutte le numerose problematiche degli istituti penitenziari. Invece di pensare a questo – aggiunge Di Giacomo – si mette mano alle procedure di perquisizioni nelle celle facendole diventare procedimenti burocratici complessi e senza garantire il fondamentale ‘effetto sorpresa’ e ancor più la necessaria segretezza che sinora hanno dimostrato le uniche possibilità di successo. Il nostro sindacato continua a sollecitare i Ministri Cartabia e Speranza ad istituire un tavolo sull’emergenza suicidi e sulle condizione di salute, specie psichica, dei detenuti. Al Governo e al Parlamento spetta invece procedere a quell’insieme di provvedimenti più volte richiesti, in parte solo ipotizzati dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, a partire dal ruolo fondamentale del personale penitenziario che dà prova di grande sensibilità umana proprio quando riesce a scongiurare i suicidi, almeno due al giorno evitati dagli agenti, Contestualmente chiediamo di colpire il comportamento di clan, organizzazioni e criminali che si sono distinti in tutti questi mesi, dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, nella “caccia all’agente” con il più alto numero di aggressioni e violenze mai accaduto in un periodo così breve”.


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