12 Dicembre 2024
Magazine

Swinging London, tra Beatles e James Bond Londra fa tendenza al Grand Hotel Parker’s di Napoli

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Quando si parla di Beatles, si parla di incisività e cambiamento, ma anche di magnetismo e brit pop diventato mito. Lo stesso accade in riferimento a James Bond, iconico personaggio dal fascino indiscutibile, che per arguzia e raffinatezza, si è imposto nell’immaginario collettivo come 007 ideale. Si tratta dunque di figure considerate evocative di un tempo e di una parte di storia britannica del Miglio Quadratico che continua ad avere alloure irresistibile.

A celebrarli con un asse narrativo parallelo, è il Grand Hotel Parker’s di Napoli, portavoce del London Style, e della evoluzione tematica del personaggio di James Bond.

Swinging London è la serata evento con cui la famiglia Avallone, proprietaria del Parker’s ha inteso raccontare il 7 dicembre, l’emblematicità e l’evoluzione della British Society, affidandosi alla maestria divulgativa e alla accurata ricerca di Michelangelo Iossa. L’affermato giornalista, scrittore e docente universitario, ha infatti tramutato la sua conoscenza su musica, cinema, arte e costume, in un eccezionale percorso culturale che ha acceso i riflettori sui baronetti del pop rock e sull’agente segreto dei palazzi governativi britannici,  in una amalgama di attrattiva ed originalità.

In compagnia dell’attore Francesco Prando, doppiatore storico di Daniel Craig,  lo scultore Domenico Sepe, ha presentato dipinti e bozzetti preparatori in tema James Bond, che per l’occasione hanno omaggiato la città di Londra, nel periodo dello swinging. Il termine riferito all’edonismo british, diffuso negli anni ’60, ha smontato l’impalcatura ombrosa con cui l’antica Londinium si ammantava, per dare luogo alla liberazione espressiva, di cui i Beatels e James Bond, sono stati testimoni.

Michelangelo Iossa ha così armonizzato tra piacevolezza ed interessante narrazione, il vernissage di apertura della mostra intitolata “Parker’s meets London”, allestita negli spazi della Sala degli Specchi del Grand Hotel Parker’s. Cimeli, strumenti e testimonianze sui Beatles, sono stati esposti insieme alle sculture e ai dipinti del Maestro d’Arte Domenico Sepe, incastonati come gemme tra gli spazi adibiti ad un vero e proprio Parker’s Casinò, in richiamo al ventunesimo capitolo della serie cinematografica di 007, denominata Casino Royale.

Eleganza ed evoluzione hanno magnificato Londra e l’impatto comunicativo che la città ha avuto sul mondo e sul modo particolare di entrare in sinergia con essa. Iossa si è reso traduttore di codici e significati che sia il percorso dei Beatles, che quello di James Bond, hanno tracciato nel sintagma narrativo della cultura britannica. Il Parker’s hotel che negli anni ha ospitato Virginia Woolf, Oscar Wilde, Clark Gable, Totò, Eduardo DE Filippo, Sofia Loren, Ken Follet, si è riconfermato ancora una volta, una eccellenza nell’ospitalità di grandi eventi dedicati alla esaltazione dell’immagine londinese che la famiglia Avallone tramanda magistralmente.

Ospiti della serata due giovani cultori del ciclo bondiano: Enrico ed Edoardo Borghesio. Gli ideatori di Protocollo Bond, community italiana che sui social vanta oltre 30.000 followers, si sono mostrati appassionati narratori di James Bond, quale figura influente degli anni Sessanta.

La celebrazione di un momento cult è culminata nella consegna di litografie numerate, autografate dal Maestro Sepe, poi donate agli ospiti della serata londinese. “Ringrazio la famiglia Avallone e Michelangelo Iossa per aver accolto le mie opere in un luogo magico come quello del Parker’s, oltre che per avermi avvicinato alla rappresentazione del mondo di James Bond. Ho cercato di interpretarlo con schizzi preparatori e dipinti qui esposti, presentando uno studio sulla figura di Ian Fleming, sull’Aston Martin e sugli attori che hanno dato il volto a 007″ – dichiara l’artista Domenico Sepe, coprotagonista di un percorso divulgativo-identitario che appartiene a buon merito, ed in modo esclusivo, al Grand Hotel Parker’s.

 

Foto Arturo Favella


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.