Tesseramento Pd, la mozione Cuperlo presenta ricorso contro l’operato della commissione provinciale di garanzia presieduta da Gatto
“Negata la tessera ad iscritti storici, sindaci, amministratori, dirigenti di partito e giovani che avevano chiesto il tesseramento con carte prepagate, ma nominative e, dunque, tracciabili”
SGAMBATO: “Dobbiamo avere il coraggio politico di difendere il nostro lavoro e il diritto dei tanti sinceri compagni che, invece, da domani avranno un ulteriore motivo per non credere più in questo partito”. SGAMBATO: “Dobbiamo avere il coraggio politico di difendere il nostro lavoro e il diritto dei tanti sinceri compagni che, invece, da domani avranno un ulteriore motivo per non credere più in questo partito”.
“L’altro ieri il nostro rappresentante in commissione provinciale ha espresso voto contrario alla proposta presentata dal presidente Gatto, perché in palese contrasto con le deliberazioni e le indicazioni fornite a più riprese dalla Commissione nazionale. Infatti, quest’ultima chiedeva di nominare garanti territoriali delle 4 mozioni con lo specifico compito di analizzare tutte le eventuali richieste di riammissione di quei tesserati storici, amministratori, sindaci, dirigenti di partito e giovani che avevano chiesto il tesseramento con carte prepagate, ma nominative e, dunque, tracciabili. Al presidente Gatto sono giunte circa 300 richieste di reinserimento, dopo attenta e scrupolosa analisi dei garanti territoriali, come era stato stabilito precedentemente dalla commissione e come indicato dalla commissione nazionale per consentire a sinceri e autentici militanti di partecipare al congresso”.
Lo dichiara Camilla Sgambato, coordinatrice regionale della mozione per Cuperlo Segretario, all’indomani della decisione della Commissione provinciale di Garanzia di non riammettere l’iscrizione di tanti volti storici del Pd e della sinistra casertana, contro la quale i cuperliani hanno presentato ricorso alle Commissioni nazionale, regionale e provinciale.
“Il dovere, politico e regolamentare, della commissione provinciale sarebbe stato, l’altro ieri, quello di prendere in esame il lavoro attento e trasparente svolto dai garanti circa le singole proposte motivate di reinserimento. Siamo stati i primi a denunciare il pericolo di un tesseramento “dopato” a causa del malcostume dei cosiddetti signori delle tessere, i primi a chiedere attenzione e trasparenza e il percorso indicato dalla commissione nazionale ci sembrava, e ci sembra tuttora, l’unico in grado di distinguere, caso per caso, interi pacchetti di tessere dell’ultima ora, dal legittimo e sacrosanto diritto di chi ha effettuato, ripeto, un tesseramento singolo, tracciabile e, dunque, valido.
Un partito non può far ricadere su chi chiede di partecipare le sue contraddizioni, le sue tensioni portate all’estremo e balzate agli “onori” nazionali, decidendo di applicare una regola che, peraltro, non è stata applicata in altre federazioni e rifiutando in toto la richiesta di tesseramento di tanti giovani e meno giovani che hanno pagato (senza vedersela respinta dalla piattaforma del sito Internet del Pd) con carta prepagata, cioè con uno strumento, è bene ribadirlo per l’ennesima volta, tracciabile e diffusissimo soprattutto da parte di chi non può permettersi una carta di credito”, continua la componente della direzione nazionale del Pd.
“Con questa decisione restano fuori dal partito dirigenti, ex sindaci, segretari di circolo, tesserati storici che hanno fatto la storia del partito in Terra di Lavoro.
Ci siamo dovuti appellare alla commissione nazionale per veder ristabilita l’agibilità democratica anche in provincia di Caserta.
Dobbiamo avere il coraggio politico di difendere il nostro lavoro e il diritto dei tanti sinceri compagni che, invece, da domani avranno un ulteriore motivo per non credere più in questo partito”, conclude l’ex presidente provinciale del partito in Terra di Lavoro.
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