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‘The Night Writer – Giornale Notturno’, brillante esercizio teatrale di Lino Musella al Sannazaro di Napoli

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Napoli, 20 mar. – Al Teatro Sannazaro di Napoli il rumore di una sirena a scena aperta introduce l’ultima replica dello spettacolo ‘The Night writer – Giornale notturno’, scritto e diretto da Jean Fabre. É questo un segno che il mondo del teatro italiano intende dare alla platea, ribadendo di non essere indifferente a quello che si sta consumando intorno a noi, ripudiando la guerra, stringendosi intorno al dolore delle vittime ucraine.
Entrando nel vivo della rappresentazione, Fabre dá la linea guida alla maschera scenica di Lino Musella, protagonista assoluto della piéce in cui da attore, cambia continuamente volto, si avviluppa al testo, si dimena tra la malinconia e la realtà di una serie di scritti su argomenti diversi. Equilibrista sul palcoscenico, visibilmente eccitato dall’apprezzamento del pubblico verso la sua arte, Musella fa piombare a teatro il senso dell’anarchia dell’amore. Nella paradossalità degli scritti a cui l’attore dá voce, si riesce anche a ridere grazie alla grande cultura dell’istrione che entra nel personaggio con piacevolezza, facendo capitombolo tra le pagine più intense e quelle più leggere del diario di Fabre, di cui si riconosce l’autobiografia. La foga interpretativa del protagonista si condensa nella frase ‘io sono un errore perché sono curioso, non ho nessun legame con la società contemporanea; fallisco in tutto e posseggo una nobile paura’.

Enigmatico, paralizzante nel suo significato intrinseco, il testo viene braccato da un Lino Musella che abbraccia il fuoco della parola scenica, ne respira i silenzi, la forza prepotente e latente dell’inferno poetico-letterario.

Gli scritti di Anversa redatti dal 1978 al 1992 dall’artista belga, hanno un codice di interpretazione: una penna blu serve a redigere le cose vere, una penna rossa, quelle false. Fabre ribadisce con questa dichiarazione che ogni vera bellezza è scomoda. Ad una tale affermazione Musella dá corpositá con la flessione vocale, il fiato, la mimica.

Qui l’iperbolica interpretazione di Lino calamita occhi ed applausi, tanto è bravo. Superba è la sua prova da attore, fedele alla stima che il pubblico gli riserva.
Scorporato eppure pieno, il testo dello spettacolo da cui attinge forza il surreale, il magnetismo della parola, rende Musella un gladiatore possente sul palcoscenico, intento a vincere la sua prova attoriale con velocità e compenetrazione anche nel non sense apparente degli scritti proposti con provocatorietá.

Ecco che l’attore prende ad esempio quattro pietre sulla scena, atte a rappresentare quattro categorie: il filosofo, il dottore, lo scrittore e lo scienziato; esse costituiscono l’insieme della coscienza umana per Fabre, così come sua é la concezione che gli uomini risultino migliori degli angeli perché quando scelgono il bene lo fanno consapevolmente.
In un’ampia digressione sui temi più svariati, lo spettatore guarda a bocca aperta quest’arte e la sua mente si riempie di altalenanti sollecitazioni, raccogliendo stimoli e istinti di Jean Fabre, tradotti in diario e testi teatrali incentrati sugli argomenti dell’arte, del teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sul sesso, sull’amore.

L’effetto teatro di questo spettacolo si moltiplica e condensa nella frase scenica: “Il teatro crea un’escoriazione su cui l’attore sparge volentieri del sale”.

Musella questo sale lo cosparge a piene mani, gettandolo abbondantemente sui pensieri di Fabre e rende bene il mondo concettuale di un artista visivo, assiduo promotore di una ricerca tesa ad oltrepassare le barriere espressive. Il pubblico napoletano accoglie e recepisce con intelletto ogni sfumatura di un esercizio teatrale non semplice, intenso ma eccellente, proposto da un brillante Lino Musella che merita elogi ed applausi scroscianti. Quando poi li riceve ininterrottamente a fine esibizione, si china con devozione a baciare le tavole del palcoscenico, come atto di riconoscimento verso un mestiere che gli ha garantito l’affetto del pubblico partenopeo.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.